lunedì 16 novembre 2020

Manuale d’uso per Regioni arancio/rosse che vogliono tornare al più presto giallo/verdi

Questo è un piccolo manuale d’uso per quelle Regioni che sono rimaste incastrate tra gli intricati 21 indicatori dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) e sono state inserite tra i territori a rischio più elevato. In attesa che le restrizioni alla mobilità dei cittadini producano il loro effetto, ci sono altri metodi per migliorare alcuni degli indicatori ISS. Come tutte le cure, anche questa comporta qualche piccola controindicazione, ma se seguirete attentamente i miei suggerimenti, non vi troverete male.

Regola n° 1: dotatevi di una ampia dotazione di test rapidi antigenici e utilizzateli come scelta primaria per controllare lo stato virologico delle persone che presentano sintomi compatibili con la Covid-19.

Regola n° 2: “scordatevi” di ottemperare alle disposizioni ministeriali che prevedono di effettuare un test molecolare di conferma dei positivi antigenici in tempi brevi. Lasciate passare 10-15 giorni e vedrete che la gran parte dei test molecolari fatti a queste persone saranno diventati negativi. Potete sempre dire di aver fatto un gran numero di test molecolari e che il vostro tasso di positività è tra i più bassi d’Italia. Pochi si accorgeranno che non avete fatto quel 10% di test molecolari in più che sarebbero stati necessari per la verifica in tempi brevi dei positivi antigenici.

Regola n° 3: evitate accuratamente di comunicare ai cittadini qualsiasi dato relativo al numero di positivi antigenici che attendono di fare il test molecolare. Se necessario, date la colpa a Roma e negate l’evidenza. Non dimenticate però di comunicare il dato giornaliero dei positivi antigenici ai Sindaci e alle Autorità di Polizia. Così vi coprite le spalle da qualsiasi grana di natura penale, perché nascondere i dati di una epidemia sarebbe un grave reato.

Regola n° 4: Se qualche Sindaco chiacchierone mostra i dati ai suoi cittadini, fate finta di niente. Se vi mettono alle strette, potete sempre provare a buttarla in politica accusando il Sindaco di essere un “bolscevico” o un “fascista” a seconda del suo orientamento politico.

Regola n° 5: Se qualche rompiscatole vi fa notare che avete un tasso di mortalità tra i più alti d’Italia ed il valore più elevato nel rapporto tra ricoverati ed attualmente positivi, fate finta di niente. Tanto in ISS non si sognano neppure di fare le verifiche di consistenza dei dati e credono ciecamente ai dati che gli mandate voi.

Regola n°6: State attenti a non mettere nel computo delle persone guarite i tamponi molecolari negativi di coloro che due settimane prima erano positivi antigenici. I positivi antigenici invisibili sono e tali devono rimanere, altrimenti rischiate un fastidioso fenomeno che si chiama “avoided crossing” e ci può essere qualche fisico che vi sbugiarda nel suo blog.

Regola n° 7: Occhio alla Corte dei Conti perché qualche pignolo potrebbe accusarvi di aver sminuito la gravità della situazione inducendo i cittadini a comportamenti imprudenti con i conseguenti danni economici legati a ricoveri che si sarebbero potuti evitare. Se vi chiama il Procuratore Regionale date la colpa ai tecnici, in fondo li pagate anche perché si assumano le loro responsabilità.

Applicando in modo sistematico queste semplici regolette potrete comunicare al Ministero della Salute e all’Istituto Superiore di Sanità solo i dati dei contagi verificati con tampone molecolare, ovvero meno della metà dei contagi effettivi.

Adesso vi spiego i benefici che ne potrete trarre in termini di indicatori. Come esempio, uso i dati del Trentino e dell’Alto-Adige facendo riferimento all’ultima tabella dei 21 indicatori resa disponibile da ISS.

