venerdì 19 febbraio 2021

Aggiornamento: 1 anno di pandemia in Italia

Questo aggiornamento settimanale è "speciale" non tanto per le notizie in esso contenute, ma per il fatto che ormai è quasi passato un anno dall'inizio "ufficiale" della pandemia in Italia. Domani a Trento ci sarà un incontro per ricordare le tante sofferenze ed i lutti che la pandemia ha fin qui provocato.

Sperando che sia di buon auspicio, partiamo da un dato che vi avevo già anticipato, ma che - settimana  dopo settimana - appare sempre più convincente. Finalmente - e per la prima volta dall'inizio della pandemia - si osserva, a livello mondiale, una riduzione dei nuovi contagi. È troppo presto per cantare vittoria, ma certamente è un segnale incoraggiante, mai visto prima:

Nuovi contagi settimanali, rilevati a livello mondiale dall'inizio della pandemia fino ad oggi. Tratto da ECDC

Sappiamo che potrebbe essere solo un calo temporaneo, ma l'andamento discendente dei contagi, registrato simultaneamente nel continente Europeo ed in quello Americano, fa ben sperare. Fino alla fine del 2020 c'era sempre stato una sorta di "ping-pong virale" con ondate che colpivano i diversi continenti, senza mai vedere una riduzione del numero complessivo dei contagi. 

La tendenza osservata durante questi mesi iniziali del 2021 potrebbe non essere duratura e, come è avvenuto a livello nazionale o continentale, il calo attuale potrebbe essere seguito da una nuova ondata. Per il momento accontentiamoci del fatto che i contagi stanno complessivamente scendendo, perché se cala la circolazione del virus a livello globale, diminuisce anche la probabilità di generare nuove varianti virali.

Lasciamo la dimensione globale e guardiamo ad una dimensione assai piccola, ma non meno rilevante. Mi riferisco, in particolare, all'andamento dei contagi tra gli ospiti delle RSA del Trentino. Il dato è mostrato - su scala semi-logaritmica - nella figura sottostante, dove è confrontato con l'andamento del numero delle altre persone "attualmente positive" presenti nel territorio provinciale:

Ospiti di RSA del Trentino "attualmente positivi" (punti rossi, fonte dati APSS, Trento). Il dato è confrontato con l'andamento del numero delle altre persone "attualmente positive" presenti in Trentino (punti blu, fonte dati Protezione Civile Nazionale). Il gap tra gli ospiti delle RSA ed il resto della popolazione si sta progressivamente allargando

I dati dell'ultima settimana confermano la forte discesa dei positivi tra gli ospiti delle RSA trentine, effetto chiaramente correlato con le vaccinazioni avvenute durante il mese di gennaio 2021. Sulla bontà dei dati delle persone attualmente positive in Trentino non sono certamente in grado di "mettere la mano sul fuoco". L'uso tattico dei tamponi antigenici ha fatto sparire dalle statistiche ufficiali molti positivi e la crescita osservata da inizio gennaio in poi (punti blu) potrebbe essere, almeno in parte, fittizia. Per gli ospiti delle RSA si osserva comunque un andamento del tutto opposto, con un netto cambio di pendenza a inizio febbraio, più o meno in coincidenza con il completamento delle operazioni di vaccinazione. Mi sembra un segnale di buon auspicio per tutti gli anziani del Trentino, confidando che le operazioni di vaccinazione possano procedere sollecitamente e senza troppi intoppi burocratici.

Chiusa la sezione "buone notizie", passiamo a quelle un po' meno incoraggianti. Partiamo dall'indice di trasferimento del contagio che, a livello nazionale, anche secondo l'ultima stima ISS, ha sfiorato il valore unitario. Ecco il grafico:

I punti rossi sono le stime ISS. I punti blu (con i relativi valori numerici) sono le stime del mio modellino empirico

In pratica, le nostre zone colorate stanno mantenendo il Paese in una situazione di stallo, con una circolazione virale pressoché costante nel tempo. Siamo ostaggi del virus ed in attesa che la Natura faccia il suo corso!

Anche se i contagi non accennano a calare, continuano ad arrivare timidi segnali incoraggianti sul fronte dei ricoveri. Ho leggermente cambiato l'analisi dei ricoveri rispetto a quella presentata nelle settimane precedenti. Invece di calcolare la variazione percentuale rispetto al giorno precedente e mediare su 7 giorni, ho calcolato la variazione percentuale tra il numero medio dei ricoveri calcolato su base settimanale. 

I numeri che vedete nella figura sottostante corrispondono alla variazione percentuale dei ricoveri registrata tra una settimana e quella immediatamente precedente. Attualmente i ricoveri calano, anche se l'andamento giornaliero non è sempre monotòno. 

