Il Ministero della Salute ha appena pubblicato l'ultimo aggiornamento del rapporto sull'andamento della mortalità (SiSMG) in un campione significativo di città italiane. Il rapporto è stato elaborato dal Centro Nazionale per la Prevenzione ed il Controllo delle Malattie e copre il periodo fino alla fine del 2020.
A livello generale, nell'ultimo mese del 2020 si osserva un calo dell'eccesso di mortalità calcolato rispetto alla media degli anni 2015-2019. Guardando ai dati aggregati, per le città del Nord il dato osservato dei decessi supera di circa il 38% il valore atteso, mentre per il Centro-Sud tale differenza cala al 25%. Nel precedente mese di novembre l'eccesso di mortalità era stato pari al 74% per il Nord e al 48% per il centro-Sud.
Ci sono però alcune città che mostrano una situazione particolarmente critica. In particolare a Verona e a Trento si osservano eccessi di mortalità ancora molto sostenuti (superiori al limite del 100% indicato in figura dalla linea nera tratteggiata verticale). La situazione è riassunta nella figura che mostro qui di seguito:
Eccesso di mortalità per alcune città del Nord nei mesi di ottobre (barre verdi), novembre (barre blu) e dicembre (barre rosse) 2020, misurata rispetto alla media dello stesso periodo nei 5 anni precedenti. Il cerchio rosso identifica la città di Trento, i cerchi verdi identificano le 3 città venete di Verona, Venezia e Padova. Tratto da Rapporto SiSMG |
In generale, tutte le città appartenenti a Regioni/PPAA che a fine 2020 erano state classificate in zona arancio/rossa mostrano un calo dell'eccesso di mortalità osservato tra novembre e dicembre (la barra rossa è più corta della barra blu). In particolare, le 3 città che a ottobre (linea blu) superavano il 100% di eccesso di letalità (Bolzano, Aosta e Torino) a novembre (linee rosse) sono tornate su livelli decisamente più contenuti. L'andamento opposto si osserva per le 3 città venete (Verona, Padova e Venezia) e per Trento: l'eccesso di mortalità è aumentato da novembre a dicembre 2020 (la barra blu è più lunga della barra rossa). Veneto e Trentino, lo ricordo, erano gli unici territori del Nord rimasti sempre zona gialla.
Significativo il caso di Bolzano che vede l'eccesso di mortalità ridursi dal 129 al 56%, mentre Trento passa dal 96 al 109%. Verona fa addirittura peggio, salendo dal 66 al 142%.
Anche questi dati ci confermano che per limitare la circolazione del virus (ed i conseguenti decessi) bisogna ridurre la mobilità delle persone. Come ormai riconosciuto da molti esperti le zone gialle sono servite a ben poco (solo pesanti danni economici, con limitati vantaggi per la salute pubblica)
Una domanda sorge spontanea: sappiamo come ha fatto il Trentino a rimanere zona gialla malgrado gli elevati livelli di circolazione del virus osservati a partire da novembre. Qualcuno sarà mai chiamato a rispondere di queste scelte?
Vedo con piacere che adesso i rapporti sulla mortalità sono aggiornati ad una dozzina di giorni addietro e non a 1 o 2 mesi.
RispondiEliminaPrime 2 settimane di dicembre, eccesso mortalità Trento = 100%. Quattro settimane di dicembre, eccesso mortalità Trento = 109%, perciò, all'incirca, nelle ultime due settimane l'eccesso è stato del 118%.
Verona: 145 >> 142, perciò 139% nelle ultime due settimane.
Padova: 35 >> 35, perciò 35% anche a fine dicembre.
L'aumento di Trento era prevedibile, perché c'era stato anche nell'andamento dei nuovi infetti 3/4 settimane prima.
Nelle prime due settimane di gennaio l'eccesso di mortalità sarà minore, perché va addebitato ai nuovi infetti di metà dicembre, che erano un po' scesi.
