martedì 12 gennaio 2021

Andamento della pandemia per classi d'età

L'Associazione Italiana di Epidemiologia (AIE) ha promosso una preziosissima indagine dedicata all'analisi dell'andamento della pandemia considerando, in particolare, la distribuzione dei nuovi contagi per classi d'età. L'analisi copre 11 regioni (Piemonte, Lombardia, Veneto, Toscana, Emilia-Romagna, Marche, Umbria, Lazio, Campania, Puglia, Sicilia) corrispondenti ad una popolazione complessiva pari a circa 55 milioni di abitanti. L'analisi viene aggiornata periodicamente: qui potete trovare gli ultimi dati disponibili.

I rapporti elaborati dal gruppo di lavoro promosso dall'AIE contengono molte informazioni che possono essere utili per comprendere meglio le dinamiche della pandemia. Qui di seguito, mostro alcuni elementi di particolare rilievo. Chi fosse interessato ad approfondire l'argomento è invitato a visitare il sito AIE dove troverà la documentazione completa.

Il primo dato interessante riguarda l'andamento dei nuovi contagi (dato complessivo relativo a tutte le 11 regioni incluse nella statistica) suddiviso in base alle classi d'età dei contagiati:

Contagi suddivisi per classi d'età nel totale delle 11 regioni. Tratto da AIE

La popolazione più anziana è suddivisa in due classi d'età: 65 - 84 anni (linea marrone) e 85+ (linea nera). Notiamo che ambedue queste classi d'età mostrano la presenza del picco pandemico spostata più avanti rispetto alle persone più giovani (11 - 44 anni). Segno della forte incidenza dei "contagi secondari" dovuti molto probabilmente a contatti con persone più giovani che avevano contratto il virus in precedenza.

Può essere interessante notare che, fino alla fine di ottobre, i contagi della classe d'età 65 - 84 anni erano relativamente bassi e confrontabili con quelli della classe d'età 6 - 10 anni (linea arancione). Successivamente c'è stata una crescita superiore, ma il livello massimo dei contagi raggiunto dalla classe 65 - 84 anni è stato superiore solo a quello dei giovanissimi (classi 0 - 5 e 6 - 10 anni). I valori massimi di contagi sono stati raggiunti dagli 85+. Questa forte differenza potrebbe dipendere da una maggiore sensibilità al contagio legata alle condizioni medie di salute degli 85+, ma un ruolo importante potrebbe essere stato giocato da quanto accaduto nelle RSA ed in altre comunità che ospitano "grandi anziani".

Ricalibrando i dati dei contagi sulla base dei dati demografici regionali si possono ottenere i cosiddetti tassi di incidenza standardizzati per età e normalizzati rispetto ad un campione di 100.000 abitanti. Questi dati permettono di fare un confronto più accurato tra le diverse realtà regionali:

Tassi incidenza, standardizzati per età, per 100.000 abitanti nelle 11 regioni. Tratto da AIE

C'è una forte evidenza dell'anomalia veneta: a metà novembre il Veneto (linea grigia) ha raggiunto un massimo relativo dei contagi, più o meno in sincronia con le altre regioni. Nelle settimane successive i contagi sono rimasti più o meno stabili e, a inizio dicembre, mentre le altre regioni erano già in una significativa fase calante, il Veneto ha mostrato una nuova forte crescita dei contagi. 

Qualcuno attribuisce l'effetto al possibile arrivo della variante "inglese" o a varianti "autoctone" altrettanto contagiose. Purtroppo non c'è una serie di dati genetici a supporto di queste affermazioni. I sequenziamenti fatti sono troppo pochi per poter trarre conclusioni che abbiano una qualche forma di consistenza statistica. Il valore delle affermazioni che sentiamo oggi sulla "variante veneta" è lo stesso del "virus clinicamente morto" che sentivamo la scorsa estate. Senza un numero sufficiente di dati genetici, qualsiasi ipotesi rimane tale: tutta da dimostrare.

A proposito del Veneto, può essere interessante vedere come sono andate le cose a seconda dell'età dei contagiati:

Contagi del Veneto suddivisi per classi d'età. Tratto da AIE

Notate la forte e continua crescita dei contagi relativi alla classe d'età 85+ che ha raggiunto il livello massimo solo a dicembre inoltrato. Incrociando questo dato con le notizie raccolte dalla stampa, sembra che l'andamento dipenda criticamente dai contagi avvenuti all'interno delle RSA venete. La scelta di monitorare le condizioni di salute degli operatori delle RSA utilizzando tamponi rapidi antigenici (di prima e seconda generazione, quindi molto meno sensibili rispetto ai tamponi molecolari) potrebbe essere stata almeno una con-causa di questo effetto. In altre parole, anche senza invocare nuove e più contagiose varianti del virus, si potrebbero considerare spiegazioni alternative legate a clamorosi errori fatti a livello di prevenzione.

