venerdì 19 febbraio 2021

Facciamo abbastanza sequenziamenti virali in Trentino?

Un recente articolo apparso su “il Dolomiti” nel quale si discuteva del sequenziamento virale del SARS-CoV-2 è stato recentemente contestato dall’Ufficio legale della Provincia Autonoma di Trento che ha fatto pubblicare una ferma smentita. Non entro nel merito della questione, ma condivido pienamente la conclusione che i legali provinciali hanno posto al termine della loro diffida quando parlano di:

notizie non veritiere e lesive dell'immagine istituzionale della Provincia e tali da generare nella popolazione ingiustificato allarme e sfiducia”.

Ovviamente la mia condivisione si estende alle notizie “non veritiere e lesive dell’immagine istituzionale della Provincia” che ci sono state propinate fino ad oggi proprio dalla Provincia a proposito dei contagi avvenuti durante lo scorso mese di novembre.

Tornando alla questione dei sequenziamenti virali fatti in Trentino, manca – tanto per cambiare – una informazione puntuale da parte della Provincia rispetto al numero di sequenziamenti fatti ed ai loro risultati. Le poche informazioni disponibili sono quelle che si possono raccogliere nelle conferenze stampa serali, spesso più orientate alla pura propaganda politica piuttosto che alla corretta e puntuale informazione dei cittadini.

Al momento, se ho capito bene, è stato trovato un solo caso di variante inglese e sono 4 i lotti di campioni virali sottoposti a sequenziamento. Quanti fossero esattamente i campioni virali contenuti in ciascun lotto e durante quale periodo di tempo siano stati raccolti, non sono in grado di dirvelo.

A fronte delle scarne informazioni diffuse a livello provinciale, qualche giorno fa l’Istituto Superiore di Sanità ha comunicato che, in Italia, la variante inglese avrebbe raggiunto una diffusione pari al 18%. Il dato - da intendersi come assolutamente preliminare - è quello medio stimato a livello nazionale (hanno partecipato all'indagine 16 Regioni/PPAA su 21), ma il Trentino non è stato incluso in questa prima stima perché, quando è stata fatta, l'ISS non aveva ancora ricevuto alcuna informazione su sequenziamenti fatti dal Trentino. Quindi, almeno qualche ritardo in Trentino c’è stato.

Sperando che i ritardi vengano sollecitamente recuperati, vediamo quale sarebbe il livello minimo di sequenziamenti che il Trentino dovrebbe fare ogni settimana per avere il pieno controllo della situazione. Partiamo dal dato dei nuovi contagi che attualmente viaggiano intorno ai 1.400 casi settimanali, con una leggera tendenza all’aumento. Se volessimo tenere la situazione sotto controllo, dovremmo sequenziare almeno il 5% di tutti i nuovi casi, ovvero almeno 70 sequenziamenti settimanali.

Ammesso che la diffusione della variante inglese in Trentino sia allineata con la stima nazionale comunicata dall’ISS, ci aspetteremmo di trovare mediamente 14 sequenze “inglesi” alla settimana. Parliamo ovviamente di un dato medio, che potrebbe essere influenzato da forti oscillazioni statistiche.

Il singolo caso di variante inglese trovato fino ad oggi in Trentino, aldilà delle fluttuazioni statistiche, ci conferma che – almeno fino ad oggi – i sequenziamenti fatti sono stati troppo pochi. Non c’è alcun motivo per credere che il Trentino sia “un’isola felice” dove le varianti virali più contagiose si prendono solo “se si va a cena con i foresti. Quest’idea fa il paio con le favolette del “Trentino unica zona gialla/quasi bianca d’Italia” o del “Trentino con l’indice Rt più basso d’Italia”.

Chi vuole salvaguardare “l’immagine istituzionale della Provincia” smetta di trattarci come sudditi ignoranti e ci dica finalmente tutta la verità.

2 commenti:

  1. Ricapitolando:
    - a fine giugno 2020 la PAT è stata costretta ad aggiungere 387 casi che aveva non conteggiato - per scelta - giorno dopo giorno;
    - da inizio novembre 2020 sono stati tenuti tatticamente nascosti 13.300 nuovi contagiati in quattro settimane;
    - da inizio pandemia non vengono resi noti i dati completi sulla prevalenza e la letalità del virus nelle singole RSA in Trentino;
    - nemmeno sui dati scolastici i conti della PAT tornano, dato che la percentuale di positività complessiva del PERSONALE SCOLASTICO di ruolo è stata forzatamente abbassata prima di confrontarla con quella della popolazione generale (mentre su ALUNNI E STUDENTI i dati non sono stati proprio forniti)

    … viene da chiedersi: riguardo ai tamponi positivi, consegnati dal Trentino all’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie di Legnaro (Padova), sapremo mai il numero totale, il numero settimanale, quante sono le mutazioni tipiche delle varianti di interesse (inglese, brasiliana, sudafricana), la percentuale “mutazioni su totale campioni”?

    Finora: “abbiamo un accordo con IZSVe”, “li abbiamo già mandati”, “non ci hanno ancora fatto sapere niente”, più GLI AUSPICI del dottor Ruscitti, LA PREOCCUPAZIONE del dottor Ferro, IL PRIMO CASO che il Presidente Fugatti ci ha "concesso".

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  2. E siamo a due casi "ufficiali"
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    Negli scorsi giorni è stato identificato un primo caso di variante inglese del Covid-19. "Una situazione che è in continuità con la vicina Provincia di Bolzano. E' stato poi trovato UN SECONDO CASO - aggiunge il direttore dell'APSS - un test analizzato alla Fondazione Mach".

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