Come prontamente segnalato da alcuni lettori di questo blog (che ringrazio per la segnalazione) da ieri è disponibile in rete la circolare relativa all'utilizzo dei test rapidi antigenici per l'individuazione (anche in assenza di test molecolare) dei nuovi contagi da SARS-CoV-2. Il testo lo trovate qui.
La tanto attesa circolare contiene indicazioni abbastanza precise sull'utilizzo dei test rapidi antigenici che si rifanno alle norme stabilite a livello europeo da ECDC. A mio avviso, la circolare contiene un elemento di forte debolezza quando si limita a "raccomandare" l'utilizzo di test antigenici che soddisfino alcuni requisiti minimi in termini di sensibilità e di specificità. Questo argomento era stato discusso in precedenti post.
Mi fa pensar male il fatto che non si escluda esplicitamente l'utilizzo dei test rapidi che non soddisfano i livelli minimi di sensibilità e specificità, ma si ci limiti a "raccomandare" di non utilizzarli. Parliamo, in particolare, di test di prima e seconda generazione, che talune Regioni hanno già acquistato in grandi quantità.
Non vorrei che, per evitare qualche pericolosa indagine della Corte dei Conti, si sia lasciata aperta una porta per l'utilizzo di questi test anche se tutti sanno che sono molto poco affidabili. Come diceva un noto politico "a pensar male si fa peccato", ma avrei preferito che i burocrati del Ministero della Salute avessero adottato una linea più ferma: continuare a utilizzare test di scarsa qualità può produrre un danno per la salute pubblica e quindi - a mio parere - dovrebbero essere assolutamente vietati.
C'è un altro punto che la circolare affronta e questa volta lo fa con estrema chiarezza. Mi riferisco, in particolare, all'utilizzo dei tamponi rapidi antigenici nei cosiddetti screening di massa, sull'esempio di quanto fatto alla fine dello scorso novembre in Alto Adige. La circolare chiarisce che "... se utilizzati correttamente, i test antigenici rapidi in un contesto a bassa prevalenza dovrebbero essere in grado di rilevare un caso altamente contagioso. In questo caso, un risultato positivo richiederà una conferma immediata". Alla luce della circolare, posso dire di non aver avuto torto quando suggerivo (inascoltato) alle Autorità sanitarie dell'Alto Adige di confermare con tampone molecolare i positivi dei loro screening di massa.
Un altro aspetto interessante della circolare riguarda il riferimento ai test rapidi antigenici di terza generazione che, sulla base di alcune analisi preliminari, sembrano mostrare caratteristiche confrontabili con quelle del tampone molecolare. Questi test rapidi di terza generazione integrano una tecnica che si chiama "microfluidica". Con questo termine si definisce una generazione di dispositivi nei quali una piccola quantità (meno di 1 picolitro) di un fluido viene contenuta e manipolata all'interno di strutture di dimensioni talmente ridotte da eliminare gli effetti dovuti alle forze di volume, facendo prevalere le forze di superficie. Si tratta di una tecnologia interdisciplinare che abbraccia fisica, ingegneria, microelettronica, chimica e biologia. Con questa tecnica è possibile costruire un vero e proprio "laboratorio di analisi" di dimensioni microscopiche che può essere contenuto in un dispositivo di dimensioni e costo ridotti. Un esempio di test Covid di terza generazione lo potete trovare qui.
In conclusione, la circolare finalmente stabilisce un punto fermo sul fatto che si debba comunicare e valutare il dato complessivo dei nuovi contagi, indipendentemente dal tipo di test utilizzato per individuarli. Questo dovrebbe porre fine alle tattiche elusive fin qui adottate dalla Provincia Autonoma di Trento. Sperem!
Non mi entusiasmano queste novità sui tamponi, perché poi c’è modo e modo di usarli e questo fa la differenza.
RispondiEliminaPreferisco i risultati concreti, comunque si ottengano e, per Trento, con i relativi confronti; eccoli:
ECCESSO DI MORTALITA’, per ogni causa, di città italiane 1-15 dic. 2020: TRENTO +100%, superata solo da VERONA +145%, più indietro BOLZANO +72%, VENEZIA +70%, Catania +62%, Latina +57%, Torino e Potenza +55%, Bologna +46%, Bari +39%, PADOVA e Roma e Viterbo +35%. In fondo all’elenco ci sono Messina +9%, Catanzaro +0%, TRIESTE -4%, Taranto -6%, Reggio Calabria -9%.
Fonte: C_17_pubblicazioni_2992_allegato.pdf (salute.gov.it) pag 10/45.
Allora, se nelle prime due settimane di dicembre, nel Comune di Trento, abbiamo avuto, per ogni causa, il doppio dei morti (+100%) rispetto a quelli che abbiamo di solito in questo periodo, e a novembre la situazione non era migliore (+96%) mentre la media delle città del Nord a dicembre è stata al +45% e nel Centro Sud al +29%, vuol dire che dobbiamo proprio aprire bar e ristoranti in città e soprattutto impianti di risalita e quindi bar e alberghi in montagna. Così, come diceva un commentatore di questo blog in modo ironico, possiamo fare da cavia e vedere cosa succede.