"Più trasparenza sui dati". Lo scontro sui tamponi arriva in Consiglio Provinciale
RispondiEliminaFrancesco Maltoni - rainews.it/tgr/trento
------------------------------------------------------
Primo Consiglio provinciale a Trento del 2021 e a tenere banco è sempre la pandemia. Ugo Rossi del Patt attacca sui conteggi ufficiali: "Tutti sanno che in Trentino i dati non sono dichiarati in maniera corretta perché tutti i tamponi rapidi sono rimasti fuori dal conteggio, e anche adesso sono ancora fuori. Basta vedere il numero dei morti e il numero dei ricoveri per capire che quello è il vero numero su cui ci dobbiamo preoccupare".
Ma la maggioranza fa quadrato sulla linea seguita. Ivano Job della Lega nota che "l'esempio dell'Alto Adige che è rimasto chiuso per un mese in autunno non ha portato grandi benefici. Noi siamo rimasti gialli e per fortuna molte attività hanno potuto lavorare. I vaccini dovrebbero permettere di accorciare i tempi della pandemia".
I mille morti in Provincia sono un numero altissimo, sottolinea Luca Zeni del Pd: "Una maggiore attenzione soprattutto in questa seconda fase nel tracciamento, nei tamponi, nell'assistenza domiciliare sicuramente avrebbe aiutato e questo è un dato di fatto".
Per "accorciare i tempi della pandemia", come dice il leghista Ivano Job, si dovrebbe vaccinare in 8 mesi l'80% della popolazione, percentuale necessaria per creare l'immunità di gregge, sperando anche che la durata della difesa creata dal vaccino sia di almeno 8 mesi.
EliminaCiò vuol dire vaccinare il 10% della popolazione ogni mese.
A stasera, 13 gennaio, in Trentino sono state fatte 8204 vaccinazioni Covid e per "accorciare i tempi della pandemia" dovremmo farne 50.000 entro fine gennaio, mentre a questo ritmo ne faremmo 16.000, cioè 3 volte meno del necessario.
Con questo virus non si può convivere e lo si deve eliminare controllandone duramente il contagio, come sappiamo dalle esperienza dei Paesi che così hanno fatto e da quelli che non lo hanno fatto. La lega cerchi di capirlo in fretta, perché ne va della sua residua credibilità politica, oltreché della salute pubblica e dell'economia. Cosa sarebbe un Trentino Covid free? Se lo chieda.
a proposito di "Ivano Job della Lega nota che l'esempio dell'Alto Adige che è rimasto chiuso per un mese in autunno non ha portato grandi benefici"...
RispondiElimina...posso consigliare al consigliere Job di guardare bene il grafico "SiSMG_cities" in questo post?
Significativo il caso di Bolzano che vede l'eccesso di mortalità ridursi dal 129 al 56%, mentre Trento passa dal 96% al 109%.
Bollettino Covid, a Verona 38 morti in 48 ore
RispondiElimina15 gennaio 2021 - tgverona.it
Sono 19.645 le persone attualmente positive al Coronavirus in tutta la Provincia di Verona. Sono stati segnalati 757 casi nelle ultime 48 ore, lo riporta la Regione Veneto nel bollettino delle 17 di venerdì 15 gennaio. (si calcola la differenza dal bollettino delle 17 di mercoledì 13 gennaio perché Azienda Zero, a causa di un problema informatico, ha fornito i nuovi dati solamente venerdì a tarda sera).
Il bilancio dei morti, residenti nella Provincia, sale a 1.931 (38 decessi nelle ultime 48 ore). Intanto, sono 57.667 i casi totali di Coronavirus in tutta la provincia scaligera, il dato comprende anche le vittime e chi non è più positivo dopo due tamponi: i guariti, i "negativizzati virologici", 36.091 persone.
I ricoverati, che sono positivi al Covid, sono ora 701 in ospedale (620 in reparto e 81 in terapia intensiva). Tra gli altri casi di positività al Coronavirus, non si sono resi necessari i ricoveri in ospedale ma è stata applicata la misura dell'isolamento.
NdC: Gli abitanti della provincia di Verona sono circa 923 mila, per confrontare i numeri con il dato nazionale basta moltiplicare per 65.