Eccoci al consueto aggiornamento del venerdì sera. In estrema sintesi, siamo ormai arrivati al plateau della curva dei nuovi contagi, ma non possiamo fare nessuna ipotesi su quanto veloce sarà la successiva discesa. C'è sempre il rischio che eccessive aperture in occasione del Natale inneschino una forte ripresa della circolazione del virus. La buona notizia è che, a livello nazionale, ci stiamo avvicinando al massimo dei ricoveri ospedalieri e questo dato, oltre a confermare che il massimo visto nei contagi non è fittizio, ci fa sperare che nelle prossime settimane anche i ricoveri nei reparti Covid incominceranno a diminuire. Purtroppo la curva dei decessi continua a salire rapidamente, pur avendo superato il punto di flesso.
Un quadro che richiede ancora molta prudenza e nel quale il Trentino appare (limitatamente ai nuovi contagi) un'isola felice. Purtroppo sappiamo che il dato è falsato dalle discutibili procedure adottate a livello locale per identificare i nuovi contagiati.
Procedendo con ordine, partiamo dai decessi che - durante la settimana che si conclude oggi - sono stati complessivamente 4430. I numeri fanno meno impressione se li normalizziamo rispetto ad un campione di 100.000 abitanti:
Si nota un rallentamento della velocità di salita della curva. Prima di arrivare al massimo dovremo probabilmente aspettare ancora un paio di settimane |
Di fronte a questo grande numero di vite spezzate, sento i soliti noti parlare di "morti di infarto che sarebbero stati classificati come Covid perché trovati positivi al tampone al momento dell'entrata in ospedale, pur essendo asintomatici". A me sembra un penoso tentativo di negare la realtà. Del resto chi questa estate sosteneva che "non dobbiamo più avere paura della Covid-19" qualcosa dovrà pure inventarsi per cercare di salvare la faccia. Comunque la parola "fine" a queste affermazioni la metterà come al solito l'ISTAT che già ad inizio novembre aveva notificato un anomalo aumento della mortalità in Italia in coincidenza con l'arrivo della seconda ondata pandemica.
Interessante vedere la distribuzione territoriale dei decessi che mostra forti differenze tra le diverse Regioni/PPAA:
Il dato della Valle d'Aosta è troncato perché molto fuori scala. Il Trentino è indicato con la barra di colore rosso. La barra verde indica la media nazionale. |
Notiamo che il Trentino (barra di colore rosso) purtroppo si conferma nella pattuglia di testa. La situazione della Valle D'Aosta è sempre drammaticamente "fuori scala". Alto-Adige, Lombardia, Trentino e Piemonte mostrano livelli di mortalità molto elevata, con il Trentino unica zona "gialla" in un contesto di zone "rosse".
Il dato dei contagi nazionali mostra abbastanza chiaramente che è stato raggiunto il massimo:
La stima resa nota oggi dall'ISS assegna all'indice di trasmissione del contagio (misurato a livello nazionale) il valore medio di 1,18 (CI 0,94-1,49) per le due settimane che si concludevano lo scorso 11 novembre. Il dato è mostrato nella figura qui sotto:
Può essere interessante vedere anche quale sia la tendenza dell'occupazione dei posti letto a livello nazionale:
Come vedete il dato odierno (media dal 14 novembre ad oggi) mostra un valore ancora positivo (di poco inferiore al 2%), ma la tendenza verso lo 0% è abbastanza netta. Questo significa che, a livello nazionale, dovremmo essere ormai vicini alla massima occupazione dei reparti Covid. Ovviamente non possiamo escludere che in talune Regioni/PPAA la crescita del numero di letti occupati sia destinata a crescere ancora per un certo tempo.
A proposito di posti letto, noto con piacere che oggi è stato messo a posto il grafico che illustra i dati provinciali relativi ai ricoveri nei reparti Covid. Evidentemente anche in Provincia leggono questo mio misero blog.
Sempre a proposito di ricoveri, ecco il grafico aggiornato sul rapporto tra ricoverati ed attualmente positivi:
Tratto da AGENAS |
- quando una Regione/PPAA è particolarmente efficace nella ricerca dei positivi;
- quando la Medicina territoriale funziona bene ed è possibile assistere una quota crescente di pazienti meno gravi nelle loro abitazioni;
- quando il sistema sanitario regionale è saturo e non è in grado di accettare nuovi ricoveri.
Se osservate bene la figura, Campania e Veneto si trovano ambedue nella parte all'estrema sinistra del grafico (corrispondente ad un basso valore del rapporto ospedalizzati/positivi). Francamente non credo che le motivazioni che si applicano al Veneto possano valere, pari-pari, anche la Campania.
Comunque nel caso del Trentino la motivazione è una sola: comunichiamo solo circa 1/3 dei contagi. Il numero dei contagi comunicati dal Trentino è stato artificialmente stabilizzato a partire dall'inizio del mese di novembre ed ora ci tocca sentire la Provincia che si pavoneggia perché avremmo un indice di trasmissione del contagio R pari a circa 1. Ovvio che sia così, ve lo avevo anticipato già alcuni giorni fa. Ma se avessimo fatto il tampone molecolare di conferma a tutti i casi sintomatici i numeri sarebbero stati ben diversi.
Vediamo infine il quadro europeo. In termini cromatici la mappa europea si sta facendo un pochino meno "nera". Si notano finalmente alcune zone più chiare, segno che anche la seconda ondata della pandemia si sta avviando verso la fase calante. Notate che il Trentino appare più chiaro rispetto ad Alto-Adige e Lombardia solo perché i dati considerati sono quelli ufficiali (largamente sottostimati).
Tratto da ECDC |
Massimo Galli, direttore delle Malattie Infettive dell’Ospedale Luigi Sacco di Milano:
RispondiElimina“Se mettete a confronto la situazione delle terapie intensive e ospedalizzazione tra aprile e ora, vedete che la differenza non c’è, se non per una maggior diluizione tra le regioni”.
Ribadendo la soglia critica del 30% di riempimento e facendo vedere i numeri dei ricoveri (aggiornati a giovedì 19 novembre):
“C’è una grossa diatriba su quanti siano effettivamente i letti accessibili di terapia intensiva, sembrano un po’ a un certo punto i carri armati del Duce (che era solito spostare i mezzi così da farli sembrare più della realtà ndr.)”.
“Il punto è che se ufficializzi un dato e poi non hai un personale… se si parla di mobili e non di unità operative attivate, evidentemente ci si ritrova in crisi”.
Comunque la parola "fine" a queste affermazioni la metterà come al solito l'ISTAT che già ad inizio novembre aveva notificato un anomalo aumento della mortalità in Italia in coincidenza con l'arrivo della seconda ondata pandemica.
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presso il cimitero di trento i funerali sono stati
(periodo di riferimento 21 febbraio - 21 novembre di ogni anno):
2020 > 1370 funerali
2019 > 1164
2018 > 1191
2017 > 1232
2016 > 1177
2015 > 1173
2014 > 1183
media ultimi 6 anni: 1187
>> aumento 2020 in assoluto: 183 funerali in più
>> aumento 2020 in percentuale: 15.4 %