Non vado a cercare gli eccessi di mortalità per i vari Comuni trentini, soprattutto quelli in cui ci sono le RSA!! L’art. 438 CP è sempre a disposizione, per chi ostinatamente non vuol guardare i numeri del suo fallimento. Dovrebbe anche farlo riflettere l’enorme danno elettorale avuto al di là dell’Atlantico da chi ha sottovalutato la pandemia e ci ha rimesso il posto, pur avendo fatto molto bene, secondo me, in tanti altri settori.
Purtroppo il dato sull'eccesso di mortalità lo conosciamo solo dopo almeno uno/due mesi e quindi serve solo per ricostruire ciò che è successo, ma non per controllare la situazione in tempo reale.
EliminaQuanto ai tamponi è vero che i risultati dipendono da quanti se ne fanno e come si fanno. Tuttavia è possibile fare un rapido controllo di consistenza dei dati.
Ad esempio, se sale molto la quota delle persone positive over-70 vuol dire che si è smesso di fare i tamponi alle persone con sintomi meno gravi.
Succedeva nel marzo scorso: i tamponi si facevano praticamente solo a chi arrivava in ospedale con sintomi gravi e, se ricordate, gli asintomatici erano praticamente nulli. Quindi controllando la percentuale di asintomatici, la distribuzione per età dei contagiati ed i tempi medi che intercorrono tra contagio e guarigione si vedrebbe subito se qualcuno bara.
I controlli funzionerebbero ancora meglio se la Magistratura colpisse chi trucca i dati.
Pienamente d'accordo sull'ultima affermazione.
RispondiEliminaIl file. pdf è stato composto il 24 dicembre e porta i dati freschi di 9 giorni prima. Si dovrebbe poter avere un canale di informazione che faccia poi conoscere il file in tempi brevi.
Purtroppo ci sono dei tempi tecnici che non sono facilmente comprimibili.
EliminaPrima di tutto bisogna considerare che il tempo mediano tra contagi e decessi è dell'ordine di 12 giorni. Parliamo di mediana e quindi la metà dei decessi avviene dopo 12 giorni. Poi c'è il tempo di raccolta e di analisi dei dati. Difficile raccogliere dati affidabili prima che sia passato almeno un mese dai contagi che li hanno determinati.
Inoltre un sistema basato sull'eccesso dei decessi funziona solo nei momenti apicali dell'ondata pandemica. Quando il livello dei contagi si riporta su soglie "gestibili" (estate scorsa) i contagi in eccesso sono per fortuna molto pochi e si confondono con le fluttuazioni statistiche della mortalità ordinaria.
Il Ministero ha inviato nelle scorse ore una nuova circolare per aggiornare le definizioni di caso CoVid ai fini della sorveglianza e la strategia di testing e screening.
RispondiElimina"Vengono chiarite le modalità di utilizzo dei tamponi molecolari e dei test antigenici - ha commentato il presidente Maurizio Fugatti -, questi ultimi si devono utilizzare in particolare sui sintomatici.
ABBIAMO SEMPRE OPERATO IN QUESTO SENSO perché abbiamo sempre creduto sulla maggiore capacità di ottenere un risultato certo. Prendiamo atto di questa impostazione che abbiamo avuto fin all'inizio".
Non c'è ancora una comunicazione ufficiale che tenga conto di entrambe le metodologie di test; si aspetta ancora il ministero.
"Si deve passare al conteggio del numero degli antigenici. Ci devono dire ISS e Ministero della Salute come trattare questa situazione - dice Fugatti - perché ci sono Regioni che agiscono in un modo, altre in un altro modo e altre ancora non agiscono".
Nella Circolare c'è anche l'obbligo di tracciabilità di TUTTI I TEST nei sistemi informativi regionali.
"Gli esiti dei test antigenici rapidi o dei test RT-PCR, anche se effettuati da laboratori, strutture e professionisti PRIVATI accreditati dalle Regioni devono essere inseriti nel sistema informativo regionale di riferimento", si legge nel documento statale.
"A precisa richiesta, l'assessora Stefania Segnana - spiega Paola Demagri, consigliera provinciale in quota Patt - ci ha comunicato di non essere in possesso di questi dati, che ora auspichiamo ci vengano comunicati.
Se così fosse, ci sembra peraltro una mancanza quella di non disporre di questi numeri, almeno delle strutture convenzionate e accreditate, in quanto non ci sarebbe un totale controllo di quanto avviene in Trentino:
sono moltissime le aziende che intervengono per effettuare controlli sui dipendenti, così come i privati cittadini. Dati importanti per monitoraggio dell'emergenza".
La Giunta si era impegnata a inizio dicembre a rendere noti tutti i dati raccolti da APSS e dall’Assessorato tra ottobre e novembre che potessero fornire un quadro migliore dell’evoluzione dell’epidemia in Trentino.
