lunedì 11 gennaio 2021

Una nuova idea geniale: Rt minore di 0,5 per diventare "zona bianca"

In un precedente post avevo ottimisticamente previsto che il Governo si fosse finalmente deciso a mandare in soffitta l'originale (e mal pensata) idea di basare l'attribuzione del livello di allarme pandemico delle Regioni/PPAA sulla base della stima dell'indice Rt regionale.

Sull'inconsistenza scientifica della stima non vorrei ripetermi. L'idea è concettualmente sbagliata perché la stima è basata su dati vecchi,  scarsamente affidabili e spesso statisticamente poco significativi. Come ampiamente dimostrato dalla Provincia Autonoma di Trento è facile aggirare la norma: basta sapientemente rallentare (se non far sparire del tutto) una buona parte dei dati relativi ai nuovi contagi. La nuova circolare emessa recentemente dal Ministero della Sanità dovrebbe rendere impossibile il giochino di rimandare sine die la conferma dei positivi antigenici con il tampone molecolare. Da pochi giorni bisogna considerare tutti i contagi, indipendentemente dal tipo di tampone utilizzato per identificarli. Ma la circolare non dice nulla rispetto al tempo massimo entro cui fare la comunicazione. Basta lasciare una buona parte dei nuovi contagi nel cassetto per un paio di settimane ed ecco che magicamente il calcolo dell'indice Rt trentino rimane tra i più bassi d'Italia, mentre i contagi reali sono al livello di quelli del Veneto.

Andamento dei nuovi contagi settimanali x 100.000 abitanti registrato in Trentino durante l'ultimo mese, così come risulta da varie fonti. Il dato dei contagi confermati con tampone molecolare è quello reso noto dalla Protezione Civile Nazionale.

L'indice Rt che ottimisticamente avevo previsto relegato in soffitta, rinasce come la fenice dalle ceneri dei 21 indicatori. L'ultima assurda idea che sta girando in queste ore sarebbe quella di scegliere il criterio Rt  <  0,5 per definire le nuove "zone bianche" ovvero quelle aree del Paese dove tutte le attività potrebbero essere svolte senza particolari limitazioni. 

Non saprei dirvi chi abbia avuto questa bella pensata, ma ho un sospetto: i lettori che mi seguono da più tempo forse ricorderanno l'ipotesi di impostare il limite Rt < 0,2 che la fervida mente di un ministro della Repubblica aveva escogitato come possibile regola per uscire dal lockdown della scorsa primavera. Poi non se ne fece nulla, ma l'idea sembra essere stata riesumata, sia pure con una soglia un pochino più alta.

Vediamo brevemente perché non è una buona idea. Avere un Rt inferiore a 0,5 significa grosso modo che i nuovi casi di contagio si dimezzano in meno di una settimana. Questa situazione felice porterebbe molto rapidamente ad un sostanziale azzeramento dei nuovi contagi. 

E qui casca l'asino! Infatti quando i contagi sono pochi, le limitate fluttuazioni dovute, ad esempio, ad un focolaio circoscritto porterebbero immediatamente ad un brusco innalzamento dell'indice Rt. Il problema potrebbe essere particolarmente significativo per territori piccoli come il Trentino dove, in termini percentuali, l'effetto di un focolaio isolato sarebbe molto più importante rispetto ad una grande Regione.

Che fare in tal caso? Chiudere tutto perché l'indice Rt ha momentaneamente superato il livello unitario anche quando il livello dei nuovi contagi riguarda solo pochissimi casi settimanali? La risposta è ovviamente no perché se il livello dei nuovi contagi è basso, eventuali focolai possono essere efficacemente individuati ed isolati, senza bisogno di bloccare tutta la Regione/PA.

In realtà, per controllare lo stato della pandemia a livello territoriale basterebbe verificare il livello settimanale dei nuovi contagi e lo stato di occupazione dei reparti Covid degli ospedali. Ovviamente bisognerebbe controllare la tempestività nella trasmissione dei dati e fare i necessari controlli di consistenza. Quindi niente più posti letto disponibili presi per buoni anche se non ci sono abbastanza medici e infermieri o contagi scorrelati rispetto ai ricoveri, oppure situazioni in cui si registra una anomala percentuale di contagiati anziani e gli asintomatici spariscono dai radar. 

Non è difficile e sarebbe anche molto più semplice rispetto al barocco sistema fin qui adottato. Perché non lo si faccia è - almeno per me - un mistero difficile da spiegare.


3 commenti:

  1. A proposito di tempistica nella trasmissione dei dati vorrei mettere in evidenza il dato seguente. Se prendiamo il report 34 di monitoraggio, ultima pagina, e la scheda riepilogativa del 3 gennaio 2021 e confrontiamo il dato dei casi totali vediamo che il Friuli riporta sul primo documento 42.419 casi mente sul report della protezione civile 51.301 casi. Iss pertanto ha rilevato il 17,31% dei casi in meno. Tra parentesi, a parte la Sardegna che riporta 8,30% in meno, le altre regioni si muovono in un range di circa il +- 3 % che è un valore accettabile e giustificato dal fatto che ci sono sistemi informatici diversi per ISS e Protezione Civile. È strano che ci siano anomalie così evidenti. Mi sembrava opportuno segnalarlo.

    RispondiElimina
  2. Vedrete che alla fine faranno come Zaia, che per giustificare l'inutile ed evitabile strage di anziani, ha tirato fuori dal cilindro la variante inglese o altre non meglio precisate varianti venete. Perché come dice il saggio "alla fine della battaglia si contano i morti" e alla fine (ma già adesso, a mesi dall'inizio dell'epidemia) potremo ben contare i decessi (sia quelli Covid certificati, sia la mortalità in eccesso) che in ultima sono dati epidemiologici difficilmente contestabili. Questi diranno chi ha lavorato bene per proteggere i propri cittadini, come da mandato, e chi ha fatto il furbo con i colori e/o esoterici tentativi di limitare le mobilità. Perché, certificato il fallimento del tracciamento, certificata la mancanza di personale specializzato per far funzionare adeguatamente le strutture di ricovero, altro non restava che limitare la mobilità. Ora ci affidiamo ai vaccini, che certificano, se ce n'era bisogno, che tutte le altre armi a disposizione hanno fallito (o sono state lasciate fallire). Certamente un aiuto importante anzi speriamo decisivo, ma intanto che prezzo è stato pagato?

    RispondiElimina
  3. 12 gennaio 2021 - Dpcm, Giovanni Toti, presidente della Liguria, in conferenza stampa dopo la visita all'ospedale di Imperia

    «Giovedì e venerdì sapremo quali sono le misure, di fatto resterà una Italia divisa in zone colorate, probabilmente con l'introduzione di una “zona bianca” - ancorché sostanzialmente non applicabile per i numeri attuali in nessuna zona del territorio nazionale -,

    ma era una nostra richiesta, ritengo sempre sia una richiesta valida perché vuol dire dare un orizzonte positivo anche a persone che dovranno passare un periodo piuttosto duro in termini di contenimento sociale».

    RispondiElimina