venerdì 5 febbraio 2021

Aggiornamento settimanale del 5 febbraio: i contagi salgono o scendono?

Eccoci al consueto aggiornamento settimanale del venerdì sera. Oggi l'Istituto Superiore di Sanità ha rilasciato una dichiarazione - a mio avviso - ambigua: "il valore dell'Rt medio dell'Italia resta stabile a 0.84, ma si osserva un lieve generale peggioramento della epidemia con un aumento nel numero di regioni classificate a rischio alto".

Ancora una volta  l'ISS gioca con l'indeterminazione della stima dell'indice Rt nazionale, il cui valore medio è uguale a quello della scorsa settimana (inferiore ad 1), ma l'ampiezza della barra d'errore è aumentata e questa settimana copre l'intervallo 0,76 - 1,02. Vediamo quindi l'andamento dei contagi per cercare di capirci qualcosa:

Nuovi contagi giornalieri rilevati a livello nazionale. Elaborato su dati della Protezione Civile Nazionale

Il quadro generale è abbastanza chiaro: dopo il picco registrato intorno alla metà di novembre, i contagi sono discesi abbastanza rapidamente fino a circa metà dicembre. Le festività natalizie hanno portato ad una limitata crescita dei contagi, anche grazie alle zone rosse generalizzate che hanno limitato la circolazione del virus. Da metà gennaio in poi i contagi stanno discendendo molto lentamente. 

Se disaggreghiamo i dati su base regionale, si trovano andamenti molto diversi tra loro. Qui di seguito mostro il dato dei contagi giornalieri per ogni 100.000 abitanti tratto dal sito quantitas.it che elabora questi dati per conto della Regione Veneto. Il grafico è stato elaborato utilizzando i dati forniti quotidianamente dalla Protezione Civile Nazionale. Le Regioni/PPAA del Nord-Est sono identificate tramite un riquadro di colore azzurro (Alto Adige), rosso (Trentino), nero (Friuli) e verde (Veneto).

Contagi giornalieri per 100.000 abitanti, filtrati con media mobile a 7 giorni. Le Regioni/PPAA sono ordinate in base al valore decrescente dell'ultimo giorno disponibile (5 febbraio). Il grafico è tratto dal sito quantitas.it.
 

Si nota la vera e propria "terza ondata" che ha colpito l'Alto Adige (riquadro azzurro). Il dato del Veneto (riquadro verde) mostra la forte crescita dei contagi innescata dalle vacanze di fine anno che, comunque, è stata rapidamente riportata sotto controllo. I dati del Trentino (riquadro rosso) sono quelli ufficiali, largamente sottostimati fino allo scorso 15 gennaio. Durante il picco di novembre il livello dei contagi giornalieri inTrentino era mediamente pari a circa 130 contagi per ogni 100.000 abitanti

I dati sul numero di persone ricoverate in terapia intensiva ci aiutano a capire meglio l'andamento reale del contagio:

Numero di pazienti ricoverati nei reparti Covid di terapia intensiva, riferiti ad un campione di 100.000 abitanti. I dati sono filtrati con media mobile a 7 giorni. Le Regioni/PPAA sono ordinate in base al valore decrescente dell'ultimo giorno disponibile (5 febbraio). Il grafico è tratto dal sito quantitas.it. Questo dato non dipende dal numero di posti disponibili (almeno fino a che non si verificano problemi di saturazione)

L'andamento osservato a livello regionale è estremamente variabile, sia come valore assoluto che come andamento temporale del numero di persone ricoverate.  In particolare, attualmente Umbria e Provincia Autonoma di Bolzano mostrano una forte crescita. A livello complessivo, il dato nazionale (non mostrato in questa figura) mostra una timida discesa.

In diverse Regioni/PPAA italiane è stata segnalata la presenza di ceppi virali d'importazione, caratterizzati da un elevato livello di contagiosità. Non abbiamo dati certi a causa delle carenze nella rete italiana per il sequenziamento virale, ma stando così le cose non c'è da stare tranquilli anche perché - a causa dei ritardi nelle forniture - la campagna vaccinale sta procedendo molto più lentamente rispetto a quanto sarebbe stato auspicabile.

