Secondo la stampa britannica il piano inglese denominato Operation Moonshot che dovrebbe aumentare considerevolmente la capacità di tracciare le persone virologicamente positive non starebbe dando gli esiti sperati. Il piano è basato sull'uso intensivo dei test rapidi Optigene Direct RT-LAMP Sembrerebbe che le prove preliminari effettuate a Manchester e Salford durante l'ultimo mese abbiano consentito di individuare solo circa il 50% delle persone virologicamente positive sottoposte a test. Da qui l'indicazione di usare tali test con molta attenzione e di evitare il loro utilizzo in ambienti potenzialmente critici come ospedali o RSA.
Notiamo che qualsiasi tipo di test (anche i cosiddetti tamponi molecolari) ha un certo margine di errore. Il problema è che se ci sono troppi "falsi negativi" si rischia di lasciare in circolazione troppe persone potenzialmente contagiose (la metà dei positivi sottoposti a test quando solo il 50% delle risposte positive viene individuata). Passando dal 50% al 75% di risposte positive esatte, i positivi non individuati sarebbero 1 su 4 che, dal punto di vista della circolazione complessiva del virus, fa una enorme differenza.
Per il momento parliamo di anticipazioni di stampa e non di una pubblicazione scientifica sottoposta al vaglio di referee. Si tratta comunque di una indicazione di possibili limiti nella affidabilità dei test veloci e della necessità di integrare tutti i tipi di test disponibili nell'ambito di una coerente strategia per la ricerca delle persone virologicamente positive.
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