lunedì 4 gennaio 2021

L'Italia Arlecchino e la variante "daltonica" del virus

A pochi giorni dalla ormai imminente data ufficiale di riapertura delle Scuole, le Regioni stanno decidendo, in ordine più o meno sparso, quali saranno i provvedimenti concreti da adottare. Veneto e Friuli V. G., forse spaventati dai dati dei decessi, hanno già annunciato che terranno chiuse le Scuole superiori fino alla fine del mese di gennaio. Ragazzi a casa e didattica a distanza per tutti. Forse però gli studenti di Veneto e Friuli V. G. potranno consolarsi andando finalmente a sciare considerato che i Presidenti delle loro Regioni sono in prima fila per riaprire gli impianti di risalita già dopo il prossimo 18 gennaio.

E poi dicono che la Scuola è una priorità! Purtroppo quando si chiudono le Scuole nessuno chiede ristori o minaccia di togliere voti e quindi teniamo pure gli studenti a casa. Se poi si contageranno andando a sciare, pazienza! Mi sembra davvero un magnifico esempio di coerenza.

Ma la vera novità che ci attende dal 10 gennaio in poi è la nascita delle cosiddette "zone bianche", quelle che potremmo sostanzialmente definire quasi Covid-free. Dopo la bizzarra arlecchinata delle zone giallo/arancio/rosse e dei 21 parametri "gruviera" dell'ISS, sentivamo la mancanza delle zone bianche. Già mi sembra di vedere i Presidenti di Regione/PA ingaggiare storiche battaglie per diventare "bianco che più bianco non si può". 

Visto il successo del mio precedente manuale, ho già iniziato a stenderne una versione aggiornata nella quale saranno inseriti nuovi utili suggerimenti per chi vorrà eludere le norme stabilite dall'Istituto Superiore di Sanità e "sbiancare i contagi".

Ma la domanda vera che tutti si dovrebbero porre è: "cosa possiamo ragionevolmente aspettarci per questo mese di gennaio 2021?". Considerato che le vaccinazioni che si potranno fare saranno poco più che simboliche e non avranno alcuna incidenza pratica sull'andamento a breve termine della pandemia, cosa possiamo aspettarci per la diffusione dei contagi e l'occupazione dei reparti Covid negli ospedali italiani?

Purtroppo le notizie non sono affatto buone. Ormai l'indice di trasmissione del contagio misurato a livello nazionale ha superato la soglia critica pari ad 1. Ancora più preoccupante è il dato sui ricoveri che stanno risalendo, confermando il fatto che malgrado i rallentamenti nella rilevazione dei nuovi contagi legati alle festività di fine anno, la circolazione del virus sta nuovamente crescendo. 

Non ha senso parlare di "terza ondata" perché siamo ancora nel pieno della "seconda ondata". I grafici della variazione giornaliera dei ricoveri e dell'indice di trasmissione del contagio (vedi sotto) mostrano un andamento coerente. L'indice R era sceso sotto ad 1 all'inizio della terza decade di novembre. Con qualche giorno di ritardo anche la variazione percentuale del numero di persone ricoverate era diventata negativa. In questi giorni stiamo assistendo al fenomeno opposto: l'indice R ha superato il livello critico uguale ad 1 e la variazione percentuale dei ricoveri è tornata ad essere positiva. Anche se i valori mostrati nei grafici per la fine della prima settimana di gennaio sono, al momento, solo delle proiezioni che potranno subire modifiche nel corso dei prossimi gioni, la tendenza delle due curve è molto netta: ambedue sono in fase di risalita.

Derivata logaritmica dei ricoveri ospedalieri nei reparti Covid. Il dato è mediato su base settimanale. La proiezione per il prossimo 8 gennaio potrà subire modificazioni fino a tale data

La proiezione per il prossimo 6 gennaio potrà subire modificazioni fino a tale data. Il dato del 30 dicembre è già definitivo, ma potrebbe essere stato influenzato al ribasso dal numero esiguo di tamponi fatto durante il lungo week-end di Natale.