Indicatore 1.1: percentuale di casi sintomatici per i quali viene indicata la data di insorgenza dei sintomi (più alto è, meglio è)

Trentino 99,9%; Alto-Adige 83,7%

Forse in Alto-Adige si perdono un po’ di dati, ma bisogna capirli, poverini: non è facile con tutti i contagi che hanno. La percentuale del Trentino è quasi “bulgara”. Forse togliere dalle statistiche tutti i sintomatici positivi antigenici non confermati col tampone molecolare aiuta.

Indicatore 3.1: numero di casi riportati alla Protezione civile durante gli ultimi 14 giorni

Trentino 3094; Alto-Adige 6692

Ça va sans dire, qui le 7 regolette che vi ho suggerito funzionano alla grande.


Trend 3.1 (% variazione settimanale) (il minore possibile, meglio se negativo; un valore negativo indica che i nuovi contagi stanno calando)

Trentino -1,2 %; Alto-Adige +69,6%

Qui ci vuole una certa pratica, ma se si spostano progressivamente i test dal tipo molecolare a quello antigenico si riesce a tenere la percentuale bassa e anche negativa, sperando che nel frattempo i contagi diminuiscano davvero.

Indicatore 3.2: (Rt puntuale)

Trentino 1,3 (C.I. 1,21:1,40); Alto-Adige 1,59 (C.I. 1,52:1,66)

I sintomatici positivi antigenici che sono spariti dalle statistiche avrebbero dovuto essere inseriti nel calcolo di Rt. La tendenza generale di Rt è verso una progressiva riduzione, ma non aver segnalato un numero alto di sintomatici certamente ha prodotto una sottostima dell’indicatore. Quale sia l'ampiezza di questa sottostima non sono in grado di valutarlo (i dati frammentari comunicati ai Sindaci non permettono di fare un calcolo affidabile).

Indicatore 3.5: numero di nuovi focolai individuati nel corso della settimanale (indicatore ambiguo: un numero basso di focolai può indicare una epidemia sotto controllo, oppure una grave  carenza nel contact-tracing)

Trentino 30, Alto-Adige 254

Questo è uno di quei dati su cui ISS dovrebbe fare un bel controllo di consistenza. Si sente ripetere continuamente che il Trentino è rimasto l’unico territorio in Italia in cui si faccia ancora la ricerca dei contatti dei nuovi contagiati (quali?). Tutto questo lavoro per trovare solo 30 nuovi focolai in una settimana (ricordo che basta un focolaio a livello familiare per far incrementare questo numero), quasi un decimo dei focolai trovati in Alto-Adige? Siamo forse un'isola felice dove ci sono pochi focolai? Come è possibile?

Indicatore 3.6: numero di contagi di cui non si è capita l’origine (più basso è, meglio è)

Trentino 1236; Alto-Adige 774

Niente male per chi si vanta di fare contact-tracing meglio degli altri: metà dei contagi (ufficiali) rispetto all’Alto-Adige, ma quasi il doppio di contagi di cui non è stato possibile capire l’origine. Boh!

Indicatori 3.8 e 3.9: percentuale di posti occupati in terapia intensiva e nei reparti Covid ordinari

Trentino 47% e 59%; Alto-Adige 54% e 84%

I dati sono molto preoccupanti sia per il Trentino che per l’Alto-Adige e si collocano nella fascia alta a livello nazionale. Molte Regioni arancioni o rosse hanno numeri più bassi del Trentino, saldamente ancorato in zona gialla. Purtroppo ISS non ha mai chiarito quale sia il peso dato ai singoli indicatori e lo stesso algoritmo per il calcolo dei colori non è noto.

Indicatore 2.1: percentuale di tamponi positivi (escluse le attività di screening) (più basso è, meglio è)

Trentino 21.8%; Alto-Adige 48,1%

Sarebbe interessante sapere a quale valore salirebbe la percentuale del Trentino se si facessero sollecitamente i tamponi molecolari di conferma ai positivi antigenici. Diciamo il doppio?