Il discorso appena fatto lo possiamo riassumere tramite l'indicatore Rt. Si vede chiaramente un massimo locale registrato tra il 6 ed il 13 gennaio.

Indice di trasferimento del contagio stimato a livello nazionale. I punti rossi sono le stime di ISS basate sui soli casi sintomatici. I punti blu ed i valori numerici sono il risultato del mio modellino empirico che considera tutti i contagi (dati della Protezione Civile Nazionale). La stima per il prossimo 10 febbraio è solo una proiezione che utilizza i dati disponibili fino ad oggi.

Riassumendo, l'indice Rt è diventato pari ad 1 intorno alla metà di novembre (picco della seconda ondata pandemica). La discesa dell'indice si è arrestata a metà dicembre. L'indice è tornato brevemente sopra ad 1 subito dopo le vacanze di fine anno, poi è sceso ed attualmente (secondo le mie stime) si sta riavvicinando ad 1, pur restanto leggermente sotto a tale valore (i contagi continuano lievemente a scendere).

Si tratta di una situazione che tecnicamente potremmo definire "metastabile", da cui si può uscire solo in due modi:

  1. Attivando finalmente una rapida discesa, ovvero portando l'indice Rt vicino a 0.5 per almeno 3-4 settimane, fino a che i livelli di circolazione del virus saranno così bassi da consentire un efficace tracciamento dei contagi.
  2. Con una forte crescita dei contagi così come sta succedendo localmente in Alto Adige, anche se - come ricordato prima - non abbiamo la certezza che ciò sia dovuto alla circolazione diffusa di nuovi ceppi virali (e speriamo veramente che non sia così perché se fosse vero sarebbe estremamente difficile evitare che si propaghino al resto del Paese). Ricordo che anche il presidente Zaia, subito dopo Natale parlava di variante inglese per spiegare il forte aumento di contagi che era stato registrato in Veneto. Poi la situazione è stata riportata rapidamente sotto controllo a dimostrazione che, più che di variante inglese, si era probabilmente trattato dei troppi festeggiamenti natalizi che i cittadini veneti avevano fatto in barba alle regole imposte a livello nazionale.

La situazione dei ricoveri ospedalieri è compatibile con lo scenario che vi ho appena descritto:

Derivata logaritmica dei ricoveri nei reparti Covid degli ospedali italiani

Anche per i ricoveri, vediamo un massimo della derivata logaritmica registrato ad inizio gennaio, seguito da una discesa che attualmente sta mostrando segni di "debolezza". Tra l'altro molte Regioni/PPAA hanno imparato dall'Alto Adige a far sparire dal numero dei ricoveri le persone meno gravi che sono state trasferite in cliniche private ed altre strutture sanitarie e questo potrebbe aver "abbellito" i dati delle settimane più recenti. Entro un paio di mesi dovremmo vedere una significativa decrescita dei ricoveri dovuta all'effetto protettivo dei vaccini fatti alle persone più anziane, ma - per il momento - è troppo presto per cogliere andamenti di questo tipo.

Il dato nazionale (linea nera) sulle nuove entrate in terapia intensiva è rimasto pressoché stabile fino a metà gennaio e, da allora in poi, mostra una lieve tendenza a scendere:

Nuove entrate settimanali nei reparti di terapia intensiva riferite ad un campione di 100.000 abitanti. elaborato su dati della Protezione Civile Nazionale

Stranamente, nel corso dell'ultima settimana, i dati di Veneto (linea azzurra), Trentino (linea rossa) ed Alto Adige (linea verde) si sono "appiattiti" sul dato nazionale (linea nera). Nelle settimane precedenti le fluttuazioni erano state molto più ampie. Prendo nota di questo fatto, ma non ho una motivazione plausibile per spiegarlo.

Concludiamo con una buona notizia: dopo mesi in cui il Trentino primeggiava a livello nazionale, finalmente questa settimana i decessi Covid in Trentino sono finiti in fondo alla triste "classifica", molto al di sotto della media nazionale:

Elaborato su dati della Protezione Civile Nazionale

Ricordo che la settimana scorsa il dato dei decessi del Trentino era stato gravato da un consistente numero di lutti che non erano stati conteggiati a novembre e dicembre. Senza questo contributo, già la scorsa settimane il dato del Trentino sarebbe sceso sotto alla media nazionale.

