É trascorsa una settimana dalla pubblicazione del post dove descrivevo con dati inoppugnabili l'effetto della bizzarra decisione delle Autorità trentine di non confermare con tampone molecolare gran parte dei nuovi contagiati individuati tramite tampone rapido antigenico nel corso del mese di novembre.
Il post è stato il più letto in assoluto da quando ho iniziato a scrivere su questo blog: quasi 10.000 lettori a cui si aggiungono coloro che lo hanno letto sui mezzi di informazione trentini. Eppure non è successo proprio niente: Ministero della Salute e Istituto Superiore di Sanità continuano a far finta di nulla anche se non possono dire di non sapere. Le Autorità provinciali trentine si rallegrano per lo scampato pericolo e continuano a ripetere - come se niente fosse - che il livello dei contagi in Trentino è decisamente inferiore rispetto alla media nazionale.
Da domani qualcosa è destinato a cambiare. Dovranno essere comunicati a Roma i dati completi dei contagi. Secondo anticipazioni de il Dolomiti ai 219 positivi comunicati in Trentino ieri 28 novembre se ne dovrebbero aggiungere 550 da tamponi antigenici non confermati col tampone molecolare. Capite che se tutta Italia avesse seguito il metodo trentino domani, a livello nazionale, rischieremmo di contare circa 75.000 nuovi contagi. A questo punto non c'è che da aspettare e vedere come riusciranno a cavarsela.
Per il momento vi aggiorno sull'andamento dei dati che vi avevo mostrato lo scorso 22 novembre.
Partiamo dall'origine di tutta questa storia: un tentativo di vedere se ci fosse una qualche forma di correlazione tra il tasso di ricovero delle persone virologicamente positive (rapporto tra persone ricoverate e persone attualmente positive) e l'indice di vecchiaia delle diverse Regioni/PPAA:
L'anomalia trentina è sempre ben visibile (punto rosso). La "rossissima" Valle D'Aosta con il suo
terribile primato di decessi da Covid-19 e la Liguria si distaccano in maniera apprezzabile rispetto al valor medio nazionale (punto verde). Notiamo che la Liguria è effettivamente la regione con indice di vecchiaia più alto a livello nazionale. I valori più bassi del rapporto ricoverati/positivi si registrano in Campania, Veneto, Basilicata e Molise.
Guardando i dati di oggi, l'ipotesi di lavoro che aveva dato origine a questa analisi non sembra essere sostenuta dai fatti. Tolti Trentino e Valle D'Aosta solo la Liguria mostra valori compatibili con l'ipotesi sotto esame. Tutte le altre Regioni/PPAA, pur avendo indici di vecchiaia che vanno da circa 120 fino a 230, evidenziano valori del rapporto ricoverati/positivi abbastanza simili e non c'è evidenza della correlazione ipotizzata.
Insomma, un esperimento fallito, ma comunque a qualcosa è servito: fino alla fine di ottobre il Trentino stava nel gruppo assieme alle altre Regioni/PPAA con un valore abbastanza simile a quello della Campania, ma poi improvvisamente ha iniziato ad andare per un'altra strada.
Vediamo adesso l'aggiornamento di tutti gli altri grafici. La sorgente dei dati è - come al solito - il sito della
Protezione Civile Nazionale. Qui non vi mostro i dati aggiornati di AGENAS, ma se vi interessano
potete vederli sull'apposito sito che, recentemente è stato arricchito di ulteriori informazioni.
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Durante la settimana che si conclude oggi i nuovi contagi sono calati sia in Trentino che in Italia. La discesa in Trentino sembra essere meno marcata rispetto al dato nazionale
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L'anomalia trentina sembra crescere meno di quanto facesse durante le scorse settimane. comunque la media nazionale è leggermente diminuita, mentre il dato del Trentino cresce ancora, sia pure di poco
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I ricoveri incominciano (per fortuna) a calare, sia a livello provinciale che nazionale. Il dato dei ricoveri in Trentino è ancora nettamente superiore rispetto alla media nazionale
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Il dato dei decessi in Trentino si conferma saldamente al di sopra della media nazionale
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Ho posto volutamente alla fine il grafico degli attualmente positivi, quello che potremmo definire "
la madre di tutte le anomalie trentine". Siamo a circa 1/3 della media nazionale, lontanissimi da qualsiasi altra Regione/PPAA. Non ci vuole molto per dimostrare l'assurdità di questi numeri. Il
Comune di Trento (circa 1/5 dell'intera popolazione del Trentino) lo scorso 25 novembre contava 2500 attualmente positivi (numeri veri, inclusi i positivi antigenici lasciati nel limbo delle statistiche ufficiali). Alla stessa data, la Provincia Autonoma di Trento ha comunicato al Ministero della Salute di avere 2447 attualmente positivi su tutto il territorio provinciale. A occhio e croce ne mancano 10.000.