Come avrete notato il Trentino non partecipa al progetto AIE. Del resto non sappiamo neppure quanti fossero effettivamente i contagi registrati a novembre e sarebbe assurdo chiederci come fossero distribuiti per le diverse classi d'età. 

Ricordando che "non è mai troppo tardi", sarebbe comunque utile se anche il Trentino incominciasse a raccogliere e analizzare i suoi dati in base alle diverse classi d'età dei contagiati. Potremmo disporre di un prezioso strumento per il monitoraggio della pandemia e potremmo fare confronti statisticamente significativi con il resto d'Italia. I cittadini riceverebbero una informazione più completa, certamente più utile dei generici rimbrotti contro gli anziani che ci dobbiamo sorbire durante le conferenze stampa serali della Provincia.





4 commenti:

  1. Magari in Trentino avessimo questa chiarezza sui dati disaggregati...
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    ildolomiti.it - 12 gennaio 2021

    BOLZANO - Nella settimana tra il 4 e l’11 gennaio sono state registrate 229 nuovi casi di Covid-19 nelle scuole in lingua tedesca dell'Alto Adige. Sono state inoltre collocate in quarantena preventiva 833 persone.

    I numeri resi noti settimanalmente dalla Direzione istruzione e formazione tedesca includono l'intero corpo docente, il personale non insegnante, nonché bambini e ragazzi dalla scuola dell’infanzia alle scuole superiori.

    Nelle scuole dell'infanzia i nuovi casi di Coronavirus sono stati 25: 18 casi nel personale pedagogico, 1 caso nel personale non insegnante e 6 bambini.

    Nelle scuole elementari i positivi sono stati 60 (23 insegnanti, 34 alunni, 3 personale non docente), mentre nelle scuole medie sono state rilevate 33 nuove infezioni (10 professori, 21 studenti, 2 personale non docente).

    Nelle scuole superiori, infine, le positività alla Covid-19 sono state 65 (15 insegnanti, 49 studenti, 1 personale non docente) mentre alla formazione professionale i casi sono stati 46 (12 insegnanti, 32 studenti, 2 personale non docente).

    Infine, le persone sottoposte a quarantena preventiva sono state 156 nelle scuole dell'infanzia, 193 nelle scuole elementari, 196 nelle scuole medie, 202 nelle scuole superiori e 86 nella formazione professionale. Complessivamente i soggetti posti in quarantena sono stati 833.

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  2. Ho conoscenti nell'Essex, contea a NordEst di Londra e vedo che lì danno una informazione molto compatta ed efficiente, sul sito istituzionale, tutta con grafici, che riguarda:
    -dati nazionali e locali sull'epidemia da Coronavirus
    -nuovi infetti settimanali ogni 100.000 abitanti
    -NUOVI INFETTI DIVISI PER CLASSI DI ETA'
    -nuovi infetti per ogni distretto
    -posti in ospedale occupati da pazienti Covid in Essex
    -metodi di tracciamento e analisi
    -piano locale di controllo delle epidemie.
    L'Essex è una contea di 1,5 milioni di abitanti.

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  3. https://www.essex.gov.uk/local-outbreak-control-plan/data-cases-in-essex-by-age-band

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  4. Lunedì 14 settembre 2020 è iniziata la scuola per 70.162 studenti trentini. Nel dettaglio: 26.157 frequentano la scuola primaria, 16.677 sono iscritti alla scuola secondaria di primo grado, mentre 21.273 alla scuola secondaria di secondo grado e 6.055 all’istruzione e formazione professionale.

    Dall'inizio delle lezioni di settembre a oggi (12 gennaio 2021) i casi di positività rilevati tra gli studenti sono stati 202 nei nidi dell’infanzia, 368 nella scuola dell’infanzia, 902 nella primaria, 875 nelle medie e oltre 1.700 alle superiori: oltre 4.0500 studenti positivi in totale (dati forniti dalla Giunta ai Sindacati della Scuola).

    Quindi le percentuali sono state finora:
    elementari: 902 / 26.157 >> 3.4 %
    media: 875 / 16.677 >> 5.2 %
    superiori: 1.700 / (21.273+6.055) >> 6.2 %

    A questi numeri “ufficiali” vanno aggiunti tutti i numerosi “casi” di alunni positivi “sfuggiti” ai radar delle scuole, ma presenti sui gruppi whatsapp; alunni segnalati alla centrale covid e al medico di base, ma non registati come casi covd dalle scuole, presenti però con nome e cognome sui vari giornali locali (il famoso 1%, a dire del dottor Ruscitti).

    Se poi teniamo conto dei tamponi antigenici positivi “nascosti” fino a giovedì 3 dicembre, abbiamo che le percentuali sono ancora più alte di qualche punto.

    E questo forse spiega perché in piazza Dante sono restii a fornire dati settimanali, disaggregati, seri.

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