Il Sud Africa ha deciso di sospendere la somministrazione del vaccino AstraZeneca. Uno studio - non ancora pubblicato - avrebbe dimostrato che l'efficacia del vaccino AstraZeneca scenderebbe al 10% quando la persona vaccinata viene esposto al ceppo virale B.1.351, più noto come variante sudafricana. Tale valore è decisamente inferiore rispetto al limite del 50% che è considerato il minimo invalicabile per l'accettazione di un vaccino anti Covid-19.
Ricordo che tutti i vaccini fin qui sviluppati mostrano un calo di efficacia quando vengono provati con la variante sudafricana, ma nel caso di AstraZeneca più che di un calo si è trattato di un vero e proprio crollo, aggravato dal fatto che, già in condizioni normali, l'efficacia del vaccino AstraZeneca è la più bassa rispetto a tutti gli tipi di vaccini attualmente in circolazione (o che saranno disponibili a breve).
La variante B.1.351, trovata per la prima volta in Sud Africa, si sta diffondendo nel resto del mondo. La sua presenza, così come quella di altri ceppi virali caratterizzati da una contagiosità particolarmente elevata, potrebbe crescere notevolmente nel corso dei prossimi mesi.
Come dimostrato da un recente studio condotto in Brasile, oltre a limitare l'efficacia dei vaccini, i nuovi ceppi virali costituiscono un pericolo anche per coloro che hanno già contratto la Covid-19 nelle forme che, ancora oggi, sono dominanti in Italia.
Rispetto alla decisione presa dalle Autorità sanitarie sudafricane va specificato che:
- Lo studio ha riguardato un campione numericamente limitato (circa 2.000 persone) e quindi il risultato potrebbe essere affetto da elevate incertezze statistiche.
- Lo studio ha analizzato solo persone giovani (età media 31 anni) e - come aspettato in base alla distribuzione d'età dei soggetti analizzati - ha evidenziato solo casi di gravità lieve o media. Lo studio non dice nulla rispetto alla probabilità di contrarre una forma grave della malattia che possa portare al ricovero e, in casi estremi, al decesso. In altre parole, non possiamo escludere che, in presenza del ceppo virale sudafricano, il vaccino AstraZeneca protegga almeno dalle forme più gravi di Covid-19.
- Non somministriamo il vaccino AstraZeneca alle persone di età superiore ai 55 anni perché AstraZeneca ha sostanzialmente sbagliato l'impostazione degli studi di fase 3 e - almeno fino ad oggi - non è riuscita a presentare una documentazione convincente circa l'efficacia del vaccino quando viene somministrato alle persone più anziane.
- Se fossero confermati i dati dello studio sudafricano sarebbe inutile somministrare il vaccino AstraZeneca alle persone più giovani che - anche senza vaccino - non corrono rischi gravi di complicanze e, con il vaccino AstraZeneca, non riceverebbero comunque una protezione nei confronti della variante sudafricana.
Roma, i medici contro il vaccino AstraZeneca: "Vogliamo il siero Pfizer"
RispondiEliminaSalvatore Giuffrida – roma.repubblica.it - 11 Febbraio 2021
"Così non va, è scorretto dal punto di etico, la Regione ha scritto che il vaccino sarebbe stato Pfizer che copre il 90% e invece ci danno AstraZeneca che arriva forse fino al 70%", si sfoga una signora in attesa di farsi il vaccino nel padiglione della Croce Rossa in aeroporto: E’ UNA PSICHIATRA, vicino a lei ci sono altre due medici, una ginecologa e una odontoiatra, anche loro in attesa.
400 vaccini a medici e personale sanitario nella prima giornata del nuovissimo centro allestito da Aeroporti di Roma e Croce Rossa nel parcheggio di lunga sosta del Da Vinci. Organizzazione efficiente, nessun problema, nessuna fila.
Tutto bene, all'apparenza. Ma dubbi e critiche però ci sono, eccome. E riguardano la gestione dei vaccini somministrati dalla Regione. Che da giorni sta chiamando a raccolta medici e operatori sociosanitari sotto i 55 anni per fare un preciso tipo di vaccino, quello Pfizer, che copre fino a oltre il 90%: tutto scritto nero su bianco sulla lettera arrivata dalla Regione negli ultimi due giorni, con i moduli e il consenso da firmare basato sul vaccino indicato nero su bianco: “Pfizer”.
Invece il vaccino somministrato oggi è "AstraZeneca". La differenza di copertura è notevole e i pazienti non ci stanno: alcuni se ne vanno, molti firmano il nuovo consenso, ma scuotono la testa. "Il personale è stato molto bravo per carità, ma il problema è che la Regione ci aveva convocato per un tipo preciso di vaccino e stamattina hanno deciso di darcene un altro senza neanche avvisarci. Almeno ce lo dovevano dire", continua la psichiatra e la odontoiatra, Giusy. "Non vogliamo fare polemica - spiega - vogliamo solo correttezza. Se facciamo così ai nostri pazienti, avremmo problemi. Alcuni se ne sono andati e li capisco".