Giratela come volete, ma la tendenza in atto non ci può lasciare tranquilli. Difficile dire se ciò sia dovuto al fallimento delle zone arancio/rosse che sono state istituite in occasione delle festività di fine anno (forse c'è in giro la variante "daltonica" del virus che non si ferma davanti al rosso) oppure se ci sia un qualche effetto legato alla diffusione della variante inglese. A Natale sono andati tutti in vacanza e di mappature genetiche del virus in Italia ne sono state fatte pochine. Ancora non sappiamo se la variante inglese sia arrivata in modo massiccio o se abbiamo ancora a che fare solo con sporadici casi di importazione.

Perdere tempo a discutere di zone bianche o - peggio ancora - addomesticare i dati della pandemia per rientrare forzatamente entro i parametri che saranno previsti per le zone bianche non servirà a nulla. Ci attendono ancora mesi difficili, durante i quali dovremo fare tanti sacrifici. 

Forse dire la verità politicamente non paga, ma anche illudere i cittadini e trattarli come bambini incapaci di comprendere la verità non è una bella cosa.


10 commenti:

  1. Lunedì 4 gennaio 2021 – conferenza stampa

    Il presidente Maurizio Fugatti si dimostra ottimista sul mantenimento del Trentino in zona gialla. “Venerdì prossimo, 8 gennaio, sapremo se il Trentino resterà zona gialla o sarà arancione. La classificazione avrà valore dalla settimana prossima.

    Sappiamo che il livello delle ospedalizzazioni è molto elevato, forse il primo a livello nazionale, ma l’Rt del Trentino la settimana scorsa era il secondo più basso d’Italia.

    Il livello del contagio è sempre pesante ma stabile, anzi un po’ in calo rispetto alla settimana precedente. C'è quindi una situazione di sostanziale stabilità”.

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    1. Se l'Istituto Superiore di Sanità continua a prendere per buoni i dati dei contagi che gli arrivano dal Trentino tra un po' diventeremo Covid-free! (ospedali esclusi, naturalmente!)

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    2. Il presidente Maurizio Fugatti nel quotidiano aggiornamento (5 gennaio 2021) fornito dalla task force Covid della Provincia sulla situazione della pandemia:

      “Dal Governo ci hanno fatto capire che il Trentino resterà nella stessa zona (quindi zona gialla) la settimana a venire”.

      ...quindi a Roma il martedì conoscono già i dati fino al venerdì e possono "prevedere" il colore di una Provincia... mah

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  2. A scuola da Lunedì 11 gennaio
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    Alla fine è stato deciso uno slittamento all'11 gennaio con l'obiettivo di attendere l'esito del monitoraggio sul virus previsto per venerdì 8 gennaio.

    Per tentare in extremis una mediazione con le Regioni molte delle quali, nel corso della giornata, avevano già annunciato ordinanze per il rinvio: Veneto, Friuli Venezia-Giulia e Marche addirittura fino al 31 gennaio.

    Nei prossimi giorni zona "ambra"
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    Sul tema delle chiusure, l'impostazione del nuovo decreto in discussione prevede una zona gialla 'rafforzata' nei giorni feriali - con il divieto di spostamento tra le regioni e la conferma della regola che prevede la possibilità di spostarsi verso un'altra abitazione nella regione per massimo due persone - e una zona arancione nel fine settimana.

    "Dal 7 al 15 gennaio 2021 è vietato, nell'ambito del territorio nazionale, ogni spostamento in entrata e in uscita tra i territori di diverse regioni o province autonome, salvo gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità ovvero per motivi di salute.

    È comunque consentito il rientro alla propria residenza, domicilio o abitazione, con esclusione degli spostamenti verso le seconde case ubicate in altra regione o provincia autonoma".

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  3. Visto che per il CTS, o per il Governo, i 21 parametri contano poco, ai fini della collocazione di una Regione/PA in una delle sempre più assurde zone colorate e quel che sembra contare è l'indice Rt, ecco i valori odierni di Rt dati da CovidStat di INFN:
    1,15_1,05_1,02_0,76 e, in più, Rsird che dà 1,20.
    Lo 0,76 ottenuto col metodo Wallinga Teunis sembra decisamente fuori dal gruppo degli altri: che importanza gli si dà?
    Manca ancora la media CovidStat calcolata da INFN, ferma al valore del 1/1/2021.

