domenica 31 gennaio 2021

Vaccini, che fare?

Aldilà dei proclami che abbiamo sentito fare dai leader politici di mezzo mondo, fino a questo momento soltanto Israele è stato in grado di organizzare una vera campagna di vaccinazione anti-Covid di massa. Parliamo di una realtà molto particolare: Israele ha una popolazione di dimensioni analoghe a quelle della Lombardia, è un Paese ricco (di risorse finanziarie ed intellettuali) e con una grande esperienza nella gestione di gravi situazioni di crisi. 
 
La scelta dei vaccini è stata resa possibile da un accurato monitoraggio delle fasi di sviluppo dei diversi "candidati vaccini" (incluso quello cinese e russo) portato avanti dai Servizi di informazione israeliani. In altre parole, Israele ha sempre avuto a disposizione notizie aggiornatissime e riservate, senza attendere che fossero pubblicate sulle riviste internazionali e ha stipulato i contratti d’acquisto dei vaccini bruciando sul tempo tutti gli altri.

Impensabile pensare che l'esperienza israeliana possa essere copiata da altri Paesi. I nostri Servizi segreti ci hanno messo mesi per capire che molte Regioni/PPAA taroccavano i dati dei contagi, figuriamoci se sono in grado di aiutarci a procurarci i vaccini!

Dovendo accontentarci di quello che abbiamo, vediamo alcuni numeri che ci aiutano a capire le dimensioni del problema.

Nella fase iniziale delle vaccinazioni, l’Italia ha dato la precedenza al personale della sanità e alle RSA (personale e ospiti). Poi sappiamo che l'attitudine italica all’aggiramento delle regole è sempre in agguato e molte migliaia di furbetti si sono fatti vaccinare, talvolta portando via il posto a chi ne aveva diritto. Alla fine sembra che la cosa non sia neppure penalmente perseguibile perché nel nostro Codice penale non è previsto uno specifico reato. Non sono esperto dell’argomento, ma se fosse vero, non ne sarei così sorpreso. Sembra che non sia neppure un reato penale fornire dati falsi sui contagi. Figuriamoci se ci possono essere conseguenze per chi si è intrufolato indebitamente tra i vaccinandi!

Comunque, furbetti inclusi, questa prima fase delle vaccinazioni potrebbe interessare complessivamente circa 2 milioni di persone. Tenuto conto che chi ha contratto recentemente la Covid-19 potrà ricevere il vaccino tra qualche mese e che una certa frazione degli aventi diritto non si farà vaccinare, complessivamente la prima fase potrebbe richiedere circa 3 milioni di dosi. Ad oggi, siamo arrivati a quasi due milioni di dosi somministrate, con poco più di mezzo milione di persone che hanno già ricevuto ambedue le dosi. Volendo, ci sarebbe un’ampia disponibilità per selezionare tra queste persone anche il pubblico del prossimo festival di Sanremo, dando finalmente risposta ad un “gravissimo” problema che sembra angosciare l’opinione pubblica italiana. Trovo l'idea (non è mia), semplicemente geniale: sei pro-vax? Poltrona gratis al Teatro Ariston!

Risolta questa prima fase (mancano ancora circa 1 milione di dosi), dovremmo passare alla fase 2, ovvero alla vaccinazione di massa degli ultra ottantenni. Secondo i dati ISTAT le persone di età superiore ai 79 anni in Italia sono circa 4,3 milioni. Una piccola parte di queste persone sono ospiti di RSA e dovrebbero essere già state vaccinate durante la fase 1, ma il grosso degli ultra ottantenni vive da solo o in famiglia e deve ancora essere vaccinato. Non tutti possono o vogliono essere vaccinati: diciamo che potrebbero servire almeno 6 milioni di dosi vaccinali. E qui incominciano i problemi.

I numeri sulla effettiva disponibilità di dosi vaccinali prevista da qui fino a fine marzo sono molto ballerini. Si è scatenata, a livello mondiale, una vera e propria corsa al vaccino e molte aziende produttive stanno verificando problemi di produzione. Nulla di straordinario, anche perché si è dovuta costruire in fretta a furia una catena produttiva che prima non c’era (o esisteva solo parzialmente). 
 