Emerge, nel confronto tra le diverse Regioni/PPAA, il caso dei decessi registrati in Friuli V. G. che - a differenza di quanto accaduto per il Trentino - si attestano ancora su livelli elevatissimi.

Ricordo che la mediana del tempo che passa tra la diagnosi ed il momento del decesso è pari a 11 giorni, ma la distribuzione è molto asimmetrica come mostrano i dati analizzati in un recente studio elaborato da ISS:

Distribuzione del tempo trascorso tra il giorno di diagnosi ed il decesso. Il dato che si riferisce a tempi negativi riguarda le diagnosi fatte post-mortem. Tratto dal Rapporto ISS COVID-19 • n. 1/2021

In pratica, i decessi che si osservano nel corso della settimana potrebbero essere legati a casi diagnosticati fino a uno - due mesi prima. 

Se guardiamo i dati dei contagi del Friuli V. G. e li confrontiamo con quelli delle altre Regioni/PPAA (figura mostrata all'inizio di questo post) non c'è evidenza di un eccesso di contagi che possa spiegare il persistente ed altissimo livello di decessi che è stato riscontrato in Friuli V. G. 

La motivazione di questo strano comportamento potrebbe essere attribuita ad una fluttuazione statistica, oppure il Friuli V. G. potrebbe aver registrato una forte incidenza dei contagi in ambienti ad alto rischio come, ad esempio, le RSA.




 


6 commenti:

  1. Covid FVG. Allarme dallo Spi Cgil: “Nelle Rsa 3.000 contagi fra gli ospiti e 700 fra gli operatori”
    quotidianosanita.it – 21 dicembre 2020

    La seconda ondata di Covid 19 sembra essersi accanita sulle RSA regionali con ancora più violenza che nella prima ondata. Secondo i dati di metà dicembre circa il 30% degli ospiti è positivo e il contagio ha colpito oltre il 10% degli operatori sanitari. Le cause, secondo il Sindacato dei pensionati Italiani Cgil FVG, sono legate all’inerzia delle istituzioni e alla mancanza di un prioritario e strategico impegno che potenzi la sanità territoriale e di prossimità.

    Continuano a pesare i contagi ed i decessi nelle case di riposo in FVG. In queste strutture prevedere le suddivisioni, l’isolamento e le cure fra chi è Covid+ con i Covid free risulta essere molto difficile non solo per carenza di personale ma anche per come sono strutturate le RSA. Inoltre, secondo i sindacati, dopo quasi un anno da inizio pandemia, manca ancora un piano di potenziamento del servizio sanitario, con l’assunzione del personale e il rafforzamento dei servizi di prevenzione.

    “Le case di riposo nascono come residenze per anziani – illustra Roberto Treu, segretario generale Spi Cgil Fvg – CON LE SOLUZIONI PIU’ BIZZARRE. Ci sono residenze all’interno di palazzi e ve ne sono altre la cui costruzione risale ad un secolo fa, quando erano concepite come vere e proprie case.

    Ancora oggi mancano dei protocolli omogenei tra le diverse
    province e quindi fra le diverse Aziende Sanitarie, sia rispetto allo screening del personale sia rispetto alla gestione del rischio da contagio”.

    RispondiElimina
  2. Nelle RSA del FVG risultano ospiti vaccinati eppure infettati
    Lara Boccalon – rainews.it/tgr/fvg/ - 22 gennaio 2021

    Positivi al Coronavirus DOPO AVER RICEVUTO la prima dose di vaccino. E' il nuovo fronte che si è aperto nelle case di riposo della regione dove si era arrivati a una copertura media del 70%. A segnalarlo i dipartimenti di prevenzione. I numeri sono ancora piccoli ma preoccupano.

    Per l'Azienda Sanitaria Universitaria Friuli Centrale al momento il problema riguarda 5 delle 41 strutture per anziani dove i vaccini sono già stati somministrati. Fra esse anche “La Quiete” di Udine che ancora conta una settantina di contagiati. A Pordenone qualche caso alla “Umberto primo”.

    "In un periodo di alta incidenza e prevalenza del virus è possibile che accada - commenta il direttore della clinica di malattie infettive dell'ospedale di Udine Carlo Tascini, ricordando che la prima dose di questo vaccino può non essere sufficiente a sviluppare la risposta immunitaria che si ha solo dopo sette/dieci giorni dalla seconda".