Mentre parlano, si avvicina il personale medico; sale la tensione, molti pazienti si fanno comunque il vaccino AstraZeneca perché "ormai siamo qui e se ci rifiutiamo, PASSIAMO IN CODA a tutte le categorie a settembre", spiega una ginecologa. Anche lei chiede di non rivelare il nome.
Nei box si alternano iniezioni e pazienti, l'ambiente è quello del "tutto andrà bene" ma è sufficiente scavare un pochino e parlare con le persone per toccare con mano che dubbi e insicurezze sull'operazione vaccini ci sono, eccome. "Il vaccino di oggi è meglio di niente ma è scorretto, ci hanno scritto che sarebbe stato Pfizer", spiega la ginecologa che vive nel Decimo Municipio.
Dopo essersi vaccinata, si unisce agli altri pazienti che vorrebbero spiegazioni. Ma vengono accompagnati gentilmente alla porta. Del resto il personale ASL e della Croce rossa non sa rispondere ai loro dubbi, è lì per fare iniezioni, non per gestire la parte amministrativa e il vaccino Pfizer non basta per tutti.
Le regole della Regione sono chiare: il vaccino Moderna e Pfizer per gli over 80, e per chi non ha patologie ed è under 55 può toccare l'AstraZeneca. “Il problema è che sulla convocazione c'era scritto Pfizer” ripetono i pazienti. "Siamo medici e sappiamo cosa fare, vuol dire che seguiremo il decorso del vaccino con le emoglobine e i test a spese nostre per vedere se funziona", spiega la odontoiatra Giusy, una volta fuori dal padiglione. "Non è solo polemica, va bene tutto, è giusto dare quei vaccini Pfizer a chi ne ha più bisogno, ma almeno ce lo dicano che tipo di vaccini ci danno".
Covid, in Trentino i Medici di base vaccinano gli under 55: primi in Italia - Consegnate le prime dosi AstraZeneca per vaccinare personale delle scuole materne ed elementari
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giornaletrentino.it - 12 febbraio 2021
I medici di medicina generale del Trentino saranno tra i primi in Italia a vaccinare i pazienti adulti sotto i 55 anni di età. Questa mattina sono state infatti loro consegnate le prime dosi AstraZeneca necessarie per vaccinare il personale scolastico - di età inferiore a 55 anni - degli asili nido, delle scuole materne e delle scuole elementari.
La campagna vaccinale è nata dall'accordo provinciale firmato dal direttore generale APSS, Pier Paolo Benetollo, e le organizzazioni sindacali della medicina generale trentina il 12 gennaio scorso e deliberato su indicazione dell'assessore alla salute, Stefania Segnana.
"I nostri medici della CISL che hanno aderito alla campagna vaccinale anti Covid-19, da oggi avranno a disposizione nei propri frighi ambulatoriali la confezione di AstraZeneca prevista dall'accordo, contenente 10 dosi settimanali da inoculare a chi ne facesse richiesta, come personale scolastico", dice Nicola Paoli, segretario generale Cisl medici del Trentino.
Ai medici di medicina generale che si sono presentati al Centro Servizi sanitari questa mattina, oltre, alle dosi concordate, sono state assegnate anche le siringhe e la lista dei nominativi da contattare per la riuscita della campagna vaccinale.
"Facciamo un accorato appello al personale docente delle scuole nido in primis ma anche delle altre scuole, che afferiscono ai medici che hanno dato l'adesione, affinché coloro che sono interessati ad essere vaccinati li contattino e fissino il termine per la vaccinazione", dice ancora Paoli.
Vaccini in Trentino, oltre 30mila le dosi finora somministrate
RispondiEliminaDavide Leveghi – ildolomiti.it - 13 febbraio 2021
Il dirigente generale dell'Azienda sanitaria Pier Paolo Benetollo ha parlato della situazione vaccini in Trentino. "Stiamo potenziando i punti vaccinali per quando arriveranno più dosi". E sui problemi delle prenotazioni: "Già superati nella serata di giovedì. Ora non ci sono più code"
“La copertura degli ultra80enni sta cominciando a diventare un po' alla volta significativa. Abbiamo cominciato anche con gli insegnanti, partendo da quelli che lavorano con i bambini più piccoli”. Spiega così la situazione dei vaccini in Trentino, il dirigente generale dell'Azienda sanitaria Pier Paolo Benetollo.
L'altra categoria che comincia la campagna di vaccinazione è quella degli INSEGNANTI, a cui si accompagneranno LE FORZE DELL'ORDINE. Per loro ci sarà a disposizione il vaccino AstraZeneca.
“Riguardo all'avvio della campagna con AstraZeneca, questa settimana sono arrivate 2200 dosi, oggi ce ne hanno consegnate altre 2600. Il rifornimento costante è quello che ci serve per fare in modo che i medici di base possano cominciare con il personale scolastico, a partire da chi lavora con i più piccoli, poi proseguiremo con il personale docente delle età superiori”.