Ma il vero grosso problema è quello legato alla dubbia efficacia del vaccino AstraZeneca per le persone anziane
 
Supponendo che gli attuali problemi di approvvigionamento trovino soluzione, non sarebbe irrealistico pensare che da oggi alla fine di marzo arrivino complessivamente tra  6 e 10 milioni di dosi (che si andranno ad aggiungere ai 2 milioni di dosi già arrivati fino ad oggi), ma sarebbe eticamente inaccettabile vaccinare alcuni anziani con i vaccini di provata efficacia e gli altri con il vaccino AstraZeneca. 
 
Come si sceglieranno i fortunati che riceveranno i vaccini più efficaci? Estraendoli a sorte o, essendo italiani, ci affideremo alle raccomandazioni?

L’alternativa, altrettanto eticamente discutibile, sarebbe quella di somministrare agli anziani solo i vaccini di provata efficacia, procedendo in ordine di età decrescente – oppure – partire dagli ottantenni (che hanno una speranza di vita residua più grande) e proseguire le vaccinazioni chiamando, via via, le persone più anziane. Potendo usare solo i vaccini ad mRNA, le vaccinazioni degli ultra ottantenni subirebbero comunque un certo ritardo. Contemporaneamente potremmo usare il vaccino AstraZeneca  per le persone più giovani che lavorano nella Scuola o in altre attività a rischio.

In questo quadro, le persone di età compresa tra 70 ed 80 anni dovranno limitarsi – ancora per un bel po’ – al ruolo di spettatore: troppo vecchi per il vaccino AstraZeneca e troppo “giovani” per quelli a mRNA. Dovranno aspettare probabilmente aprile o i mesi successivi, sperando che nel frattempo la seconda ondata pandemica si plachi.

Come vedete ci sono molti problemi che si intrecciano tra loro e qualunque decisione si prenda ci sarà sempre qualcuno che - giustamente – potrà esprimere delle riserve. La cosa importante – a mio avviso – è che i criteri adottati per selezionare le persone da vaccinare siano unici per tutto il territorio nazionale, siano spiegati con chiarezza e seguiti con rigore, senza scorciatoie o favoritismi. 
 
Augurandoci che la scarsità di vaccini sia risolta nel più breve tempo possibile.




10 commenti:

  1. Anche il Trentino rivede il calendario dei vaccini:
    in arrivo Pfizer, Moderna e più tardi AstraZeneca
    "Entro febbraio vaccinati tutti gli ultraottantenni"
    ladige.it – sabato 30 gennaio 2021

    La conferenza stampa del sabato sera ha riportato Fugatti in grande spolvero (assente l’assessore alla salute Stefania Segnana, che non ha così potuto leggere l’elenco dei dati).

    «Sul piano dei vaccini abbiamo avuto oggi un incontro con il ministro Boccia e le autorità sanitarie nazionali. Abbiamo ottenuto in particolare nuove informazioni sull’andamento delle forniture. Pfizer la scorsa settimana ha ridotto del 29% le dosi inviate sui territori. Per la prossima settimana la riduzione sarà del 20%, ma Pfizer avrebbe detto al commissario Arcuri di puntare al recupero entro la fine di marzo.

    Moderna ha ridotto a sua volta le dosi di febbraio del 20%. Anche qui, c’è la volontà espressa verbalmente al commissario Arcuri, di recuperare entro fine marzo. AstraZeneca ha ridotto infine la propria previsione di dosi, passate da 16 a 8 milioni, ed in particolare 3,4 milioni di dosi nel primo trimestre dell’anno» ha detto Fugatti.

    Prossimamente saranno confermati gli esiti degli studi sul vaccino Astra Zeneca (approvato ieri sera dall’Aifa, ndr), soprattutto per quanto riguarda due aspetti: l’età a cui può essere somministrato (da test effettuati in Germania era stato ipotizzato che potrebbe essere somministrato solo agli under 65); inoltre, l’intervallo di somministrazione definito fra la prima e la seconda dose. Per fare un raffronto: l’intervallo di Pfizer fra la prima dose e il “richiamo” è di 4 settimane, quello di Moderna è di 3 settimane, per AstraZeneca si parla di una “finestra” da uno a tre mesi.

