venerdì 22 gennaio 2021

Se invece di 1 dose di vaccino ti somministrano una soluzione fisiologica oppure 6 dosi

I mezzi di informazione del Trentino riportano la notizia di un incredibile errore che sarebbe accaduto durante la somministrazione del vaccino ad un gruppo di persone che lavorano nella Sanità trentina. Non entro ovviamente nel merito della questione che sarà approfondita dalle Autorità a ciò preposte

Vorrei ricordare che questo non sarebbe eventualmente il primo caso al mondo di un errore madornale avvenuto durante la somministrazione del vaccino Pfizer-BioNTech. Durante i primi giorni di vaccinazione sono stati segnalati, sia in Israele che in Germania, errori diametralmente opposti rispetto a quello accaduto in Trentino: alcune persone hanno ricevuto una intera fiala di vaccino, corrispondente a 6 dosi.

A questi errori abbastanza facili da individuare (basta contare le fiale rimaste o mancanti a fine giornata) se ne possono aggiungere altri molto più subdoli. Mi riferisco, in particolare, ad errori nella conservazione del vaccino che potrebbero ridurre sensibilmente l'efficacia delle dosi somministrate.

Il vaccino Pfizer-BioNTech è un prodotto particolarmente delicato, la cui somministrazione deve rispettare un protocollo molto rigido. Gli errori umani sono sempre in agguato, ma quando accadono bisogna che i responsabili che hanno definito le procedure di vaccinazione rivedano immediatamente il loro lavoro e migliorino i processi.

Vorrei trarre spunto da questo episodio per discutere un aspetto legato alla valutazione degli effetti del vaccino nel "mondo reale". Mi riferisco, in particolare, a studi simili a quelli che si stanno svolgendo in Israele per valutare l'efficacia del vaccino nell'ambito di somministrazioni di massa. 

Gli eventuali errori fatti durante le operazioni di somministrazione del vaccino, oltre a danneggiare le persone coinvolte, possono andare ad incidere sulle valutazioni complessive del vaccino. Basterebbero pochi casi di persone "mal vaccinate" che contraggano una forma severa di Covid-19 per mettere in dubbio l'efficacia del vaccino

Sarebbe "manna dal cielo" per scettici e no-vax e produrrebbe un effetto devastante sugli esiti finali dell'intera campagna vaccinale.

P. S. Secondo quanto affermato dall'Azienda Sanitaria "su 12.000 vaccinazioni presumibilmente 12 casi sbagliati". 12 su 12.000 = 0,1%. Se vi sembra poco! 

2 commenti:

  1. Ho cancellato un commento a questo post. Non era certo nell'intenzione di chi lo aveva scritto, ma avrebbe potuto essere frainteso come un suggerimento ai no-vax per eludere le vaccinazioni.

    Credo che i no-vax siano già abbastanza fantasiosi senza bisogno che, sia pure involontariamente, forniamo loro nuove idee.

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  2. Vaccino, la svolta con AstraZeneca-Oxford, atteso il via libera dell'EMA: a febbraio comincia la distribuzione
    Carla Massi – ilmessaggero.it - giovedì 21 Gennaio 2021

    La documentazione dei test (con una percentuale di efficacia pari al 70,4%) compiuti in Sud Africa, Brasile e Gran Bretagna, è stata consegnata il 21 dicembre scorso all'ente regolatorio. Da allora è stato richiesto materiale supplementare ma finora il silenzio.

    Eppure, lo stesso vaccino al vaglio dell'Ema dai primi di gennaio viene somministrato, dopo un'autorizzazione di emergenza, nel Regno Unito, in Argentina e in India. Pressate dalla variante britannica, le autorità inglesi hanno anche deciso di inoculare la prima dose a più persone possibili, allungando i tempi per il richiamo. Ovviamente è la Brexit a permettere alla Gran Bretagna una simile autonomia decisionale rispetto al resto d'Europa. Domenica scorsa, inoltre, l'agenzia brasiliana che si occupa del controllo e della sicurezza dei farmaci, Anvisa, ha autorizzato l'utilizzo di emergenza del vaccino AstraZeneca e quello cinese Sinovac.

    Una delle ipotesi avanzate su questo vaccino è quella di approvarlo limitando la somministrazione alle persone CHE HANNO MENO DI 55 ANNI. Marco Cavaleri, responsabile della Strategia vaccini dell'Ema, coommenta: «È possibile, anche se non è la via che viene normalmente seguita per i nuovi vaccini, a meno che non ci siano ragioni precise che indichino che il rapporto rischio / beneficio in una certa popolazione può essere negativo».

    «AstraZeneca-Oxford aveva promesso di arrivare primo nella corsa al vaccino, invece sarà probabilmente il terzo. I dati andranno confrontati, anche se indirettamente, con gli altri 2 che si sono dimostrati molto efficaci» commenta Nicola Magrini, Direttore generale dell'Agenzia Italiana del farmaco (AIFA).

    Questo vaccino si somministra in 2 dosi con un intervallo da 4 a 12 settimane. In questo caso, però, a differenza dei vaccini che già abbiamo a disposizione il contenuto delle due dosi non è uguale. Questa particolarità, quindi, non permette di mischiare i farmaci nel caso in cui la prima o la seconda dose non fossero disponibili. Come, invece, può accadere con Pfizer e Moderna.

    «L'EMA valuta la sicurezza e l'efficacia. Quando si otterrà un parere scientifico positivo, lavoreremo a tutta velocità per autorizzarne l'uso in Europa», assicura la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. Al vaccino di AstraZeneca dovrebbe seguire quello di Johnson & Johnson, probabilmente a febbraio, che ha il grande vantaggio, rispetto agli altri, di essere monodose.

    Per l'Europa intera il via libera ad AstraZeneca-Oxford sarà una boccata d'ossigeno: al momento da noi in Italia sono prelazionate 40,38 milioni di dosi. Proprio questo siero avrebbe dovuto fare la parte del leone nel primo trimestre nei piani del commissario Domenico Arcuri, ma alcuni ostacoli nella sperimentazione hanno rallentato l'arrivo di due mesi.

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