domenica 28 febbraio 2021

Qualche dato sul prossimo rapporto settimanale ISS (numero 42)

Il prossimo 5 marzo uscirà il rapporto settimanale numero 42 dell'Istituto Superiore di Sanità. Il rapporto farà riferimento ai contagi avvenuti nella settimana che si conclude oggi, 28 febbraio. Ecco alcuni dati del Trentino e dell'Alto Adige che appariranno nel rapporto.

Indicatore 3.1: contagi segnalati alla Protezione Civile Nazionale nel corso delle ultime due settimane (tra parentesi il dato della scorsa settimana):

Trentino: 3727 (3074) +21,2%
Alto Adige: 5332 (7108) -25,0%

Indicatore 3.4: Contagi registrati nella settimana in corso (tra parentesi il dato della scorsa settimana). I valori segnalati a ISS potrebbero essere lievemente differenti:

Trentino: 2076 (1651) +25,7%
Alto Adige: 2314 (3018) -23,3%

Qui di seguito riporto le stime per l'indice di trasferimento del contagio Rt (indicatore 3.2) stimato secondo il mio modello empirico. Il dato incluso nel prossimo rapporto ISS sarà quello del 17 febbraio, indicato in figura con il cerchio di colore arancione:


Stima empirica dell'indice Rt di Trentino e Alto Adige (punti blu). I punti rossi sono le stime rilasciate dall'ISS. Il cerchio arancione è la mia stima per l'indice che sarà pubblicato da ISS venerdì 5 marzo

Indicatore 3.8: tasso di occupazione dei posti di terapia intensiva. La soglia di allarme è pari al 30% Nel rapporto ISS verrà usato il dato aggiornato a martedì prossimo 2 marzo. Il dato mostrato qui sotto odierno (tra parentesi il dato della scorsa settimana). I valori aggiornati li potete trovare qui:

Trentino: 43% (36%) in peggioramento, sopra soglia critica
Alto Adige: 33% (33%) stabile, sopra soglia critica

Indicatore 3.9: tasso di occupazione dei posti di area non critica. La soglia di allarme è pari al 40%. Nel rapporto ISS verrà usato il dato aggiornato a martedì prossimo 2 marzo. Il dato mostrato qui è quello odierno (tra parentesi il dato della scorsa settimana):

Trentino: 32% (30%) in peggioramento, ma sotto soglia critica
Alto Adige: 40% (47%) in miglioramento, di poco sopra soglia critica

Concludo con il dato dei contagi settimanali normalizzati rispetto al numero di abitanti che ritroveremo nella tabella finale del documento di descrizione degli indicatori ISS.

In questi giorni si sta discutendo di adottare la soglia di 250 nuovi contagi settimanali per ogni 100.000 abitanti per introdurre chiusure diffuse nelle Scuole. La norma non è ancora stata adottata e non sappiamo se entrerà effettivamente in vigore. In attesa di conoscere le decisioni governative, ecco i dati:

Trentino: 385    contagi settimanali per ogni 100.000 abitanti
Alto Adige:  437    contagi settimanali per ogni 100.000 abitanti

Sulla base dei dati fino ad oggi disponibili, possiamo anticipare che giovedì 4 marzo ECDC confermerà sia per il Trentino che per l'Alto Adige la classificazione di zona al massimo livello di rischio (dark red). ECDC effettuerà le sue valutazioni martedì 2 marzo, ma i livelli dei contagi attuali sono abbondantemente sopra ai limiti stabiliti da ECDC (500 contagi nell'arco delle ultime due settimane per ogni 100.000 abitanti). In data odierna (28 febbraio) i livelli sono:

Trentino: 690    contagi nelle due ultime settimane per ogni 100.000 abitanti
Alto Adige:  1.006    contagi nelle due ultime settimane per ogni 100.000 abitanti

6 commenti:

  1. Speriamo arrivino in fretta i vaccini, soprattutto Astrazeneca la cui carenza rispetto a quanto preventivato pare essere l'anello debole della campagna vaccinazioni!

