lunedì 2 novembre 2020

Commento sui dati ISS relativi allo stato clinico al momento della diagnosi

Nei documenti ISS c'è un dato relativo allo stato clinico al momento della diagnosi che riguarda le persone trovate positive alla Covid-19 (parliamo ovviamente di positive all'esame molecolare, tamponi rapidi esclusi). Il dato è riassunto nel grafico seguente:

Tratto da rapporto ISS (pag.20)

I colori diversi rappresentano le condizioni in cui si trovava il paziente al momento della diagnosi. Le situazioni più critiche sono coperte dai colori arancione (severo), marrone (critico) e ahimè nero (deceduto). Notiamo che ad inizio epidemia queste tre categorie coprivano circa il 50% delle diagnosi fatte. 

La percentuale dei casi più gravi è progressivamente diminuita fino a diventare sostanzialmente trascurabile in estate. Attualmente è in atto una crescita, ma i  valori percentuali sono ancora relativamente piccoli. Parliamo ovviamente di percentuali: se aumenta il numero complessivo delle persone contagiate, anche se la percentuale rimane piccola, crescerà anche il numero assoluto dei casi più gravi.

Rispetto al minimo estivo, attualmente è  in forte crescita la categoria di coloro che sono "lievemente" sintomatici al momento della diagnosi (colore giallo). L'aumento è stato particolarmente significativo durante le prime tre settimane di ottobre, mentre stanno calando coloro che sono completamente asintomatici (verde) o pauci-sintomatici (blu). Del tutto sparita la categoria delle persone "guarite clinicamente" (azzurro) a momento della diagnosi (ma ovviamente ancora virologicamente positive).

La tendenza in atto durante le ultime settimane conferma una progressiva riduzione nella capacità di individuare le persone virologicamente positive. All'inizio della pandemia la situazione era veramente drammatica e gli asintomatici erano piuttosto rari. Poi con il progressivo aumento dei tamponi fatti e con l'attivazione di sistemi di tracciamento è aumentata la capacità di individuare anche persone con sintomi trascurabili o nulli. Attualmente registriamo un progressivo peggioramento della capacità di individuare tali persone e questo è un tipico "cane che si morde la coda": non facciamo abbastanza tamponi e non tracciamo i contatti dei nuovi positivi e fatalmente lasciamo in libera circolazione sempre più persone virologicamnete positive che contribuiranno ad una ulteriore diffusione del contagio.

Aldilà dei proclami di taluni politici che si fanno vanto di fare molti tamponi, quella che conta è la capacità di individuare le persone virologicamente positive. Il problema non è fare tanti o pochi tamponi. Bisogna vedere se si fanno tutti i tamponi che servirebbero e se si adottano le giuste strategie per ottimizzare l'uso dei tamponi.



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