martedì 26 gennaio 2021

Trentino: è il momento del whistleblower

Il termine whistleblower (tradotto letteralmente fischiatore o fischiatrice) è un termine di gergo che si riferisce alla possibilità per i dipendenti di una Amministrazione pubblica di rivelare notizie di particolare rilievo per la comunità, relative a comportamenti illeciti, pericolosi o anche semplicemente eticamente scorretti che l'Amministrazione stessa abbia tenuto volutamente nascoste.

Il tutto sotto garanzia di anonimato e senza temere eventuali rappresaglie da parte della dirigenza amministrativa o politica. La legge Severino ha introdotto una specifica normativa che si applica in tutta Italia fin dal 2012. Immagino che anche la Provincia Autonoma di Trento e l'Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari si siano adeguate alle disposizioni nazionali.

Il mio è un appello rivolto a tutti coloro che, dentro alla Provincia, APSS od altre organizzazioni pubbliche, siano a conoscenza delle verità e vogliano aiutare i cittadini a fare piena luce su quanto accaduto. In particolare, bisognerebbe dare una risposta alle seguenti domande:

  1. Chi ha ideato le diverse pratiche elusive che la Provincia di Trento ha fin qui attuato per sfuggire ai controlli del Ministero della Salute riguardo all'andamento dell'epidemia?
  2. Si è trattato di una scelta imposta dalla dirigenza politica oppure è stata una scelta autonoma dei vertici tecnici
Chi conosce la verità parli. Solo così potremo ristabilire il rapporto di fiducia dei cittadini nei confronti delle Istituzioni che è essenziale per combattere efficacemente la pandemia.

2 commenti:

  1. Tamponi fantasma: una polemica politica surreale
    lavocedeltrentino.it - 28 Gennaio 2021

    Spett. Le direttore, è davvero surreale la polemica politica in ordine alla raccolta e alla comunicazione dei dati sui positivi ai test al Covid-19 da parte della Provincia al Ministero nel corso di novembre.

    Come aveva confermato il direttore del Ministero della Salute Giovanni Rezza il Trentino sarebbe stato COMUNQUE ZONA GIALLA anche in novembre, pure considerando tutti i tamponi veloci nell’immediato.

    I dati dei test rapidi sono sempre stati comunicati ai Comuni e si sono sempre considerati per determinare le misure restrittive a livello comunali e individuale. E oltretutto, seguendo sempre le indicazioni del Ministero, da dicembre i dati sono stati anche trasmessi al Ministero stesso. Eppure il Trentino è ancora zona gialla.

    E allora qual è il senso di proseguire ulteriormente con questa polemica? I trentini non erano e non sono sufficientemente impauriti? Siamo poi sicuri che, anche se avessimo stretto ulteriormente le limitazioni, il contagio sarebbe rallentato? Non è forse una “buona cosa” che alcune attività abbiano potuto e possano, in sicurezza, proseguire garantendo comunque un minimo di continuità aziendale ed occupazione?

    LA CRISI ECONOMICA E SOCIALE che si svilupperà nei prossimi mesi ed anni avrà effetti fortissimi tali da modificare i connotati strutturali della nostra società. Stupisce (ma fino ad un certo punto) che IL SINDACATO sia così insensibile agli appelli del mondo del lavoro in gravissima difficoltà ed invece sia molto attento ad alimentare polemiche politiche con accuse gravissime alla Provincia.

    Francesco Misano – Trento (dalla rubrica «io la penso così» )

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    1. Nella vecchia Unione Sovietica, uno così avrebbe subito avuto una promozione!

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