giovedì 11 febbraio 2021

Perché domani l'indice Rt del Trentino non sarà "il più basso d'Italia"

Il Presidente pro-tempore della Provincia Autonoma di Trento ed i suoi fedelissimi oggi "cascano dal pero" e non sanno spiegare perché da domani l'indice Rt del Trentino non sarà "il più basso d'Italia".

Si sono anche sorpresi per i dati ECDC ed hanno chiesto lumi all'Istituto Superiore di Sanità, ignorando apparentemente che ECDC non usa il database ISS, ma quello della Protezione Civile Nazionale.

Rimango sempre sorpreso a vedere tanta superficialità ed improvvisazione. 

Comunque, almeno per l'indice Rt, la spiegazione è molto semplice: è finito il giochino - portato avanti fino alla scorsa settimana grazie alle discutibili decisioni dell'ISS - di non considerare nel calcolo dell'indice Rt i tamponi antigenici non confermati con il tampone molecolare.

Domani - a quanto pare - saranno valutati tutti i contagi, anche quelli antigenici. Ed ecco che magicamente l'indice Rt del Trentino "più basso d'Italia" non sarà più tale. Speriamo che non sia cresciuto troppo, perché altrimenti saranno guai seri.

Una domanda conclusiva, per la notte: non credete che se, invece di ricorrere a interpretazioni fantasiose delle norme, avessimo affrontato la pandemia con maggiore serietà, attuando per tempo le necessarie restrizioni, oggi la situazione sarebbe meno problematica?

7 commenti:

  1. Il Trentino rischia da domani di essere "zona arancione", Fugatti preoccupato: "Ospedalizzazioni e Rt in aumento"
    Gigi Zoppello – ladige.it - 11 febbraio 2021

    Il Trentino domani (venerdì) saprà se rimarrà in zona “gialla” o peggiorerà. Il presidente Maurizio Fugatti, nella conferenza stampa di poco fa, si è detto «molto preoccupato». E quindi c’è il forte rischio che da domani la nostra provincia diventi zona “arancione”.

    Fugatti lo ha detto ammettendo di essere «molto preoccupato» per alcuni indicatori in peggioramento: «Oggi, come già ieri, abbiamo un forte aumento dei ricoveri ospedalieri. Oggi ne contiamo 26 in più, pensiamo che il 9 gennaio erano 18 e la settimana prima in media 12 o 13. Negli ultimi 2 o 3 giorni abbiamo avuto un aumento significativo».

    L’altro problema è il nostro Rt - cioè l’indice di trasmissibilità del virus - che è molto aumentato ed è sopra la media nazionale. Fugatti, che quando l’Rt era basso dava minuziosamente le cifre con i decimali, adesso dice che il nostro Rt «è al di sopra delle medie nazionali», ma non dice di quanto.

    Ergo? «Dalle interlocuzioni di oggi ci viene detto - in forma non ufficiale - che c’è una situazione generale del Trentino che ci mette a rischio di passare a zona arancione». Il che comporta molte conseguenze, ad esempio non si potrebbero aprire gli impianti di sci, dopo che la giunta ha già fatto un’ordinanza per il giorno 17 febbraio. Idem per gli spostamenti fra regioni: non ci potranno essere spostamenti di turisti.

    Perché siamo peggiorati negli ultimi giorni?
    Alla fine della conferenza stampa è stato il dottor Antonio Ferro, dell'Azienda Sanitaria, a lasciarsi scappare una probabile fonte: "Ci preoccupano molto le varianti che circolano in Italia". In Trentino non ci sono ancora casi di varianti accertate, ma una serie di tamponi sono stati inviati a Roma per l'analisi. "Potrebbe essere la spiegazione di quanto accaduto: L’AUMENTO DEI CONTAGI NELLE SCUOLE dal 7 gennaio in poi, con i contagi quadruplicati, si potrebbe spiegare con la presenza di varianti".

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    1. Forse non ho capito bene il discorso che ha fatto Ferro... ma se i tamponi sono stati mandati ad analizzare solo adesso non si può essere certi che in Trentino non circolino già da giorni varianti. Nel resto d'Italia hanno trovato le varianti perché le hanno cercate, noi prudentemente abbiamo aspettato di vedere cosa succedeva agli altri; in questo modo, con l'apertura delle piste e il possibile arrivo di turisti da altre Regioni (ammesso che possano) potremo dire "Noi non avevamo varianti, ce le avete portate voi!"

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    2. Impossibile parlare della presenza di varianti virali se non si fanno abbastanza sequenziamenti.

      Ricordo che anche Zaia parlava di variante inglese quando il Veneto, ad inizio anno, ebbe una forte crescita dei contagi. Oggi la situazione del Veneto sembra abbastanza tranquilla. Se ci fosse stata una ampia diffusione della variante inglese (mai dimostrata da sequenziamenti!), difficilmente ci sarebbe stato il rapido calo dei contagi che abbiamo visto.

      Tornando al Trentino, non capisco perché non si è dato mandato a FEM di fare sequenziamenti virali in modo sistematico. FEM ha le competenze e, per quanto mi risulta, anche i laboratori adatti. Forse bisognava fare qualche investimento in più, ma sarebbero stati soldi ben spesi.

      Adesso - aldilà delle dietrologie - il dato di fatto è che non sappiamo quasi nulla sui ceppi virali che circolano in Trentino.

      E purtroppo non c'è bisogno che arrivino gli sciatori per portare anche in Trentino i ceppi virali ad alta contagiosità che sono già stati trovati in varie parti d'Italia.

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  2. Se la situazione fosse peggiorata solo negli ultimi giorni, Fugatti non dovrebbe essere così tanto preoccupato per i calcoli che farà l'ISS, dal momento che questi si riferiscono al periodo che termina con domenica 7 febbraio. O, forse, è perché sa che la situazione era preoccupante anche nelle scorse settimane?

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  3. Il LOWER LIMIT "grazia" il presidente Fugatti, ieri giustamente preoccupato (per le interlocuzioni avute ieri con Roma)

    Provincia Trento 1,2 (1,12-1,28)
    Provincia Bolzano 1,25 (1,2-1,3)

    NB il valore preso in considerazione per verificare il superamento della soglia di sicurezza di 1 (oltre la quale si passa in zona "arancio") e di 1,25 (per passare in zona "rossa") non è il dato medio bensì L'ESTREMO INFERIORE dell'intervallo utilizzato per calcolarlo, qui 1,12.

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    1. Potremmo dire che non siamo finiti in zona rossa per uno "zero virgola"!

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  4. Pier Paolo Benetollo, direttore generale dell’Apss, ha confermato che il trend di crescita dell’Rt è stato non enorme, ma c'è stato. Rt a 1.2 significa che 1 persona contagiata potrebbe contagiarne 1.2.

    “La vicinanza dell’Alto Adige potrebbe avere pesato – ha detto il dottor Benetollo -, così come è possibile che la responsabilità possa essere delle varianti della Covid-19, che non determinano un aumento della gravità della malattia, ma favoriscono una maggiore diffusione del contagio”.

    (ufficiostampa.provincia.tn.it)

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