L'Agenzia Italiana per il Farmaco (AIFA) ha concesso l'autorizzazione per l'utilizzo degli anticorpi monoclonali utilizzabili come cura precoce della Covid-19 (Regeneron ed Eli Lilly).
Si tratta di un'arma in più a disposizione dei medici, anche se i nuovi farmaci debbono essere usati rispettando numerose prescrizioni. In particolare:
- Gli anticorpi monoclonali funzionano solo all'inizio della malattia, prima che sorgano le complicanze che, alla fine, sono la causa delle forme più gravi e possono portare al decesso.
- La somministrazione degli anticorpi monoclonali avviene in genere per via endovenosa e idealmente dovrebbe essere fatta nell'abitazione del malato in modo da evitare il ricovero. La selezione dei pazienti a cui somministrare il farmaco e la cura a livello domiciliare di queste persone è possibile solo se si dispone di una adeguata struttura che agisca a livello territoriale. La tempistica è essenziale, perché pochi giorni di ritardo renderebbero la cura molto meno efficace.
- La disponibilità di anticorpi monoclonali dovrebbe rapidamente aumentare nei prossimi mesi, anche grazie al completamento delle sperimentazioni che sono state avviate in Italia.
- C'è il problema dei costi elevati (parliamo di almeno un migliaio di Euro per dose). I costi potrebbero scendere in futuro, sia per il miglioramento dei processi produttivi, sia grazie alla identificazione di anticorpi più efficaci che permetterebbero di ridurre la quantità di anticorpi presenti in ogni singola dose. Va aggiunto che, almeno in parte, questi costi possono essere compensati dai risparmi che si ottengono riducendo i ricoveri in ospedale.
- Al momento c'è il rischio che questi farmaci siano facilmente accessibili solo per le persone più facoltose che non avrebbero difficoltà a rivolgersi a servizi sanitari privati (un po' come successe qualche mese fa quando un noto ospedale privato milanese aveva organizzato un costosissimo servizio a cui potevano rivolgersi i cittadini per effettuare il tampone molecolare nella propria abitazione).
- Rimane il problema della possibile variazione del virus. Non è detto che gli attuali anticorpi (selezionati durante la fase iniziale della pandemia) siano efficaci anche con i nuovi ceppi virali che si stanno diffondendo attualmente. L'identificazione e lo sviluppo di anticorpi monoclonali ottimizzati per le nuove varianti potrebbe richiedere alcuni mesi.
- I pazienti trattati con gli anticorpi monoclonali devono essere attentamente seguiti perché - sia pure in alcuni rari casi - potrebbero diventare loro stessi produttori di nuove varianti virali resistenti agli attuali anticorpi.
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