venerdì 1 gennaio 2021

Le festività di fine anno ed i contagi sull'ottovolante


 

In concomitanza con le festività di fine anno i sistemi di monitoraggio dei nuovi contagi in Italia hanno incominciato a mostrare dati sempre meno affidabili. Si è trattato di una specie di estensione del ben noto effetto “lunedì”: abitualmente al lunedì osserviamo un crollo sia dei tamponi diagnostici che dei nuovi contagi, associato al rallentamento delle attività che avvengono alla domenica. Il lungo week-end di Natale ha prodotto un effetto simile inducendo un vistoso calo dei contagi per il periodo 26-28 dicembre. Nei giorni successivi c’è stato un parziale recupero dei casi arretrati ed è facile prevedere che un analogo effetto potrebbe accadere anche durante i prossimi giorni.
Nuovi contagi in Italia secondo i dati forniti dalla Protezione Civile Nazionale. Si noti che la scala verticale è logaritmica

I rallentamenti, seguiti da parziali recuperi, hanno profondamente modificato la curva dei contagi rendendo più difficile comprendere quello che sta effettivamente accadendo. Mentre altri Paesi europei stanno osservando una forte risalita della circolazione virale che potrebbe essere attribuita alla diffusione della cosiddetta variante inglese, in Italia disponiamo di dati sui contagi non facilmente decifrabili.
 
Anche l’Istituto Superiore di Sanità ha segnalato questo problema e, nel mio piccolo, ho avuto modo di esprimere seri dubbi sulla stima dell’indice di trasmissione del contagio R che ho valutato per il 30 dicembre. Ve la mostro qui si seguito, assieme alla mia prima proiezione per il 6 gennaio.

Stima dell'indice di trasmissione del contagio per il 30 dicembre e prima proiezione per il prossimo 6 gennaio (dati e linea blu). I punti rossi sono le stime rilasciate ufficialmente dall'Istituto Superiore di Sanità. Il dato dello scorso 23 dicembre è stato rilasciato ieri 31 dicembre.


Notate che dopo il minimo osservato ad inizio dicembre 2020, l’indice R ha mostrato una tendenza alla risalita, anticipata dal mio modellino e confermata dai dati delle stime ufficiali rilasciate dall’Istituto Superiore di Sanità. La stima per il 30 dicembre mostrerebbe una piccola discesa, ma temo che sia un prodotto dell’effetto “Natale” discusso precedentemente. La proiezione per il prossimo 6 gennaio mostra una tendenza alla risalita, ma mancano i dati del lungo week-end di inizio 2021 che potrebbero cambiare sostanzialmente il valore della proiezione.

Insomma, con i numeri dei contagi che vanno e vengono e con l’ISS che da un mese a questa parte annuncia che “a breve” cambierà i criteri di conteggio includendo nel computo anche i positivi antigenici (lo annuncia, ma non lo fa mai!), i dati dei contagi sono poco affidabili. Forse conviene osservare cosa succede a livello dei ricoveri ospedalieri.

Nella figura che segue vi mostro l’andamento della derivata logaritmica dei ricoveri ospedalieri (somma di tutti i ricoveri nei reparti ordinari ed in terapia intensiva). A fine novembre avevamo raggiunto il massimo dei ricoveri ospedalieri ed il valore della derivata logaritmica era passato da positivo a negativo. 
 
Fino a metà dicembre il valore era sempre negativo e cresceva in valore assoluto. Un buon segno perché significava che i reparti Covid si stavano svuotando a ritmo crescente. Purtroppo da metà dicembre in poi il valore della derivata logaritmica si è riavvicinato al valore critico pari a 0. La stima per oggi 1° gennaio (dato giornaliero mediato su una settimana) è molto prossima a 0, pur rimanendo ancora in territorio negativo. Significa che i ricoveri complessivamente continuano a calare, ma solo di poco. Non è un buon segno perché potrebbe costituire una forte indicazione per una imminente ricrescita dell’ondata pandemica. Sui dati dei contagi ci possono essere ritardi sostanziali, ma la frazione di persone contagiate che richiede un ricovero ospedaliero è sempre più o meno la stessa, indipendentemente dal calendario. Quindi se i ricoveri non scendono, potrebbe dipendere dal fatto che anche i contagi hanno smesso di scendere, aldilà dei numeri ballerini che appaiono nelle statistiche ufficiali.
Derivata logaritmica (espressa come variazione percentuale giorno su giorno) dei ricoveri nei reparti Covid. I valori sono mediati sull'arco di una settimana.

In conclusione, non siamo in condizioni critiche come altri Paesi europei, ma non c’è neppure da stare troppo tranquilli. Anche perché tra meno di una settimana riapriranno tutte le Scuole (sia pure a ranghi ridotti) e molte attività lavorative riprenderanno  a pieno ritmo, con i conseguenti problemi legati all'attivazione di nuovi potenziali canali di propagazione del contagio.




1 commento:

  1. L'ordinanza dei "giorni della merla"
    presto anche in Trentino?

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    Scuola, Veneto e Friuli (e Marche) si ribellano al governo:
    "Studenti delle superiori a casa fino a domenica 31 gennaio"

    repubblica.it

    Zaia: "Non ci sembra prudente lasciare aperte le scuole superiori, quindi proroghiamo la didattica a distanza"

    Dad prorogata fino al 31 gennaio. Il governatore del Veneto, Luca Zaia, ha firmato oggi una ordinanza per la chiusura delle scuole superiori, viste le previsioni rispetto ad una possibile terza ondata di coronavirus.

    "Non ci sembra prudente lasciare aperte le scuole superiori quindi proroghiamo la didattica a distanza fino a tutto gennaio - ha spiegato nel corso di un punto stampa alla sede della Protezione civile di Marghera -. Noi tifiamo per la scuola in presenza, ma abbiamo l'obbligo di valutare la situazione".

    Stessa linea adottata anche dal Friuli Venezia Giulia. "La didattica a distanza al 100% per le Scuole superiori viene prorogata al 31 gennaio. E' una scelta di responsabilità che supera il consenso di chi voleva un rientro veloce e ampio a scuola, e mira a tutelare la salute dei ragazzi e di tutto il personale della scuola", spiega l'assessore regionale all'istruzione Alessia Rosolen, annunciando la nuova ordinanza del presidente Massimiliano Fedriga.

    "Vogliamo una scuola aperta, ma che garantisca una condizione di salute", aggiunge, evidenziando che le condizioni dell'epidemia ancora non garantiscono tali condizioni. E conclude: "quando un sistema apre, deve avere garanzie che rimanga aperto".

    Dopo Veneto e Friuli anche le Marche stanno ragionando sullo slittamento della riapertura delle scuole in presenza dal 7 gennaio.

    "E' evidente - dice il vicepresidente della Regione Marche, Mirco Carloni - che la positività più alta sia tra i giovani dai 10 ai 19 anni, asintomatici, ma vettori di contagio, anche in relazione alla "variante inglese".

    Stiamo lavorando perché le Marche restino nella fascia gialla e pensiamo che le lezioni per gli studenti delle scuole superiori debbano continuare solo a distanza".

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