La mia lettera aperta inviata ieri al dr. Benetollo ha sortito un ben magro risultato.
Mi sarei aspettato, se non delle scuse, almeno un cambio di passo, cominciando con il dare risposte almeno ad alcune delle tante domande ancora inevase. E invece lo abbiamo sentito ieri sera propinarci la solita favoletta secondo cui l'eccesso di ricoveri sarebbe dovuto al fatto che in Trentino ci sarebbero molti anziani che costituiscono il bersaglio ideale della Covid-19.
Malgrado non ci siano più dubbi sui dati relativi alla effettiva circolazione del virus, i vertici politici e sanitari del Trentino continuano con la solita litania dei "vecchietti" che non ha alcuna consistenza scientifica. Eppure lo sanno benissimo anche loro: gli anziani si contagiano perché il virus circola molto e, il più delle volte, arriva in casa portato involontariamente da parenti e/o badanti (basterebbe consentire l'accesso ai dati dei tracciamenti dei contagi e sarebbe facilissimo dimostrarlo).
Tra l'altro, l'uso intensivo dei tamponi antigenici ha portato alla mancata identificazione di un gran numero di persone a carica virale medio-bassa. Tutte queste persone hanno continuato a circolare liberamente, convinte di essere negative anche se non lo erano. Quante di queste persone hanno avuto contatti con parenti anziani? Sappiamo bene che per una persona anziana, con il sistema immunitario indebolito, basta anche una modesta esposizione al virus per essere contagiata.
Come ben documentato oggi da Il Dolomiti quella del Trentino che avrebbe molti più anziani rispetto alle altre regioni italiane è una colossale fake news. Anche l'Adige oggi ha approfondito l'argomento, mettendo in luce anche l'orario serale "sospetto" delle conferenze stampa fatte dalla Provincia, in ritardo rispetto ai tempi giornalistici. In questo modo i giornalisti non hanno il tempo per verificare i contenuti delle veline provinciali prima di trasmetterne i contenuti.
Ma l'ultima bufala provinciale è talmente grossa che non ci vuole molto tempo per smascherarla: basta consultare i dati ISTAT e si vede che il Trentino non è la Liguria. In realtà le cose vanno esattamente nella direzione opposta: l'indice di vecchiaia del Trentino è tra i più bassi d'Italia.
Dati ISTAT relativi alla composizione della popolazione di età superiore ai 65 anni. Il dato del Trentino è identificato con il segno rosso e si colloca in basso nella scala nazionale. La regione con più anziani è di gran lunga la Liguria. La figura (sorgente istat.it) è stata presa dall'articolo apparso oggi su Il Dolomiti |
Alla luce da quanto dichiarato dal dr. Benetollo, mi sembra di poter affermare che:
- Il dr. Benetollo non conosce bene i dati demografici del Trentino, cosa che mi sorprenderebbe assai, visto il ruolo da lui svolto al vertice della nostra Azienda Sanitaria
- il dr. Benetollo pensa che i cittadini siano dei creduloni pronti a bere tutto e crede di cavarsela con una fake news.
Luigi Zoppello – ladige.it – 28 gennaio 2021
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Le conferenze stampa della Giunta provinciale di Trento, trasmesse su Facebook alle 18 ogni giorno, non lasciano il tempo ai giornalisti di fare le domande e anche solo di rileggersi bene le dichiarazioni. Ma il giorno dopo, è tutto più chiaro alla luce del sole.
La provincia di Bolzano (come la Regione Veneto) queste conferenze stampa le fa la mattina, quando ha già tutti i dati in possesso e li ha trasmessi a Roma.
Ma a Trento l'abile regia dell'Ufficio Stampa predilige andare a ridosso dei TG. Che non possono far altro che "rilanciare". Senza il fact checking.