Il fatto che ci sia un calo dei ricoveri, a fronte di un numero di contagi pressoché stabile, è compatibile con l'osservazione che attualmente - a livello nazionale - si sta osservando una forte crescita dei contagi tra i giovani in età scolastica, mentre si osserva una riduzione della percentuale di contagi riferita alle persone più anziane (probabilmente legata anche alle vaccinazioni). Se confermato, questo dato sarebbe molto importante.

Variazione percentuale dei ricoveri (tutti i reparti Covid) misurata su base settimanale. Elaborato su dati della Protezione Civile Nazionale

Concludo con alcuni dati di interesse locale. Partirei senz'altro dall'andamento dei contagi registrati nel corso dell'ultimo mese in Trentino ed in Alto Adige:

Nuovi contagi registrati in Trentino ed in Alto Adige (fonte dati: Protezione Civile Nazionale)

Si vede già l'effetto della recente introduzione della "zona rossa" in Alto Adige che, nel corso degli ultimi giorni, ha prodotto una inversione di tendenza a livello di nuovi contagi. Per il momento, la "zona arancione" non sembra avere avuto un particolare impatto sui contagi del Trentino che continuano, sia pure lentamente, a crescere. 

Rimane per me un mistero la stima dell'indice Rt del Trentino fatta oggi dall'ISS. Poiché la stima ISS viene effettuata usando i dati sui contagi sintomatici, evidentemente c'è stata una forte crescita di tali casi che non traspare dal numero complessivo dei contagi. Avrei anche altre spiegazioni, ma ricadono nella categoria "a pensar male si fa peccato" e, almeno per il momento, preferisco tenerle per me.

Sempre come confronto tra Alto Adige e Trentino, è interessante vedere l'andamento delle nuove entrate in terapia intensiva:

Nuovi ricoveri settimanali in terapia intensiva normalizzati rispetto ad un campione di 100.000 abitanti. Fonte dati: Protezione Civile Nazionale

Il dato dei nuovi ricoveri nazionali (linea nera) è stato abbastanza stabile durante le ultime 4 settimane. Il dato del Veneto (linea azzurra) è attualmente migliore rispetto alla media nazionale. Il Trentino (linea rossa) e l'Alto Adige (linea verde) si trovano appaiati, nettamente più in alto rispetto alla media nazionale.

Concludo con una delle tante "anomalie trentine": mi riferisco, in particolare, al numero di nuovi contagi segnalati questa settimana all'ISS, per i quali non è stato possibile identificare una catena di contagio specifica. In altre parole, in Trentino abbiamo un livello di nuovi contagi pari a circa il doppio della media nazionale, ma non sappiamo dove avvengono i contagi (almeno nel 90% dei casi). 

Una pessima performance per i sistemi di tracciamento dei contagi del Trentino su cui la Provincia non si è mai degnata di fornire spiegazioni, salvo autoproclamare non dimostrate eccellenze nell'azione di contact-tracing.

Aggiornato in data 19/02/2021. Fonte dati: Istituto Superiore di Sanità







3 commenti:

  1. Coronavirus, Fugatti: “Ben 16 contagi in Val di Fiemme”, focolaio fra i dipendenti di alcune filiali di una banca
    Tiziano Grottolo – ildolomiti.it - 19 febbraio 2021

    Un'altra situazione che preoccupa Pier Paolo Benetollo, direttore generale di APSS, è il quadro epidemiologico in Val di Fiemme. "Francamente - dice Benetollo - l'andamento dei casi e la velocità di diffusione del focolaio, ci fanno pensare che questa possa essere la variante “inglese”. Qualche caso compare ai test di screening per individuare le principali mutazioni". In alcuni casi legati alla variante “inglese” - fa sapere il direttore generale di APSS - i contagi sono avvenuti perché fra le persone ci sono stati contatti non protetti.

    "Si tratta di un istituto di credito - commenta il presidente Maurizio Fugatti -: i 16 dipendenti sparsi su diverse filiali sono stati trovati contagiati. La valutazione epidemiologica è in corso. La velocità di diffusione ci fa un po' preoccupare, adesso ci sono gli approfondimenti per capire il tipo di positività, se il Coronavirus è tradizionale oppure si tratta di qualche “variante”. Ci sembra giusto comunicare questa situazione, importante dimostrare attenzione su quanto accade".

    (NdC) Da marzo 2020 la gran parte delle filiali delle banche è CHIUSA AL PUBBLICO oppure è aperta in orari molto ridotti, su appuntamento, con percorsi obbligati, con separatori di plexiglass, sanificazione dopo ogni cliente. Quindi è molto difficile che il virus sia “entrato” DALL’ESTERNO.

