La prestigiosa rivista scientifica The Lancet ha pubblicato i risultati di uno studio di fase 3 del vaccino Sputnik V sviluppato dall'Istituto Gamaleya. Il vaccino era stato il primo vaccino somministrato su larga scala a livello mondiale. A suo tempo era stato accolto con molta freddezza - anche dal sottoscritto - a causa della decisione delle Autorità sanitarie russe di saltare la sperimentazione di fase 3, prima di autorizzarne l'uso.
Tratto da BBC (Getty images) |
Mentre i siti di propaganda putiniana in Italia gongolano e parlano, in perfetto stile sovietico, di "un vaccino per tutta l'Umanità", l'EMA (Agenzia Europea del Farmaco) ha aperto la pratica per concedere l'autorizzazione alla distribuzione del vaccino russo in Europa.
Resta da capire la ragione delle enormi differenze riscontrate tra il vaccino Sputnik V e quello AstraZeneca. Entrambi utilizzano tecnologie simili e non si comprende perché l'efficacia dei due prodotti sia così diversa. Alla fine dello scorso anno erano filtrate notizie su una possibile collaborazione tra AstraZeneca e l’Istituto Gamaleya al fine di arrivare alla formulazione ottimale di un vaccino che combinasse le rispettive esperienze. Dopo le anticipazioni di stampa, non si è saputo più nulla, ma il lavoro apparso oggi su The Lancet potrebbe rimettere le cose in movimento.
Per gli scettici, convinti che i numeri pubblicati oggi da The Lancet siano un'invenzione della propaganda putiniana, mi limito a ricordare che The Lancet è una rivista seria ed autorevole. Ovviamente la valutazione dei dati del vaccino Sputnik V che EMA ha avviato sarà certamente più estesa e rigorosa di quanto abbiano potuto fare i referee della rivista al momento dell'accettazione dell'articolo.
Non ci resta quindi che attendere fiduciosi le valutazioni dell'EMA, augurandoci di poter disporre effettivamente di una alternativa efficace ai vaccini ad mRNA.
Leggevo, ma non sono esperto, che Sputnik utilizza due vettori diversi tra prima e seconda dose
RispondiEliminaNeanche io sono esperto.
EliminaMi limito a ricordare che anche per AstraZeneca si era ipotizzato che, usando modalità diverse di somministrazione per la prima e la seconda dose, si potesse raggiungere una efficacia maggiore.
Al momento non ci sono conferme sperimentali in grado di avvalorare questa ipotesi ed infatti EMA ha autorizzato solo la somministrazione di due dosi uguali.