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    1. Rt è un indice e come tale rappresenta solo in modo grossolano la realtà, specialmente quando la qualità dei dati può essere ancora più bassa del solito a causa dei ritardi legati alle festività appena trascorse. Il fatto che ci siano modi diversi per stimare Rt ci fa capire anche i limiti della stima e l'errore che hanno le Autorità sanitarie ad associare un significato eccessivo al superamento di particolari livelli.

      A mio avviso colpa dei politici italiani che hanno attribuito ad Rt un significato eccessivo, ma soprattutto dei tecnici che li hanno mal consigliati (non si pretende che i politici siano esperti di statistica).

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    2. Sono valori relativi al Trentino.

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    3. Ci si deve arrendere alla realtà, cioè all'importanza che viene data attualmente ad Rt e al modo di calcolarlo e sicuramente i responsabili politici locali sanno a chi chiedere per fornire numeri che tengano basso l'indice.
      Comunque, vedo ora (https://covid19.infn.it/sommario/rt-info.html) che sbagliavo a considerare Rt CovidStat come la media fatta da INFN, mentre è un metodo diverso. Infatti, l'ultimo Rt CovidStat esposto per il Trentino (1/1/2021), pari a 0,86, è ben diverso dalla media di 0,76 dei 3 altri valori esposti in quella data.
      Per i 5 valori odierni disponibili per il Trentino, togliendo quello chiaramente fuori dal gruppo degli altri, la media viene
      1,11. Numero arancione.

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    4. Bisogna vedere che numeri il Trentino ha mandato all'ISS.

      L'INFN usa il dato dei contagi trasmesso alla Protezione civile Nazionale, ma l'ISS ha un suo canale di raccolta autonomo dei dati. Visto che la settimana scorsa - secondo l'ISS - il Trentino aveva il secondo indice Rt più basso d'Italia - non mi sorprenderei se anche questa settimana risultasse quasi Covid-free.

      Zona gialla/quasi bianca direi!

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  4. Riunione domenicale urgente del CTS – verbale numero 146
    Corrado Zunino – repubblica.it – 17 gennaio 2021

    Gli esperti del Comitato Tecnico Scientifico del governo, dopo la riunione urgente sulla scuola di questa mattina, 17 gennaio 2021, hanno ribadito al Ministro della Salute, Roberto Speranza, di "garantire la didattica in presenza in tutti i cicli", ma hanno messo per iscritto che ci sono differenze riguardo al livello dei contagi a seconda delle Regioni.

    Il Comitato Tecnico Scientifico, che da sempre esprime una posizione favorevole alla riapertura della scuola, ribadisce "ulteriormente e con convinzione" l'importanza del ritorno in classe per gli studenti delle scuole di ogni ordine e grado "come condizione imprescindibile e non più procrastinabile per il grave impatto che l'assenza di esso ha sull'apprendimento e la strutturazione psicologica e di personalità degli studenti che, in questa particolare fascia d'età, possono essere fortemente penalizzati dall'isolamento domiciliare".

    Ancora, il CTS rimarca che "la responsabilità delle aperture degli istituti scolastici è di competenza degli enti territoriali e locali" e ricorda che, come ha sottoscritto il tavolo dei prefetti, sono i Presidenti di Regione /PA "ad attuare misure organizzative per il rientro in classe nelle diverse province".

    Il parere del CTS contiene dunque una analisi ambivalente che chiede il ritorno in presenza per motivi didattici e psicologici, ma conferma che ogni presidente di Regione conosce la sua realtà territoriale e sulla scuola ha l'ultima parola.

    Diversi esperti da giorni insistono sulla necessità di misure severe per contrastare l'epidemia e tutelare la campagna di vaccinazione. Il mondo della scuola è in fermento: chiede da una parte il ritorno alle lezioni in presenza, ma dall'altra che questo avvenga in sicurezza. La Ministra dell'Istruzione Lucia Azzolina commenta: "Un parere molto netto, il rientro in classe è un atto di responsabilità nei confronti dei nostri giovani".

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