    "Può accadere che qualcuno tra i vaccinati ce l'abbia già in questa fase e in caso di contagio possa sviluppare una forma più attenuata della malattia - aggiunge Tascini, secondo il quale "i richiami a questi pazienti vanno fatti comunque ma solo se clinicamente guariti e senza sintomi".

    Il timore dei gestori delle case di riposo è di non riuscire a contenere L’ANCORA ALTA DIFFUSIONE DEL VIRUS prima che si proceda con le seconde dosi.

    Sempre alla “Umberto primo” come anche a “Casa Serena” di Pordenone si è per questo arrivati a fare tamponi sul personale OGNI GIORNO.

    Si segnalano contagiati intanto anche tra gli stessi operatori delle strutture che si sono già vaccinati, come alla residenza per anziani “Zaffiro” di Martignacco alle prese tra l'altro con un centinaio di positività tra i suoi 130 ospiti emerse lo scorso week end proprio mentre stava per cominciare con le vaccinazioni, POI SOSPESE.

    Due medici tra cui l'USCA stanno monitorando la situazione che risulta sotto controllo anche nella casa di riposo di Magnano in Riviera che fa capo allo stesso gruppo e dove si contano una trentina di contagiati.

    RispondiElimina
  3. TGR FRIULI VENEZIA GIULIA

    www.rainews.it/tgr/fvg/
    dati-bollettino-covid-coronavirus-FVG-21-gennaio 2021

    Sono stati 663 i nuovi contagi rilevati e riportati nel bollettino odierno (16 gennaio 2021) della Protezione civile del Friuli Venezia Giulia. Le positività sono state individuate effettuando 7.157 tamponi molecolari. Ad essi si aggiungono altri 8 casi positivi già emersi al tampone antigenico nei giorni scorsi e confermati da test molecolare. Sono inoltre 2.024 i test rapidi antigenici realizzati dai quali sono stati rilevati 199 nuovi casi.

    I decessi registrati oggi sono stati 32, ai quali si aggiungono 3 morti pregresse afferenti al periodo tra il 14 dicembre 2020 e il 10 gennaio 2021. I ricoverati attuali nelle terapie intensive sono 66 e quelli in altri reparti 682.

    Nel dettaglio, nel settore delle RSA sono stati rilevati 106 casi di positività tra le persone ospitate nelle strutture regionali, mentre gli operatori sanitari risultati contagiati all'interno delle stesse sono in totale 8.

    RispondiElimina
  4. altoadige.it - 10 febbraio 2021

    Il lockdown duro in Germania sarà prolungato fino al 7 marzo. È quanto emerge dal vertice fra Stato e Regioni, appena terminato, sulle misure anti-Covid. La riapertura delle scuole in Germania sarà decisa dai Laender.

    Il lockdown è stato prolungato fino al 7 marzo perché per quella data si ritiene che il livello dei 50 nuovi contagi su 100 mila abitanti per 7 giorni sia stato raggiunto in tutta la Germania, ha spiegato Angela Merkel alla stampa.

    RispondiElimina
  5. Il Suo modellino semi-empirico pare funzionare bene
    ---------------------------------------------

    Venerdì 12 febbraio 2021 - L'Rt medio nazionale sale ma resta ancora sotto 1, cioè la soglia considerata critica. Questa settimana il dato arriva a 0,95 (la media tra 0,86 e 1,06) contro lo 0,84 della scorsa settimana e pure di quella precedente. Gli esperti temono si tratti del preludio a una ripresa dell'epidemia, trainata anche dalle varianti.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Alla fine, qualsiasi sia il livello di sofisticazione del modello utilizzato, i numeri - più o meno - tornano perché parliamo sempre della stima di un indicatore abbastanza grossolano.

      Secondo me, non ha molto senso perderci troppo tempo. Ma agli epidemiologi piace esprimere concetti molto semplici (i contagi salgono o scendono?) con formalismi un po' barocchi (l'indice Rt è maggiore o minore di 1?). E soprattutto privi di qualsiasi capacità predittiva.

      Purtroppo in Italia i decisori politici non lo hanno capito.

      Elimina