    Il commissario Arcuri ha aggiunto che nella prima settimana di febbraio Pfizer invierà al Trentino 4680 dosi di vaccino, Moderna invierà 600 dosi. Nella seconda settimana, arriveranno in Trentino di nuovo rispettivamente 4680 e 1200 dosi. Nella terza settimana al Trentino arriveranno 5850 dosi Pfizer. Nella quarta settimana di febbraio sono annunciate altre 5850 dosi di Pfizer e 4500 dosi di Moderna. Le dosi di Astra Zeneca inizieranno ad arrivare nella seconda settimana: ipoteticamente per il Trentino dovrebbero essere circa 4000 dosi. Nella terza settimana di febbraio al Trentino spetterebbero altre 6000 dosi.

    «In definitiva – ha concluso Fugatti - da qui alla fine di febbraio potremmo attenderci in Trentino 38mila dosi di vaccino fra Pfizer e Moderna e AstraZeneca». NON CI SARA' invece la possibilità di scegliere il vaccino: le indicazioni saranno impartite dalle autorità nazionali.

    Pier Paolo Benetollo, direttore generale dell’Apss, ha detto che nel mese di febbraio 2021 si concluderà comunque la seconda fase di copertura vaccinale per il target degli over 80. «Il motivo per il quale si parte dalle persone più anziane – ha aggiunto - è evidente: gli ultraottantenni presentano in caso di contagio più complicanze e impegnano maggiormente le strutture sanitarie nel loro complesso».

    (NdC) I numeri ISTAT in Trentino dicono che:
    - Operatori sanitari e sociosanitari: 12 mila
    - Personale ed ospiti dei presidi residenziali per anziani: 5 mila
    - Anziani over 80 anni: 40 mila

    TOTALE PRIMA SOMMINISTRAZIONE (metà vaccinazione): 57 mila
    *** Ad oggi risultavano somministrati 19.709 vaccini (di cui 5.947 seconde dosi) ***

    Ehm, sommessamente: per le 2 dosi servono 114mila dosi (quindi mancano all’appello 88mila dosi, ben più delle 38mila di cui parla il Presidente Fugatti, che da buon commercialista dovrebbe saper fare i conti...).

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    1. Oggi leggo che il termine è stato spostato alla data più realistica di FINE MARZO.

      https://www.ladige.it/news/cronaca/2021/02/02/vaccinazioni-anziani-assalto-online-prenotazioni-tilt-ore-fine-ce-lhanno

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  2. __Visto che c'è qualche problema con i vaccini, è meglio non perdere di vista la situazione epidemica.
    __Ho aggiornato a sabato 30/1/2021 i valori settimanali dei 7 parametri che avevo dato il 17/1 ed il 26 u.s. come commento al Suo articolo “Varianti virali…” ed ecco i risultati. Fra parentesi i dati precedenti.
    Mi baso sempre sui dati della Protezione Civile, azzerati al 1 agosto 2020, inizio della seconda ondata.

    1. INFETTI TOTALI ogni 100.000 ab.:
    __Italia 3808 (3664), PA Trento 4123 (3883), PA Bolzano 6949 (6289), Veneto 5975 (5832), Lombardia 4391 (4264);
    2. NUOVI INFETTI ultima settimana ogni 100.000 ab.:
    __Italia 144 (144), Trento 240 (211), Bolzano 660 (560), Veneto 143 (162), Lombardia 127 (113);
    3. NUOVI INFETTI SU ATTUALI INFETTI nell'ultima settimana:
    __Italia 2,6% (2,4%), Trento 8,6% (7,6%), Bolzano 3,5% (3,4%), Veneto 2,5% (1,9%), Lombardia 3,6% (3,0%);
    4. DECESSI totali su INFETTATISI totali (con i due intervalli temporalmente sfasati come si deve):
    __Italia 2,6% (2,6%), Trento 4,0% (4,0%), Bolzano 2,0% (2,0%), Veneto 2,6% (2,7%), Lombardia 2,5% (2,5%)
    5. MORTI su USCITI dal virus (= morti + guariti) nell'ultima settimana:
    __Italia 2,6% (2,3%), Trento 2,0 (2,8%), Bolzano 2,0 (1,8%), Veneto 2,0% (1,8%), Lombardia 3,0% (2,7%)
    NB: I 30 decessi dimenticati a nov. e dic. 2020 ed inseriti ufficialmente il 24 gennaio, li ho spostati al 3/12, perché non falsassero per due settimane i confronti attuali.
    6. ATTUALI RICOVERATI SU ATTUALI INFETTI, media ultima settimana:
    __Italia 4,9% (4,7%), Trento 10,8% (13,7%), Bolzano 1,8% (1,9%), Veneto 4,7% (4,1%), Lombardia 7,7% (7,5%)
    7. TERAPIE INTENSIVE su ATTUALI INFETTI, media dell'ultima settimana:
    __Italia 0,49% (0,47%), Trento 1,69% (2,04%), Bolzano 0,21% (0,22%), Veneto 0,64% (0,53%), Lombardia 0,77% (0,79%).
    __I primi tre parametri dipendono dalla gestione politica dell'epidemia (chiusure, aperture e controlli), mentre gli altri quattro dalla gestione sanitaria degli infetti.

