mercoledì 25 novembre 2020

Fact checking: il plasma iperimmune è davvero utile per curare i malati gravi di Covid-19?

L'argomento è stato oggetto di accese discussioni durante gli scorsi mesi, con qualche maldestro tentativo di dare una colorazione politica alla questione. Della serie "c'è una cura semplice, economica ed efficace, ma ve la vogliono nascondere". Purtroppo quando le questioni legate alla salute finiscono nel "tritacarne" della polemica politica non si capisce più nulla e, alla fine, si producono solo danni.

Finalmente, superata la fase iniziale della sperimentazione d'emergenza, siamo passati agli studi clinici completi (in gergo "test randomizzati") Quelli, per intenderci, dove il trattamento farmacologico da sperimentare viene somministrato ad un gruppo controllato di pazienti mentre - in parallelo - un analogo gruppo di pazienti viene trattato con un placebo. Alla fine si controllano i risultati e si vede se ci sia l'evidenza statistica di una qualche forma di beneficio che possa essere attribuita al farmaco sotto esame.

La prestigiosa rivista scientifica New England Journal of Medicine ieri ha pubblicato un articolo in cui si illustrano i risultati di un test randomizzato che ha riguardato pazienti Covid-19 in condizioni gravi:

V. A. Simonovich et al. "A Randomized Trial of Convalescent Plasma in Covid-19 Severe Pneumonia", New England Journal of Medicine, DOI: 10.1056/NEJMoa2031304

I risultati sono perentori: almeno per i pazienti con il livello di gravità considerato all'interno di questo studio, osservando il decorso della malattia per un periodo di 30 giorni, il trattamento con plasma iperimmune non ha prodotto benefici statisticamente apprezzabili rispetto al placebo

Questo risultato negativo potrebbe non valere per pazienti che si trovano in condizioni meno gravi. Ma chi sperava che il plasma iperimmune potesse diventare un'arma risolutiva nella lotta contro la Covid-19 purtroppo dovrà ricredersi.

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