mercoledì 20 gennaio 2021

Israele e le prime osservazioni sul funzionamento del vaccino Pfizer-BioNTech nel "mondo reale"

Israele ha già somministrato la prima dose del vaccino Pfizer-BioNTech a quasi il 25% della sua popolazione e circa 1/5 delle persone vaccinate hanno già ricevuto la seconda dose. Si tratta di un numero di persone molto maggiore rispetto ai volontari che avevano ricevuto il vaccino durante la fase 3 della sperimentazione iniziale. Grazie alla sua veloce campagna vaccinale, Israele è diventato un osservatorio privilegiato per studiare il funzionamento del vaccino Pfizer-BioNTech su larga scala.

Uno studio fatto su 200.000 persone di età superiore ai 60 anni che avevano ricevuto la prima dose, confrontate con un gruppo analogo che non era stato ancora vaccinato, ha dimostrato che tra la seconda e la terza settimana di distanza rispetto alla somministrazione della prima dose, la probabilità di contrarre l'infezione si riduce del 33%. Questa percentuale potrebbe salire quando Israele estenderà le vaccinazioni ai cittadini di età inferiore ai 60 anni.

La somministrazione della seconda dose - che avviene al termine della terza settimana - ha prodotto - nell'arco di circa una settimana - un aumento degli anticorpi pari a circa un ordine di grandezza rispetto a chi non la aveva ancora ricevuta. Al momento non ci sono ancora dati sul livello di protezione ottenuto da chi ha ricevuto ambedue le dosi.

Il risultato israeliano è stato oggetto di forti discussioni in Gran Bretagna, dove si è deciso di posporre la somministrazione della seconda dose in modo da poter somministrare la prima dose ad un maggior numero di persone. Secondo alcune valutazioni preliminari fatte in Gran Bretagna una singola dose dovrebbe fornire un livello di protezione molto superiore al 33% almeno rispetto alle forme più gravi di Covid-19. Anche alla luce dei risultati degli studi condotti in Israele, non mancano in Gran Bretagna le voci critiche di coloro che considerano il ritardo nella somministrazione della seconda dose un azzardo.

In Italia, il problema di ritardare la somministrazione della seconda dose non si pone. A meno che Pfizer-BioNTech non ci faccia altri brutti scherzi con le nuove forniture.

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