Considerato che il 2021 dovrebbe essere l'anno della vaccinazione di massa contro la Covid-19 sarà interessante vedere come i diversi Paesi affronteranno la sfida. I problemi da risolvere sono molti e vanno dall'approvvigionamento di una quantità adeguata di dosi vaccinali fino all'organizzazione di un sistema efficace per la loro distribuzione e somministrazione. In molti Paesi ci saranno anche problemi legati all'atteggiamento di quella parte dell'opinione pubblica poco propensa a vaccinarsi (salvo poi lamentarsi per le restrizioni ed i danni economici prodotti dalla pandemia).
A questi problemi iniziali se ne aggiungono altri di medio-lungo periodo. Ancora non sappiamo se la protezione fornita dai vaccini copra solo le complicanze medio-gravi della Covid-19 o sia di tipo sterilizzante. A seconda della risposta che sarà data a questa domanda, potranno essere apportati significativi cambiamenti nelle priorità di somministrazione del vaccino. Al momento, non sappiamo neppure quale potrebbe essere la periodicità di eventuali futuri richiami, a parte quello che bisognerà fare uno-due mesi dopo la prima somministrazione del vaccino.
Qualcuno ha parlato di una campagna mondiale di vaccinazioni che non ha precedenti nella storia dell'Umanità. In realtà - come ricordato da Papa Francesco durante l'omelia della notte di Natale - c'è anche un enorme problema legato alla effettiva disponibilità di vaccini per i Paesi più poveri. Se l'accesso alla vaccinazione fosse garantito solo ai più ricchi, miliardi di persone rischierebbero di esserne escluse. Si tratta di un problema etico, ma non dobbiamo dimenticare i risvolti legati alla natura pandemica del processo. Se i Paesi più ricchi si illudessero di debellare la Covid-19 senza preoccuparsi di quello che accade nei Paesi più poveri rischierebbero di "fare i conti senza l'oste". Infatti finché la Covid-19 dovesse continuare a circolare da qualche parte nel mondo, il pericolo di reimportare il virus (o magari un suo nuovo ceppo) sarebbe sempre alto anche per i Paesi dove la circolazione del virus fosse stata azzerata.
L'Agenzia Europea ECDC ha recentemente avviato un programma per seguire l'andamento delle vaccinazioni in Europa e per monitorare gli effetti dei vaccini su ampia scala (incluse le eventuali reazioni avverse). Tra breve nel sito di ECDC dovrebbe apparire una sezione specificamente dedicata a questa attività. In attesa di conoscere le informazioni raccolte da ECDC, può essere comunque interessante seguire due siti che ci forniscono informazioni dettagliate sull'andamento delle operazioni di vaccinazione nel mondo ed in Italia.
Il primo sito ve lo avevo già segnalato e fa parte di Our World in Data:
NOTA: Secondo notizie di stampa il Trentino alle ore 20.30 di ieri (31 dicembre) aveva già fatto 1450 vaccinazioni, ma il dato non appare ancora nel sito ministeriale
La Voce del Trentino oggi eleva un "peana" alla gestione delle vaccinazioni della Provincia Autonoma di Trento:
RispondiEliminaIl Trentino è al primo posto in Italia per l’avanzamento della campagna vaccinale: somministrato già il 45% delle dosi.
La campagna vaccinale in Trentino marcia a ritmo sostenuto e sta procedendo spedita e senza intoppi.
Il risultato è merito dell’organizzazione e della grande risposta degli operatori sanitari e delle Rsa.
Ieri presso il poliambulatorio Crosina Sartori di Trento sono state iniettate 270 dosi, riservate a medici, infermieri e personale sanitario. Si è trattato di una sessione straordinaria di vaccinazioni anti-Covid.
Ad oggi non vengono segnalati nessuna reazione avversa o effetto collaterale.
#45% dosi somministrate - #campagna vaccinale - #Featured - #primo posto in Italia - #Trentino
Mi sembra un fatto positivo, anche se i numeri sono ancora poco più che simbolici.
EliminaIl vero problema sarà avere tutte le dosi necessarie e non sarà un obiettivo facile da raggiungere.