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  3. __Sul mio aggiornamento odierno per i valori di 7 parametri dell’epidemia Covid, si può annotare che:

    1. Bolzano è prima in Italia e il Veneto è secondo, per incidenza del totale infetti su 100.000 abitanti.
    2. Il numero di nuovi infetti in Italia è rimasto stabile, ma la PA di Bolzano peggiora ancor di più, saldamente prima in Italia e Trento terza, anch’essa in peggioramento. La Lombardia peggiora un poco, ma con un’incidenza inferiore alla media nazionale, mentre il Veneto migliora del 12%.
    3. Trento, rimane PRIMA in Italia per rinnovamento dell’infezione (nuovi infetti su attuali infetti) con un rapporto peggiorato e TRIPLO rispetto alla media nazionale. Lo si può spiegare con la concorrenza di un elevato numero di nuovi infetti e di un elevato numero di nuovi guariti, rispetto alle medie nazionali.
    4. Questo quarto parametro cambia poco e il Trentino resta con una letalità generale della seconda ondata che è del 54% PIU’ ALTA della media nazionale, superato di pochissimo dalla sola Valle d’Aosta.
    5. Limitandosi all’ultima settimana, il valore di questo parametro indica che la letalità settimanale nel Trentino si è ulteriormente ridotta di un 30% e ciò vuol dire soprattutto che sta cambiando la composizione degli infetti.
    6. Ancora un miglioramento di questo parametro per Trento, però la porzione ospedalizzata degli infetti rimane più che DOPPIA rispetto alla media nazionale. Sono così cagionevoli di salute i trentini, o c’è un problema di medicina generale? Oppure viene nascosto un grande numero di infetti?
    7. C’è un primo miglioramento nell’incidenza delle terapie intensive nel Trentino sugli attuali infetti, solo in piccola misura dovuto ad un lieve aumento del denominatore. Tuttavia, siamo sempre saldamente al PRIMO POSTO in Italia, con OLTRE il TRIPLO di terapie intensive rispetto alla corrispondente media nazionale. Anche qui, perché il Sistema Sanitario Provinciale non riesce ad evitare gravi conseguenze agli infetti? E’ mai possibile che in Basilicata la frazione di malati in terapia intensiva sia 30 volte inferiore alla nostra e in Campania 10 volte minore? Per raddrizzare la situazione non è sufficiente pensare che sia colpa solo del mancato conteggio di attuali infetti.

    __Per vedere le 3 tabelle con i valori dei 7 parametri per tutte le Regioni/PA, questo è il link:
    https://www.dropbox.com/s/os0s8jyr5r8053m/Tabelle%207%20parametri%20al%2030%20genn_2021.pdf?dl=0

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    1. grazie, MDR, per questi dati "seri".

      riguardo ai punti 6 e 7 - per conoscenza diretta - so di pazienti anziani, con il covid e complicazioni respiratorie, mandati a casa dopo tot giorni in ospedale, in attesa di tampone "di uscita":

      - escono dalla statistica degli ospedalizzati

      - ricadono su figlie e badanti, perché è necessaria l'assistenza h24 con il respiratore

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    2. Giusta osservazione, che vale anche per le altre Regioni con alta percentuale di ospedalizzati. È anche per questo che mi fido di più delle terapie intensive, come elemento indicativo della gravità della situazione.

