In attesa di superare gli attuali problemi di approvvigionamento, la campagna vaccinale è entrata in una sostanziale fase di stallo. Le poche dosi disponibili sono principalmente utilizzate per somministrare la seconda dose alle persone che avevano ricevuto la prima dose tre settimane fa e la vaccinazione per gli ultra-ottantenni è stata rimandata di circa un mese. Nulla di drammatico, purché non si registrino altri intoppi e le forniture future siano garantite con la necessaria puntualità.
Nel corso di questa settimana l'EMA dovrebbe autorizzare anche in Europa l'utilizzo del vaccino AstraZeneca. Al momento non sappiamo se saranno imposti limiti sull'età massima delle persone che potranno utilizzarlo, oppure se l'EMA si limiterà a fornire delle raccomandazioni che poi i singoli Stati potranno interpretare a seconda delle loro specifiche esigenze. Comunque anche per AstraZeneca sono previsti ritardi nelle forniture. La produzione procede a rilento: sembra che le cause del ritardo siano collegate alla difficoltà di produrre le quantità di virus SARS-CoV-2 che sono necessarie per la preparazione del vaccino.
Intanto sono stati pubblicati i risultati di Fase 1-2 del vaccino Johnson & Johnson, una società che gli italiani della mia generazione associano ai "cotton fioc" (nome commerciale, che di inglese ha solo il suono, usato in Italia per la commercializzazione dei famosi bastoncini). In realtà Johnson & Johnson è una grande multinazionale del farmaco ed il suo candidato vaccino sembra avere caratteristiche molto interessanti. Oltre alla facilità di conservazione, il vaccino Johnson & Johnson è l'unico per il quale si ipotizza l'uso sotto forma di dose unica, senza la necessità di effettuare un richiamo a breve termine. Se confermate, queste caratteristiche semplificherebbero enormemente le procedure di somministrazione, rendendo più facile il raggiungimento degli obiettivi di vaccinazione di massa su cui si sono impegnati molti Paesi.
In tutta questa storia, i nuovi ceppi virali svolgono il ruolo del "convitato di pietra". Arrivano notizie contrastanti rispetto alla efficacia degli attuali vaccini, specialmente riguardo alla variante sudafricana. Sono notizie frammentate, ma le sperimentazioni in atto sono numerose e presto dovremmo poter disporre di dati scientifici robusti e validati. Per il momento è presto per trarre conclusioni o lanciare allarmi. Se necessario, gli attuali vaccini potrebbero essere aggiornati. Secondo indiscrezioni, Moderna starebbe già valutando un nuovo candidato vaccino ottimizzato rispetto alla variante sudafricana.
Fronteggiare contemporaneamente diversi ceppi virali è possibile (lo facciamo ogni anno con i vaccini per l'influenza), ma non è semplice. L'ipotesi che le vaccinazioni di massa possano far scomparire la Covid-19 così come è successo in passato per altre gravi malattie è realistica, ma potrebbe essere più difficile da raggiungere rispetto a quanto ipotizzato nei mesi scorsi.
Probabilmente, almeno per il momento, dovremo accontentarci di essere protetti dalle forme più gravi di Covid-19, quelle che riempiono gli ospedali e causano tanti lutti. Non sarà la soluzione perfetta, ma personalmente ci metterei la firma.
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