Dopo diverse settimane questo non è ancora avvenuto e le minoranze hanno chiesto un'informativa all'esecutivo in Aula.
"E' necessario conoscere non solo i tamponi effettuati, ma anche la ratio e quante persone sono state effettivamente testate. Ci sono numeri troppo parziali per un'analisi davvero complessiva sulla situazione in Trentino, che sembra purtroppo più delicata di quanto si voglia far apparire", conclude Paola Demagri.
Luca Andreazza - ildolomiti.it
Questo è l'"Aggiornamento" del Ministero della Salute in proposito, datato 7 gennaio 2021: https://www.ordinifarmacistilombardia.it/files/definizione_caso_antig-definitivo_07.01.2021.pdf
EliminaQualcuno sa se sono arrivati in trentino i test antigenici di terza generazione? Per quanto ne so io (da verificare ovviamente) la PAT usa i Test di prima generazione, avendone fatta per tempo ampia scorta.
EliminaCredo che i test di terza generazione (microfluidici) li usino ancora in pochi, ma non ho informazioni certe per quanto riguarda la situazione specifica del Trentino.
EliminaIl problema è che di test in giro ce ne sono di tanti tipi e che, aldilà delle diverse tecnologie utilizzate, le caratteristiche di sensibilità e specificità variano moltissimo. Le specifiche che accompagnano i diversi tipi di test spesso sono poco affidabili perché si tratta di prodotti messi in commercio con una procedura d'emergenza e soggetti solo ad un numero limitato di verifiche.
Il rischio è quello di usare test molto poco affidabili (cosa che il Ministero non esclude perché si limita solo a "raccomandare" di non usarli).
Bisognerebbe mettere ordine nella questione ed eliminare eventualmente i test che non soddisfano i requisiti minimi. Questo vale sia per i laboratori pubblici che per quelli privati.
“What goes around comes around“ (chi la fa l’aspetti)
RispondiEliminaMatteo Lunelli - L’Adige – Trento – pagina 11
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“Chi la fa l’aspetti” è un proverbio italiano utilizzato frequentemente nel parlare comune, dal significato piuttosto chiaro: chi fa una cattiva azione, chi commette un torto deve essere pronto a ricevere una punizione equivalente; in altri termini, chi danneggia qualcuno deve aspettarsi di subire un danno dello stesso tipo (NdC).
Ieri il presidente Fugatti ha ribadito che “noi diamo all’ISS i dati relativi alle positività ai test antigenici rapidi dal 3 dicembre: ritengo che questi numeri vadano tenuti in considerazione nei conteggi diffusi dalla Protezione Civile Nazionale”.
Un concetto espresso anche dal dottor Antonio Ferro, che sostiene di inviare a Roma i numeri corretti e completi e che poi è Roma a prenderne in considerazione solo alcuni per decidere il colore delle zone.
Insomma adesso a chiedere trasparenza sono proprio Provincia e Azienda Sanitaria, dopo che per settimane l’accusa di mancata trasparenza era rivolta proprio a Provincia e APSS.
[…] Infine una nota sul numero medio dei TAMPONI MOLECOLARI fatti in Trentino: 2892 al giorno in novembre, 2406 al giorno in dicembre, 1796 al giorno nei primi undici giorni di gennaio.
(meno tamponi molecolari eseguiti, meno positivi rintracciati, meno molecolari “ufficiali” comunicati per settimana, forse forse il Trentino resta ancora zona gialla… NdC)
Vengono testate sempre meno “nuove persone”
RispondiEliminaMatteo Lunelli – L’Adige – Trento – 13 gennaio 2021
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Oltre ai numero medio mensile di tamponi molecolari in calo (2892 in novembre, 2406 in dicembre, 1777 nei primi tredici giorni di gennaio) c’è un evidente CALO CLAMOROSO che riguarda anche le “nuove persone testate”.
Ogni giorno infatti la Protezione Civile fornisce l’incremento sia del totale dei tamponi sia del numero di singoli cittadini che hanno effettuato il test.
Ebbene, in Trentino tra il giorno 1 novembre e il 13 dicembre abbiamo testato in media 701 “nuove persone” ogni giorno. Dal 13 dicembre al 12 gennaio la media è scesa a 346 “nuove persone” ogni giorno. Ma se consideriamo solo i giorni di gennaio, abbiamo testato solamente 305 “nuove persone” ogni giorno.
Cosa significano questi dati? La prima risposta e che evidentemente non stiamo più cercando il virus, non stiamo più facendo CONTACT TRACING (ma questo lo sapevamo da mesi).
E che ci limitiamo a usare il gold standard del tampone molecolare PRATICAMENTE SOLO per operazioni di screening – utilissime e fondamentali – negli ospedali e nelle RSA (e per i tamponi di conferma dell’uscita dall’infezione, NdC).
Chi ha sintomi (quindi una maggiore probabilità di risultare “positivo”) fa il tampone rapido in farmacia; chi deve, spesso per lavoro, avere una fotografia del proprio stato, ricorre privatamente al tampone molecolare.