A questo punto,
mi permetto di consigliare alla Provincia Autonoma di Trento di mandare al Ministero della Salute, già domani mattina 30 novembre, un bel "conguaglio" con i circa 10.000 positivi mancanti. Dovremo pagar pegno perché
ECDC ci metterà per un paio di settimane in zona "scurissima" così come
era già successo questa estate dopo il "conguaglio di San Vigilio", ma è senz'altro meglio
farlo adesso prima che parta la stagione turistica invernale. Un conguaglio fatto più avanti metterebbe in fuga molti turisti interessati a venire a fare le vacanze in Trentino. E senza conguaglio, sarà fatalmente
avoided crossing!
Se il Ministro Speranza si arrabbia, pazienza. Il Ministero della Salute sapeva e fin qui non ha mosso un dito. Quindi vuol dire che gli va bene così.
I pochi, rispetto alla popolazione, "nuovi positivi" che in Trentino si scoprono ogni giorno vengono rapidamente dichiarati guariti, mediamente dopo 11 giorni circa, anziché dopo circa 22 giorni (Italia) o 24 giorni (Veneto), senza parlare dei molti, rispetto alla popolazione, deceduti. Ne consegue che il numero degli "attualmente infetti" che rimangono è piccolo e tutti i parametri che lo hanno come denominatore sono alti. Mettendo in grafico le due curve, totale infetti e totale guariti (+ deceduti), l'anomalia, almeno rispetto a Italia, Veneto e Lombardia, è molto evidente, già da metà settembre. Dati della 2° ondata, che io faccio partire dal 1° agosto.
RispondiEliminaNon capisco perchè la Provincia sarebbe costretta alla fine a denunciare prima o poi i circa 10000 attualmente positivi rilevati in base a test rapido antigenico. In fondo sono tutti granelli di polvere finiti sotto il tappeto con una caratteristica peculiare: tra un paio di settimane la polvere sarà miracolosamente sparita, a parte qualche isolato granello che sarà rapidamente aspirato da chi di dovere.
RispondiEliminaD’altronde questi “positivi” non entrano come guariti o ahimè in qualche caso deceduti ma una volta fatto il tampone molecolare di “controllo” ( che ufficialmente forse di controllo non è) possono alimentare e migliorare le statistiche dei “nuovi casi testati” al molecolare, risultati ovviamente quasi tutti “negativi”.
Staremo a vedere cosa chiederà adesso il ministero della Salute come dati da fornire sui test rapidi e se sarà obbligatorio il recupero del pregresso. Io penso che ci sarà su questo tema una italica sanatoria.
Poi, mi sbaglierò, ma i test rapidi fatti da questa settimana saranno segnalati risultando probabilmente come una “pura evidenza” senza che questi numeri alimentino gli attualmente positivi ed i cascata i guariti ed i deceduti. Magari i positivi ai test rapidi alimenteranno il 22° indicatore del monitoraggio. Forse potrebbe anche avere un senso. Staremo a vedere.
Cosa mi sta sfuggendo?
Secondo me la PAT si è un po' incartata nella sua "doppia contabilità" ed il numero di guariti che viene comunicato è troppo alto rispetto ai positivi verificati con tampone molecolare.
EliminaSe vanno avanti di questo passo ci troveremo con un numero di attualmente positivi inferiore ai ricoverati.
Comunque vedremo cosa succederà nei prossimi giorni e se il Ministro della Salute continuerà a fare lo struzzo.
Conferenza stampa di lunedì 30 novembre, parla il Presidente Fugatti:
RispondiEliminaNella giornata di ieri è arrivata una mail del dottor Marro del Ministero della Salute che recita così:
“Informiamo che la piattaforma sarà operativa e aggiornata da giovedì 3 dicembre 2020, data in cui inizieremo a raccogliere i nuovi valori”.
Noi li inseriremo da giovedì. C’è anche il tema che molti positivi asintomatici, scusate, molti positivi con i test antigenici poi vengono confermati dai molecolari e quindi il Ministero dovrà anche spiegare come dividere questi due dati, altrimenti c’è il rischio di contarli doppi.
Credo che il tecnicismo sia tutto in questo aspetto, su come il Ministero vuole disciplinare questa fattispecie.