    Molto più ragionevole pensare – sono molti i dipendenti a lamentarsi di questo – che ALL’INTERNO DEGLI UFFICI – dove si sta anche molte ore assieme - sia calata l’attenzione a mascherine, gel, aerazione, distanze.

    Perché – in assenza di obblighi esterni e verifiche delle Forze dell’Ordine – contano sì i comportamenti individuali, ma soprattutto gli ordini dei “capi”.

    Nelle chat si leggono molti messaggi di dipendenti “attenti” che vengono canzonati / irrisi / sfottuti da capi e colleghi, con questi ultimi che rifiutano con sdegno l’uso della mascherina (tranne davanti ai clienti e quando vengono intervistati dalla televisione, ovviamente!).

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    1. "Le leggi son, ma chi pon mano ad esse?". Oggi, in piccolo, ma con effetti gravi per tutti.

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  2. In Trentino nei primi 11 mesi del 2020 oltre 1.100 morti in più degli anni precedenti
    Luca Pianesi – ildolomiti.it - 22 febbraio 2021

    Oltre 1.100 decessi in più. E' questo uno dei dati che emerge dall'ultimo studio ISTAT, pubblicato qualche giorno fa, sui decessi per regione nel 2020 confrontati con i 5 anni precedenti. Dati che si fermano a novembre, il che rende il tutto ancor più drammatico, se si pensa che i decessi da Covid certificati dalla Protezione Civile per il Trentino il primo dicembre “si fermavano” a 662 e oggi siamo a 1.193. Insomma la stima potrebbe essere facilmente raddoppiata visto che questa seconda ondata per la Provincia di Trento si è rivelata più impattante della prima.

    Questo si traduce, sui mesi gennaio-novembre 2020 in una crescita della mortalità nel 2020 rispetto ai 5 anni precedenti del 23,7%,(ci sono stati 5.747 decessi contro i 4644 di media dei 5 anni precedenti), terzo dato più alto d'Italia dopo la Lombardia dove in percentuale i morti sono aumentati nei primi 11 mesi del 2020 del 36,9% e dopo la Valle d'Aosta che ha avuto un aumento del 24%.

    La media nazionale è stata di un +13,8% che in termini numerici si traduce in un aumento da una media di 587.487 decessi all'anno a 668.453 nei primi 11 mesi del 2020. Insomma, a livello nazionale si sono contati 80.966 decessi in più rispetto agli anni precedenti a fronte di un dato ufficiale di morti “con Covid” che il primo dicembre si fermava a 56.361 (oggi sono 95.361).

    Tra i tanti decessi in più, sicuramente vanno annoverati anche tutti quelli “indiretti” di coloro che - per colpa del Covid e delle diverse ondate che hanno travolto i sistemi sanitari locali - hanno potuto contare su minor cure, minor prevenzione e minor attenzione. In questi dati, insomma, non ci sono solo decessi Covid sfuggiti ai conteggi (soprattutto nella prima fase quando il sistema è stato colto totalmente impreparato e l'utilizzo del tampone non era strutturale), ma anche tutte quelle persone vittime indirettamente del Covid.

    Queste le conclusioni in sintesi dell'Istat:
    - durante la prima fase dell’epidemia si sono contati oltre 211 mila decessi (da marzo a maggio del 2020), 50 mila in più rispetto alla media dello stesso periodo del 2015-2019, di cui oltre 45 mila relativi a residenti nel Nord del Paese. L’incremento nelle regioni del Nord ha fatto registrare quasi un raddoppio dei decessi nel mese di marzo (+94,7% rispetto alla media dello stesso mese del periodo 2015-2019) e un incremento del +75,2% ad aprile.
    - nel periodo giugno-settembre, in corrispondenza con la fase di transizione della diffusione dell’epidemia di Covid-19, si è osservata una riduzione della mortalità totale che ha portato, in tutte le regioni/province autonome, il numero dei decessi per il complesso delle cause registrati nel 2020 in linea con i valori di riferimento del periodo 2015-2019.
    - viceversa, a partire da ottobre 2020 diventano via via più evidenti gli effetti della seconda ondata dell’epidemia Covid-19 sulla mortalità totale. In termini assoluti i decessi per i mesi di ottobre e novembre 2020 aumentano di quasi 34 mila, con novembre che registra un incremento dei decessi del 50%, tre volte superiore a quello rilevato a ottobre (15,2%).

    Il bilancio provvisorio del totale dei decessi del periodo gennaio-novembre 2020 ammonta a 668.453, 81 mila in più della media 2015-2019, con un incremento del 13,8%. Se come periodo di osservazione si considerano i mesi da marzo a novembre, l’eccesso di mortalità è ancora più elevato (90 mila decessi in più), con un aumento di quasi 20 punti percentuali rispetto alla media del 2015-2019.

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