giovedì 14 gennaio 2021

Livello di anticorpi, vaccinazioni e probabilità di nuove infezioni

L'arrivo dei vaccini offre a tutti la possibilità di acquisire anticorpi neutralizzanti specifici per il SARS-CoV-2 analoghi a quelli che si producono nelle persone che hanno contratto la Covid-19. A questo punto sorgono spontanee due domande: 1) quanto durano gli anticorpi neutralizzanti? e 2) che livello di copertura offrono rispetto alla possibilità di contrarre una nuova infezione?

In attesa di poter disporre di dati statisticamente attendibili sulle persone vaccinate, possiamo cercare di  rispondere alla prima domanda, sia pure in modo molto preliminare, studiando coloro che hanno contratto la Covid-19 nei mesi scorsi.

Alla fine del 2020, la rivista New England Journal of Medicine ha pubblicato un lavoro che descrive uno studio che ha riguardato 12.541 persone che lavorano nella Sanità britannica. Si tratta di persone che, a causa del loro lavoro, sono state sottoposte regolarmente ad attività di screening e che nello scorso mese di aprile avevano fatto il test sierologico. Il lavoro completo lo trovate qui.

Quasi il 92% delle persone seguite nell'ambito dello studio non avevano anticorpi nel loro sangue durante lo scorso mese di aprile, mentre il rimanente 8% aveva avuto un esame sierologico positivo e quindi aveva già contratto la Covid-19. Nei 7 mesi successivi, 223 delle persone sierologicamente negative ad aprile hanno contratto la Covid-19. Tra le 1265 persone che ad aprile erano sierologicamente positive, solo 2 hanno nuovamente contratto la Covid-19, anche se in forma asintomatica. Il primo episodio di "secondo contagio" è stato evidenziato nel mese di settembre.

Sulla base di questi dati possiamo concludere che la probabilità di contrarre una nuova infezione da SARS-CoV-2 è comunque molto bassa nell'arco di tempo di circa 6 mesi. Anche altri studi apparsi recentemente in letteratura concordano con questo dato. Vi faccio notare che non è statisticamente possibile dire qualcosa rispetto a tempi più lunghi perché non è ancora passato abbastanza tempo per acquisire i dati necessari. Inoltre, siccome il personale sanitario è stato vaccinato con alta priorità, sarà comunque impossibile estendere temporalmente i risultati di questo specifico studio.

Qui si seguito vi mostro una figura in cui si evidenzia l'andamento del tasso di contagio per coloro che erano sierologicamente negativi ad aprile (linea rossa) confrontato con quello dei sierologicamente positivi (linea blu). Ricordo che l'andamento del tasso di contagio dipende dalle condizioni generali della pandemia. In estate si osserva un minimo anche per i sieronegativi perché nei mesi estivi la circolazione del virus era drasticamente calata anche in Gran Bretagna.

Tratto da NEJM

In conclusione, la probabilità di contrarre nuovamente la Covid-19 dopo un primo contagio non è nulla, ma è comunque molto bassa (almeno per l'arco di tempo considerato). Per quello che può succedere in un intervallo di tempo maggiore non disponiamo ancora di dati statistici affidabili. 

Chi si vaccina acquisisce un livello di anticorpi neutralizzanti che potrebbe essere anche maggiore rispetto a chi si è già ammalato di Covid-19. Sulla stima dei tempi di copertura del vaccino valgono considerazioni analoghe a quelle fatte per chi ha contratto la Covid-19: non c'è stato ancora il tempo materiale per acquisire tutti i dati necessari per sviluppare un'analisi completa. 

Secondo anticipazioni di stampa, il produttore del vaccino Moderna avrebbe dichiarato un periodo di immunità dell'ordine di due anni. Si tratta di una stima basata sul livello medio di anticorpi generati da quello specifico vaccino. A mio avviso, è un dato plausibile, ma ancora tutto da dimostrare. L'immunità acquisita dai malati di Covid-19 costituisce comunque una sorte di "minimo sindacale" ed i vaccini - almeno quelli più efficaci - potrebbero fornire immunità per tempi anche più lunghi.

Il problema non è trascurabile anche se oggi - presi dall'entusiasmo per la partenza delle vaccinazioni - tendiamo a sottovalutarlo. Se - per ipotesi - la durata della copertura vaccinale fosse dell'ordine di 8 mesi (più o meno il tempo necessario per somministrare il vaccino a gran parte dei cittadini italiani) una volta terminato il primo giro di vaccinazioni potrebbe essere necessario partire immediatamente con il "secondo giro". A meno che nel frattempo il virus non decida gentilmente di "sparire dai radar".

P. S. Se poi in Trentino dovessimo seguire le indicazioni del nostro Presidente pro-tempore "200 vaccinazioni al giorno a pieno regime (sic!)" saremmo messi proprio male

500.000/200 = 2.500 giorni



1 commento:

  1. 23 gennaio 2021

    “Nei giorni scorsi mi ero fatto prendere dall'entusiasmo – spiega il Presidente Fugatti - a seguito delle comunicazioni del Governo su determinati arrivi di dosi. Avevo parlato di un'ipotesi realista che con l'autunno ci fosse la possibilità di vaccinare il 70% dei trentini puntando quindi all'immunità di gregge.

    Questa è una previsione errata, i dati che ci sono stati comunicati oggi sono completamente diversi da quelli di 10 giorni fa e il piano è completamente saltato. Con i vaccini, purtroppo, ci vorrà molto tempo per avere un numero alto di somministrazioni nella popolazione”.

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