Aspettiamo con fiducia che arrivi giovedì. Intanto più che inserire dati doppi, in Trentino ne mettiamo meno della metà
EliminaPrendendo spunto dalla sua considerazione di cui sopra sono andato a confrontare i numeri dei report delle regioni ( Protezione Civile) relativi a 2 date :
RispondiElimina30 settembre 2020
30 novembre 2020
In particolare ho voluto verificare il rapporto tra i dimessi/guariti ed il numero dei positivi relativi a questo periodo di due mesi
( pari al numero di “attualmente positivi” al 30 settembre 2020 + “nuovi positivi” rilevati a partire da 1 ottobre fino al 30 novembre.)
Ne esce questa classifica che può essere oggetto di considerazioni di vario tipo.
73,8% P.A. Trento
71,8% Valle d'Aosta
67,6% Liguria
60,9% Umbria
58,0% Lombardia
52,7% Toscana
44,4% P.A. Bolzano
43,8% Friuli Venezia Giulia
42,9% Piemonte
32,9% Molise
32,6% Veneto
29,6% Sardegna
29,6% Sicilia
28,9% Campania
26,9% Calabria
24,0% Abruzzo
21,0% Emilia-Romagna
19,7% Marche
19,1% Puglia
17,3% Basilicata
17,0% Lazio
Il tasso elevato di guarigione da Covid-19 in Provincia di Trento è ascrivibile al fatto che i trentini sono gente di sana e robusta costituzione che respira l’aria pura delle montagne e pertanto guarisce più rapidamente? Non mi convince.
Certo anche quelle percentuali molto basse di Lazio ed Emilia Romagna sono poco comprensibili. Ritardi di tipo burocratico nel segnalare dimessi/guariti?
Mi pare quasi di aver sbagliato a fare i conti eppure li ho rifatti due volte.
Dal veneto, in data mercoledì 11 novembre:
RispondiElimina- Tamponi rapidi, conteggio a livello nazionale Zaia: «Vittoria del Veneto»
„«Accogliamo con soddisfazione questo invito e risponderemo con assoluta tempestività e precisione - ha commentato il presidente della Regione, Luca Zaia -
perché il calcolo dei tamponi rapidi nel computo di quelli effettuati a livello nazionale era una richiesta che proprio il Veneto avanzava da tempo, e con ottime ragioni.
Dopo la validazione dell’Istituto Spallanzani e dell’Istituto Superiore di Sanità del test rapido, moltissime Regioni hanno seguito l’esempio del Veneto,
e il tampone rapido è divenuto prassi comune e diffusa per rispondere di più e meglio all’esigenza sempre più stringente di avere campionamenti il più numerosi possibile.
E’ una vittoria del Veneto - aggiunge il Governatore - ma anche di tutta quell’Italia pronta, come noi, a introdurre tutte le innovazioni possibili nella lotta al Covid-19.
I decisori ad ogni livello - prosegue Zaia - avranno così modo di valutare la situazione su dati più attendibili e completi e si eviterà che le Regioni come il Veneto, che fanno tanti tamponi, e di questi tanti rapidi, finiscano per essere penalizzate.
Sinora infatti, non si calcolavano i tamponi rapidi nel totale nazionale, che comprendeva solo i molecolari, ma si caricavano comunque le positività riscontrate con i rapidi, raggiungendo così un rapporto scorretto tra tamponi effettuati e positività».
https://www.trevisotoday.it/attualita/test-rapidi-covid-bollettino-governo-11-novembre-2020.html
Il presidente Fugatti, ancora tre giorni, i dati tenuti nascosti
RispondiEliminaNotevoli analogie con il film “I tre giorni del condor” (1975)...
All’inizio del film viene eliminata una intera sezione della CIA, dove vengono letti e studiati libri e giornali provenienti da tutto il mondo in cerca di individui sospetti, codici segreti o trame nascoste. Da lì era partito il dossier di Condor che collegava tre libri: uno in olandese, uno dal Venezuela, uno in arabo.
Cosa può il dossier nascondere di così tanto pericoloso?
“E’ per il petrolio tutta questa sporca storia!” esclama Robert Redford: un piano da tenere segreto, al coperto, per una guerra da far scoppiare nel Medio Oriente per assicurarsi il controllo del petrolio, piano che il rapporto di Condor aveva involontariamente smascherato...
Senza scomodare Robert Redford, secondo me il Fugatti non ha ancora capito bene il pasticcio che è stato combinato dai suoi dirigenti. E se anche lo avesse capito, ormai non gli resta che sperare che i contagi calino in fretta e che possa cavarsela senza sanzioni, così come era già accaduto a giugno.
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