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  4. Vaccino anti Covid, mille prenotazioni in poche ore in Trentino. Ma la APSS rassicura: “Prevista la conclusione del programma entro la fine di marzo”
    www.giornaletrentino.it - 01 febbraio 2021

    TRENTO. Come previsto, l’adesione alla campagna di vaccinazione anti Covid è iniziata con un’adesione massiccia e, a poche ore dall’apertura delle prenotazioni on line, sono già un migliaio le prenotazioni. Un numero che in termini di dosi va raddoppiato, stante la decisione delle autorità sanitarie di garantire fin da ora anche il richiamo a chi si è prenotato.

    Provincia e Azienda sanitaria, nel ringraziare i moltissimi cittadini che hanno manifestato il concreto interesse ad aderire al programma, desiderano tranquillizzare chi non riuscirà in prima battuta ad effettuare la prenotazione o a contattare il numero verde, stante la previsione a concludere il programma ENTRO LA FINE DI MARZO.

    (NdC) dalla FINE DI FEBBRAIO siamo passati con nonchalance alla FINE DI MARZO... a breve "ENTRO IL PRIMO MAGGIO"?!

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  5. Vaccino Covid agli over 80: in molte Regioni la data slitta, in tilt il sito del Lazio
    Fabrizio Caccia – corriere.it – 01 febbraio 2021

    Roma, «Global error missing»: una scritta in rosso illumina il pc e oscura di colpo ogni speranza di prenotazione. Il Vaccine Day degli over 80 del Lazio, lunedì, è stato un giorno da incubo. Figli e nipoti dalla mezzanotte mobilitati per riuscire ad agganciare il collegamento ai due siti della Regione predisposti per l’avvio dell’operazione anti Covid.
    La seconda fase del piano vaccini, cioè quella destinata agli anziani con più di 80 anni qui sarebbe dovuta partire allo scoccare della mezzanotte del primo febbraio, ma per l’intenso traffico i due siti subito sono andati in tilt e il via è stato spostato a mezzogiorno.

    Mezzogiorno “di fuoco”: 2.200 prenotazioni in soli 7 minuti. Alle 14,30 si è superata quota 7 mila; alle 19 le prenotazioni erano già 17 mila; 25 mila a fine giornata: il 65% via web e il 35% tramite call center con circa 300 operatori impegnati a rispondere al numero dedicato. Ma prendere la linea è stata comunque un’impresa. L’Unità di crisi ha già precisato che prenotarsi online sarà possibile h-24 fino al 31 marzo, perciò niente fretta, non è il caso di affannarsi, ma lo stesso si sprecano i commenti al vetriolo degli utenti sui profili social della Regione: «Prevedo notti insonni davanti al mio computer», ha scritto un ragazzo.

    Nel LAZIO, le vaccinazioni effettive degli over 80 partiranno, per chi è riuscito a prenotarsi, l’8 febbraio. Cioè tra una settimana. Si inizia lunedì 8 febbraio, anche in PUGLIA (dove sono previste somministrazioni a domicilio), UMBRIA e VALLE D’AOSTA. Seguiranno a ruota la Liguria, Veneto e Friuli-Venezia Giulia (tra il 9 e il 15 febbraio).

    Il presidente della Liguria, Giovanni Toti, vuole evitare però i disagi avvenuti lunedì nel Lazio con il click day: così gli over 80 riceveranno UNA LETTERA che li inviterà a contattare il Centro unico prenotazioni o un call center che si sta predisponendo. «Ci si potrà registrare con calma», chiosa il governatore. Anche in Toscana si parte dal 15 febbraio, con la vaccinazione domiciliare per chi non può muoversi.

    In CAMPANIA, invece, le prenotazioni sono scattate il 30 gennaio e in 24 ore se ne sono raccolte quasi 25 mila. Le vaccinazioni degli over 80 nella terra del presidente De Luca partiranno tra il 10 e il 15 febbraio. E si può dire che sono questi i territori più fortunati.

    Perché per esempio la Lombardia ha fatto già sapere che gli over 80 riceveranno il siero anti Covid solo a partire dal 25-26 marzo. In Emilia-Romagna l’inizio delle prenotazioni è previsto dopo il 15 febbraio.

