martedì 2 febbraio 2021

Finalmente – anche in Italia – faremo più attenzione alle nuove varianti virali?

Con una recente circolare di 11 pagine, il Ministero della Salute fa il punto sulla diffusione dei nuovi ceppi virali e fornisce una serie di importanti indicazioni volte a migliorare la capacità di riconoscere e isolare le nuove varianti.

Essendo caratterizzate da importanti mutazioni della proteina spike e dalla conseguente maggiore contagiosità (i dati su una possibile maggiore letalità non sono stati ancora confermati) queste nuove varianti metteranno a dura prova l’efficacia degli attuali vaccini. L’obiettivo della cosiddetta immunità di gregge rischia di diventare irraggiungibile, specialmente se accanto ai vaccini più efficaci useremo vaccini caratterizzati da una efficacia ridotta.

La situazione attuale è stata ben descritta dalle Autorità sanitarie olandesi: “In questo momento siamo sul bagnasciuga di una spiaggia, dopo l’arrivo di una forte ondata. Le acque si stanno ritirando, il peggio è passato e la situazione sembra tranquilla. Ma – al largo – si sta preparando una nuova onda che potrebbe essere molto più grande di quella precedente".

Speriamo che la nuova ondata non arrivi mai (o almeno arrivi molto smorzata), ma nel frattempo bisogna prepararci e non sottovalutare i pericoli. Lo abbiamo già fatto la scorsa estate, quando ci illudevamo che la seconda ondata non sarebbe mai arrivata.

La nuova circolare ministeriale chiede alle Regioni/PPAA di attivare sollecitamente una serie di azioni ben precise: il potenziamento del contact tracing, l’aumento della durata della quarantena quando si sospetta che circolino nuove varianti, l’uso esclusivo dei tamponi molecolari per verificare lo stato delle persone che hanno avuto contatti con un portatore di una delle varianti virali a maggiore contagiosità e – soprattutto - un monitoraggio serrato e ampio del genoma del virus.

Considerato lo stato generale del Paese e la frammentazione del Sistema sanitario italiano, c’è il rischio che la circolare rimanga una lista di “buone intenzioni”. Recentemente è stato costituito un consorzio che raggruppa i centri di ricerca in grado di effettuare i sequenziamenti. Conosco personalmente alcune delle persone che sono alla guida di questa iniziativa e vi assicuro che si tratta di scienziati di grande qualità. Contemporaneamente il Ministero della Salute stabilisce un obiettivo pari ad almeno 500 sequenziamenti casuali fatti nel corso di ciascuna settimana. Parliamo di una sorta di “minimo sindacale”, meno della metà rispetto a quello che fanno attualmente altri Paesi (parliamo ovviamente di numeri normalizzati rispetto alla popolazione).

Resta una domanda: “chi paga?”. I sequenziamenti costano, servano attrezzature e personale dedicato. Se pensiamo di scaricare questi costi sulle asfittiche finanze delle università e dei centri di ricerca italiani, rischiamo che la circolare ministeriale diventi una specie di “grida secentesca”.

Inoltre è importante che l’azione di identificazione e di contrasto alle nuove varianti avvenga in modo omogeneo su tutto il territorio nazionale. Se una o più Regioni/PPAA dovessero trascurare questo compito, finirebbero fatalmente per diventare un punto d'ingresso privilegiato per uno dei ceppi virali più contagiosi. È inutile circondare la città di spesse mura, se poi si lasciano alcune porte spalancate!

Gli altri aspetti salienti della circolare ministeriale riguardano le azioni che sono strettamente collegate alla maggiore contagiosità delle nuove varianti virali. In particolare, l’estensione della quarantena, l’uso esclusivo dei più sensibili tamponi molecolari, il tracciamento “vero” ovvero la messa in isolamento non solo dei conviventi (come succede oggi), ma anche dei contatti più stretti all’infuori dell’abitazione di residenza, sono azioni legate al fatto che i nuovi ceppi virali sono caratterizzati da una elevata contagiosità e quindi anche cariche virali medio-basse possono provocare un numero elevato di nuovi contagi (le cariche virali medio-basse sono quelle che oggi non rileviamo quando usiamo il tampone antigenico come strumento principale per trovare i positivi).

Alle prescrizioni incluse nella circolare ministeriale aggiungerei anche la raccomandazione di adottare regole meno “disinvolte” per la messa in quarantena della classi scolastiche, rivedendo le procedure adottate attualmente in Trentino. 

Una ulteriore osservazione riguarda l'attenzione che la circolare pone sui pazienti immunodepressi che rimangono positivi al virus per lungo tempo. Si tratta di persone che sono, potenzialmente, una vera e propria fabbrica di nuove varianti virali. In pratica, il sistema immunitario di questi pazienti riesce a tenere sotto controllo la diffusione del virus all'interno dell'organismo, ma  non riesce a debellarlo (succede, più o meno, quello che accade - a livello macroscopico - in un territorio caratterizzato da una elevata circolazione virale che viene tenuto in "zona gialla"). 

Qui non parliamo dei falsi positivi che si possono trovare a causa della permanenza nell'organismo di frammenti virali, non più in grado di contagiare altre persone, ma tali da generare un esito positivo all'esame molecolare. I pazienti immunodepressi possono rimanere virologicamente positivi (e infettivi) per periodi di tempo molto superiori ai classici 10-15 giorni che caratterizzano l'evoluzione tipica di tutti gli altri contagiati. Durante questo periodo, all'interno del loro organismo, possono prendere il sopravvento nuove varianti virali più contagiose che sono state casualmente create durante il processo di riproduzione del virus. In altre parole, oltre a preoccuparci della possibile importazione dall'estero di ceppi virali più contagiosi, dobbiamo stare attenti alle nuove varianti virali che potrebbero nascere in Italia.

Prima di concludere, aggiungo che l'utilizzo su larga scala dei nuovi farmaci basati su anticorpi neutralizzanti potrebbe paradossalmente favorire la diffusione di nuove varianti virali più contagiose e meno sensibili agli anticorpi "tradizionali". 

Insomma, i fattori da tenere sotto controllo sono numerosi e potrebbero influenzare pesantemente l'evoluzione della pandemia nel corso dei prossimi mesi.

Riassumendo, possiamo vedere il classico bicchiere “mezzo pieno e mezzo vuoto. È certamente positivo avere finalmente messo “nero su bianco” una serie di indicazioni coerenti e precise per l’identificazione ed il confinamento delle varianti virali più contagiose. 

I problemi sono quelli di sempre: i comportamenti discordanti che potrebbero essere adottati da Regioni/PPAA, la cronica mancanza di controlli che assicura l’impunità a coloro che violano le direttive ministeriali e la mancanza di finanziamenti adeguati.

Alla luce della nuova circolare ministeriale, è auspicabile che anche il Trentino attui sollecitamente una profonda revisione dei metodi utilizzati per la ricerca di nuovi positivi e per la messa in quarantena delle persone potenzialmente esposte al contagio.

1 commento:

  1. grazie professore per la precisa e puntuale esposizione,complimenti per la chiarezza!

    RispondiElimina