martedì 19 gennaio 2021

L'anomalia trentina: cosa possiamo imparare dai numeri delle persone messe in isolamento

In una intervista apparsa sull'edizione odierna del Corriere del Trentino, la dott.ssa Maria Chiara Zuccali direttrice dell'Unità Operativa di Igiene e Sanità del Dipartimento Prevenzione dell'Azienda Sanitaria trentina parla dell'enorme lavoro fatto per gestire la seconda ondata epidemica. In particolare, la dott.ssa Zuccali cita un dato molto significativo: dal 5 ottobre al 13 dicembre dello scorso anno sono state messe in isolamento ben 57.969 persone. Si tratta di persone contagiate dalla Covid-19 o loro contatti stretti, tipicamente i loro familiari o conviventi.

La dott.ssa Zuccali rivendica il fatto che sono stati trattati allo stesso modo i contagi rilevati con il tampone molecolare e quelli individuati con il tampone rapido antigenico. Ovvio, aggiungo io: capisco che si volesse nascondere il dato completo dei contagi, ma nessuno ha mai ipotizzato che i positivi antigenici siano stati assistiti in modo diverso rispetto ai positivi molecolari (a parte non fargli fare il tampone molecolare di conferma in tempi stretti).

Nella tabella seguente vi mostro il dettaglio delle persone messe in isolamento in Trentino, confrontandolo con il numero dei contagiati così come risulta dai dati della Protezione Civile Nazionale. Nell'ultima colonna trovate il rapporto tra i due numeri ovvero il numero medio di persone  che sono state poste in isolamento per ogni contagiato. I dati sono suddivisi in tre periodi, coerentemente con il dettaglio delle informazioni disponibili:

Periodo Persone poste in isolamento Contagi (Protezione Civile Nazionale) Rapporto
5 ott/1 nov 11.245 3.173 3,54
2 nov/29 nov 36.088 6.209 5,81
30 nov/13 dic 10.636 2.798 3,80
Totale 57.969 12.180 4,76

Nelle 10 settimane comprese tra il 5 ottobre ed il 13 dicembre, oltre il 10% della popolazione trentina è finito in isolamento perché contagiato o stretto convivente di una persona contagiata. Il tutto a fronte di poco più di 12.000 casi  ufficiali di contagio.

Non ci vuole molto per capire che queste cifre forniscono un risultato anomalo. A meno che non si siano contagiate solo le persone appartenenti a famiglie numerose e pur tenendo conto dei focolai apparsi nelle RSA ed in altre strutture simili, il numero di persone messe in quarantena per ciascun contagiato "ufficiale" (circa 4,7 come media per tutto il periodo) risulta decisamente alto.

Per l'ultimo periodo considerato, conosciamo - almeno parzialmente - oltre al numero dei positivi molecolari anche quello dei positivi antigenici. In particolare, dal 3 al 13 dicembre, oltre ai 2.188 casi segnalati alla Protezione Civile Nazionale (positivi molecolari) sono stati registrati anche 2.417 positivi antigenici. Non sappiamo quanti di questi positivi antigenici siano stati confermati con il tampone molecolare e siano confluiti nei dati inviati alla Protezione Civile Nazionale. Supponendo che siano la metà (è solo un'ipotesi tutta da confermare), i casi veri sarebbero stati il 50% in più di quelli segnalati alla Protezione Civile Nazionale. Il che farebbe scendere il rapporto isolamenti/contagi da 3,8 ad un più ragionevole valore pari a circa 2,5. Lo ripeto questa è solo una stima, ma la dott.ssa Zuccali il valore esatto lo conosce molto bene e ce lo potrebbe far sapere.

Se utilizziamo questo parametro (2,5 persone in isolamento per ogni contagiato) per tutto il periodo 5 ottobre/13 dicembre, le 57.969 persone poste in isolamento corrisponderebbero a circa 23.000 contagi (numero da confrontare con il dato ufficiale pari a circa 12.200). Si tratta di una stima dotata di un grande margine di incertezza, ma coerente con l'ipotesi che nelle statistiche ufficiali del Trentino manchino circa 10.000 contagi relativi alla seconda ondata.

Quando finalmente la Provincia deciderà di dirci tutta la verità, potremo valutare l'accuratezza di questa stima.


1 commento:

  1. Coronavirus, sui dati “reali” dall’Assessora arrivano solo mezze risposte
    Tiziano Grottolo – il dolomiti.it - 20 gennaio 2021

    Le opposizioni chiedevano di conoscere “TUTTE le informazioni che sono state raccolte da APSS e dall’Assessorato in questi mesi (dal 28 ottobre 2020 in poi)” ma la Provincia ha comunicato solo dati già conosciuti, omettendo di rispondere sulle tempistiche dei tamponi molecolari di controllo

    A oltre un mese di distanza dall’approvazione della risoluzione (16 dicembre 2020) che chiedeva lumi alla Giunta sul numero dei “reali” contagi in Trentino è arrivata una prima parziale risposta, anche se chi sperava di poter farsi un’idea su quanto sta succedendo in Provincia probabilmente è rimasto deluso.

    Tutti i Consiglieri attendevano di conoscere almeno i dati raccolti a novembre, finora rimasti nascosti, eppure l’Assessora alla Salute Stefania Segnana ha scelto di comunicare i numeri che vanno DAL 4 DICEMBRE 2020 AL 14 GENNAIO 2021, cioè da quando il Ministero ha chiesto alle Regioni di rendere pubblici i dati relativi ai tamponi antigenici (prima di quella data comunicati soltanto a ISS, ma non resi pubblici, NdC).

    In più l’Assessora si è presa la libertà di non rispondere all’ultima domanda contenuta nel documento (approvato in Consiglio provinciale), che riguardava i tempi di effettuazione del tampone (di controllo) effettuati su persone dichiarate positive in base a test rapido. Su questo punto è ancora buio assoluto dopo le risposte contraddittorie fornite in conferenza stampa dal presidente Maurizio Fugatti.

    Ecco allora i numeri totali (ma solo dal 4 dicembre in poi) su: “tamponi molecolari eseguiti”, “tamponi antigenici effettuati”, “persone sottoposte a tampone molecolare”, “persone sottoposte a test rapido”, “tamponi molecolari di controllo”, “persone sottoposte a tampone molecolare di controllo”.

    “La Provincia – commenta il consigliere Paolo Zanella – continua a essere evasiva nelle spiegazioni. Finalmente arriva una risposta alla risoluzione del 5 dicembre. L’ultima domanda, cruciale, era IL TEMPO MEDIO TRASCORSO tra tampone antigenico rapido e tampone di controllo molecolare.
    Perché il sospetto è che fosse quella la strategia utilizzata per eludere i dati, visto che molto probabilmente il tampone di controllo veniva eseguito al decimo giorno o oltre, a negativizzazione ormai avvenuta. Sono arrivate risposte alle altre domande. Ma non a quella”.

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