Indicatore 2.2: giorni (mediana) tra inizio sintomi ed esecuzione del tampone molecolare (più piccolo è, meglio è)

Trentino 3, Alto-Adige 6

Vedete cosa succede all’Alto-Adige che "si attarda" a fare il tampone molecolare di conferma ai positivi antigenici? Come si dice, “cornuto e mazziato” perché 6 giorni è considerato un tempo troppo lungo e incide negativamente sulla valutazione dell’Alto-Adige.

Concludo qui senza ulteriori commenti.

6 commenti:

  1. Mortalita:
    15 decessi in un giorno oggi in Trentino. Se tutta Italia avesse oggi la nostra mortalità ci sarebbero 1800 morti in Italia oggi

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  2. Dovremmo vedere i dati settimanali che comunque sono molto alti

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  3. https://www.fanpage.it/napoli/verita-posti-letto-campania/

    Ce lo racconta il caso di un paziente, ricoverato al Cto di Napoli e risultato positivo al Coronavirus:

    "Mi avevano detto che c'era un posto disponibile all'ospedale Cotugno – spiega a Fanpage.it Elena Auricchio nipote del paziente – non trovavano ambulanze per il trasferimento. Il giorno dopo il medico del 118 mi ha detto che quel posto non c'era più.

    Così una dottoressa del Cto mi ha spiegato la differenza tra posti letto attivabili e posti letto disponibili. I posti attivabili, visto che non ci sono medici anestesisti, sono posti che in realtà non ci sono".

    Il numero di posti letto "attivabili" esiste solo sulla carta. A confermarlo sono gli stessi medici.

    "I numeri che la Campania ha dato non sono numeri reali – spiega Pierino Di Silverio dell'Anaoo Assomed – . Il cosiddetto "posto letto attivabile" è un posto letto tecnicamente pronto ma senza il personale necessario ad attivarlo".

    I numeri della Campania, quindi, rappresentavano una situazione non realistica.

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  4. Quello dei posti letto è un altro indicatore su cui si è scatenata la "creatività" delle Regioni/PPAA.
    Per verificare la consistenza dei numeri basterebbe chiedere quale è la dotazione di personale medico ed infermieristico dei reparti Covid. Avremmo una stima della capacità di gestire effettivamente i posti letto dichiarati. Inoltre confrontando il personale dei reparti Covid con quello assegnato a tutti gli altri reparti ospedalieri avremmo anche una stima del livello di stress del sistema sanitario. Se per curare i malati Covid devo svuotare gli altri reparti ospedalieri e smettere di curare la gran parte delle persone affette da altre patologie (anche gravi) vuol dire che è zona rossa, senza bisogno di troppe analisi sofisticate.

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    1. Concordo completamente. Una pandemia è sotto controllo.sw ha pochi contagiati e non se a tutti trovomposti letto chiudendo altri reparti. L'errore è nel considerare il riempimento percentuale dei posti letto in base a quelli allestiti. Se crei posti letto chiudendo altro non va bene.

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  5. La vicenda di un giovane trentino che sintetizza tutte le criticità di un sistema messo sotto pressione dalla pandemia

    “Il mio patrigno è da giorni in alta intensità a Tione perché a Trento non c’era posto, ma ancora non risulta fra i positivi ufficiali perché non gli hanno MAI FATTO un tampone molecolare”


    La denuncia: “Nessuno si è preoccupato del contact tracing e quando le condizioni si sono aggravate abbiamo dovuto insistere per farlo ricoverare, ora il mio patrigno respira grazie a un supporto”.

    https://www.ildolomiti.it/cronaca/2020/il-mio-patrigno-e-da-giorni-in-alta-intensita-a-tione-perche-a-trento-non-cera-posto-ma-ancora-non-risulta-fra-i-positivi-ufficiali-perche-non-gli-hanno-mai-fatto-un-test-molecolare

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