    E altrove l’avvio della campagna è addirittura slittato a data da destinarsi: dal PIEMONTE alla CALABRIA. Tra tagli e ritardi nella consegna delle dosi, infatti, molte realtà si trovano ancora nell’impossibilità di dare risposte certe ai propri cittadini: in Basilicata il Vax Day degli ultraottantenni era previsto lunedì, ma la data è stata congelata. E così in Molise, in Abruzzo (dove comunque si sono aperte le prenotazioni), nelle Marche. La fase 2 in Sicilia scatterà a fine febbraio; in Sardegna l’ipotesi, al momento, è che gli anziani dell’isola riceveranno le prime dosi a metà marzo.

    Solo in ALTO ADIGE la seconda fase è già cominciata da settimane e il motivo riguarda l’alto numero di obiettori tra medici e infermieri: «Visto che non c’è abbastanza personale sanitario disposto a farsi vaccinare», ha spiegato l’assessore alla Sanità Widmann, «in accordo con Roma si è deciso di anticipare il vaccino agli over 80».

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  6. Gli ultra 80enni costretti alla ressa online per ''giocarsi'' il vaccino. I Sindacati dei pensionati: ''Scelta incomprensibile''
    Luca Pianesi – ildolomiti.it - 01 febbraio 2021

    A una signora di 86 anni è stato risposto che doveva registrarsi online quando lei il computer nemmeno lo ha. Altri ci hanno provato ma senza successo perché per tutto il giorno il sito del Cup NON FUNZIONAVA e anche quando era possibile accedere la procedura troppo spesso terminava con la scritta "ERRORE" (dopo aver assistito ad interminabili “giri di rotella” per caricamenti di pagine che si sperava si concludessero con "hai vinto" o "sei salvo" o giù di lì).

    E' partita zoppicante la campagna vaccinale per gli over 80 in Trentino. La ragione: piuttosto semplice da intuire prima ancora di dare avvio a questa corsa ad accaparrarsi lo spazio per essere inseriti nella "lista". Affidare all'online, a codici, a password e a numeri di tessere la possibilità di prenotarsi per degli ultra 80enni è parso UN IRRAZIONALE CONTRO-SENSO. Quella di oggi si è trasformata in una giornata di profondo stress per molti anziani e per i loro familiari che hanno dovuto aiutare, giocoforza, i loro genitori o nonni a inserirsi nella lista dei fortunati del "chi prima arriva, meglio alloggia" anzi, peggio, questa volta è del "chi prima arriva, prima si salva la vita".

    In Trentino si è scelto di vaccinare al momento, evidentemente, SOLO GLI ANZIANI PIU’ SMART o quelli con familiari vicini e dotati di pazienza; e così per i 2.500 posti messi a disposizione si è scatenata una corsa alla prenotazione che ha fatto “cadere” il sito del CUP e ha trasformato il numero verde per le informazioni in una linea sempre occupata. E il risultato sono state solo 1.000 prenotazioni tra la mattina e il pomeriggio, certamente il massimo possibile con una pagina web perennemente non raggiungibile.

    "Non comprendiamo la ratio di un’organizzazione che scarica sull’anziano tutti gli adempimenti per prenotare gli appuntamenti e ricevere concretamente la vaccinazione - comunicano i sindacati pensionati con i segretari di Spi Cgil, Fnp Cisl e Uil pensionati, Purin, Limbiase e Luchino -.

    Dire che questa settimana ci saranno 2.500 posti e che i posti disponibili nelle prossime settimane saranno resi noti con l’apertura delle liste sulla base della disponibilità di dosi rischia di creare confusione, ma anche inefficienze che possono avere conseguenze pesanti tra le persone ammalate e grandi anziani.

    Crediamo al contrario che sia indispensabile pensare ad un sistema di chiamata gestito a monte dall’Azienda sanitaria, in collaborazione con i medici di base: solo in questo modo si potrà dare priorità ai soggetti più fragili e in situazioni di criticità anche tra gli ultraottantenni".

    "Ci rendiamo conto - concludono i sindacati - che la fornitura vaccinale non dipende dalla Provincia di Trento, ma proprio per l’incertezza generale sui quantitativi che verranno forniti, è opportuno che sia garantita una presa in carico dell’anziano, dall’appuntamento alla somministrazione delle 2 dosi necessarie a garantire l’immunità dal Coronavirus".

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