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  2. Confrontando gli effetti positivi del confinamento stretto in zona rossa e quelli scarsi delle zone gialle e arancioni con tante deroghe, si vede che la gestione della pandemia è anzitutto un problema di ORDINE PUBBLICO, molto più che di tipo sanitario. I Paesi che sanno come fare hanno bloccato la pandemia criminalizzando gli infetti, così quasi la totalità dei cittadini ha potuto vivere, già dopo due mesi, pressoché normalmente. Tra non molto, verrà poi il tempo in cui poter vaccinare in 6 mesi 3/4 della popolazione.

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  3. Francamente non riesco a capire perché la classificazione delle zone continui a basarsi in parte su indicatori vecchi di due o tre settimane, in particolare per il calcolo dell'indice Rt. Non sono un'esperta, ma leggendo qua e là ho capito che esistono metodi cosiddetti "istantanei" per il suddetto calcolo. Si tratta, se capisco bene, di metodi meno precisi, ma cosa c'è ne facciamo di un dato più preciso ma non più attuale? Si continua ad inseguire il virus e ad ogni inasprimento delle misure corrispondono feste e assembramenti da "ultimo giorno in zona gialla". Personalmente al momento vedo due problemi: uno politico/ istituzionale riguardo a decisioni e parametri, uno di ordine pubblico relativamente all'assenza di controlli. Trovo sia triste dover avere sempre la pistola puntata alla testa per convincersi a seguire le regole, ma se le cose stanno così, non vedo altra soluzione che inasprire non tanto le misure, quanto i controlli.

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    1. Sono tutte questioni concatenate tra loro.

      Usando indicatori ormai superati dalla realtà dei fatti, si rischia di intervenire troppo tardi, aggiungendo danni a danni.

      Solo l'Italia ha scelto di seguire questa strada e questa - secondo me - è una colpa grave del Comitato Tecnico Scientifico dove non ci sono esperti in grado di comprendere la reale consistenza dei dati su cui il CTS basa le sue decisioni. Sarebbe bastato inserire due esperti dell'ISTAT per mettere in evidenza la instrinseca debolezza scientifica del sistema dei 21 indicatori ISS.

      L'enfasi posta (solo in Italia) sull'indice Rt è sintomatica della limitata capacità di comprendere come stanno effettivamente le cose.

      Non possiamo lamentarci se cresce la sfiducia oppure se le persone non rispettano le regole, quando vediamo che le decisioni sono prese in ritardo oppure che i provvedimenti di contenimento della circolazione virale possono essere facilmente elusi adottando tattiche di mascheramento della reale situazione pandemica.

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  4. Quindi, da queste previsioni, lei crede che la provincia di Trento rimarrà arancione e probabilmente diventerà rossa la settimana seguente?

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    1. Io mi limito ad esporre alcuni dati oggettivi, ma non mi azzardo a fare previsioni.

      Le scelte del Comitato Tecnico Scientifico sono sempre sottoposte ad ampi margini di discrezionalità ed inoltre io non conosco i dati dei contagi sintomatici che la Provincia ha comunicato all'ISS (sui quali l'ISS stima il suo indice Rt). Le mie stime dell'inidce Rt sono abbastanza affidabili come tendenza generale, ma sul valore assoluto possono esserci differenze significative

      Bologna oggi è stata messa in zona rossa dalle Autorità regionali dell'Emilia Romagna perché ha raggiunto livelli di circolazione del virus simili a quelli del Trentino. Ricordo che il Trentino, pur facendo un numero largamente inferiori di tamponi rispetto all'Alto Adige, è preceduto - su scala nazionale - solo dall'Alto Adige come livello dei contagi.

      Ragionevolmente, il Trentino dovrebbe essere in zona rossa già adesso. Ma le Autorità politiche e sanitarie del Trentino hanno adottato una tattica "svedese" e lasciano che il virus corra senza preoccuparsi troppo di contenerlo.

      Purtroppo gli ospedali si stanno saturando nuovamente e da qui ad un paio di settimane avremo anche più decessi, anche se avendo vaccinato gli ospiti delle RSA - almeno su quel fronte - i danni saranno molto attenuati. Purtroppo gli ultra-ottantenni vaccinati sono ancora troppo pochi e di vaccinare gli ultra-settantenni non se ne parla ancora.

      Sono scelte politiche e chi le fa se ne assume le responsabilità.

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