giovedì 18 febbraio 2021

Bella idea, ma le primule lasciamole nei prati!

 

Se il buon giorno si vede dal mattino, la decisione del nuovo Governo di cancellare l'inutile progetto dei padiglioni "primula" e di usare gli spazi esistenti per somministrare i vaccini, fa ben sperare. 

Pensare di coinvolgere archistar e spendere soldi (che tra l'altro non c'erano) per costruire inutili anche se eleganti strutture, è un tipico esempio di soluzione "all'italiana", dove non si scorge traccia di un sano pragmatismo. 

Concentriamoci piuttosto sullo sforzo comune per ottenere più vaccini per tutto il Paese, evitando che presidenti di Regione/PPAA in cerca di facile popolarità, si facciano fregare da faccendieri domiciliati in accoglienti paradisi fiscali o alimentino il mercato clandestino dei vaccini. 

Già abbiamo buttato via un sacco di soldi per le mascherine. Evitiamo - vi prego - di fare altre clamorose stupidaggini.

8 commenti:

  1. A dire il vero il logo con la primula è veramente bello.
    Usiamolo magari come simbolo di rinascita del turismo in Italia.
    Un turismo che dovrà essere possibilmente sostenibile.

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  2. Questa primula è senz'altro un bel simbolo di vita, che penso avremo la fortuna di vedere campeggiare all'esterno di tutte le strutture che verranno utilizzate per le vaccinazioni. E la vedremo per molto tempo, se andremo avanti come in questo primo mese e mezzo: 4,31% della popolazione vaccinato con 1 dose in Trentino al 17/2, che vuol dire la metà con due dosi, se va bene; perciò arriveremmo al 75% di vaccinati con due dosi fra 52 mesi, da inizio 2021, cioè ad aprile 2024. Bolzano è al 6,28%, perciò la sua prospettiva, attualmente, è dicembre 2023, per il 75% di vaccinati con 2 dosi.
    https://www.med4.care/trentino-alto-adige-vaccinazione-covid-19-campagna/
    Speriamo che, nelle prossime settimane, vadano in parallelo una maggiore disponibilità di dosi e anche di personale e strutture per l vaccinazioni per velocizzare il tutto di 4 o 5 volte. Nel frattempo, mascherina a coprire bene anche il naso e conversare senza gridare, mantenendo una distanza di due braccia con l'interlocutore, giovane o vecchio che sia, possibilmente in una zona areata.

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    1. In realtà, facendo meglio la somma, 52 mesi da inizio 2021 non portano ad aprile 2024 ma ad aprile 2025, per vaccinare il 75% dei trentini con due dosi, al ritmo attuale.

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  3. Coronavirus, dottor Ferro: In estate, ecco perché possiamo sperare di uscire dal tunnel
    Luca Marognoli – giornaletrentino.it - 20 febbraio 2021

    Domanda ricorrente, che si pongono in molti: dopo gli over 80, da metà aprile in poi a chi toccherà essere vaccinato?

    “Aspettiamo indicazioni nazionali”, risponde Ferro. “Dovrebbe essere il turno degli over 70: ricordo che un terzo dei ricoverati in ospedale sono persone nella fascia 70-80, proprio perché molto numerosa.

    Seguiremo comunque il piano nazionale: fra i primi ad essere vaccinati ci sarà anche la categoria dei cosiddetti “super fragili”, soggetti cioè che hanno il sistema immunitario debilitato”.

    E tutte le altre persone: quelle sane e di età inferiore ai 70?

    Una variabile determinante è l’entità delle forniture: “Dipende tutto da quando arriveranno i vaccini. Per quanto ci riguarda abbiamo allestito una macchina organizzativa che ci permette di somministrare FINO A 10-20 MILA DOSI AL GIORNO. In poche settimane potremmo raggiungere l’obiettivo, che è quello di coprire nel più breve tempo possibile tutta la popolazione”.

    (NdC) "Al giorno"? Davvero?

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  4. 21 sistemi sanitari diversi in 21 Regioni e PA...
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    Vaccini, in Veneto prima i nati nel 1941 e poi i più anziani: “Sono le linee guida” dice l'assessore Lanzarin
    Giuseppe Pietrobelli – ilfattoquotidiano.it - 20 Febbraio 2021

    I sindacati dei pensionati hanno lanciato l’allarme: in Veneto si cominciano a vaccinare gli over-80 partendo dai più giovani, per risalire indietro nel tempo fino alle coorti successive.

    Il che significa che solo i nati nel 1941 per il momento stanno ricevendo la prima dose. Gli altri devono attendere, anche se sono più fragili. E quindi hanno paura di prendere il Covid e di morire prima che venga il loro turno.

    In Veneto il piano prevede che il primo scaglione di persone da vaccinare comprenda i nati nel 1941 dal 15 febbraio, poi vengono i nati nel 1940 (dal 22 febbraio), nel 1939 (dal giorno 8 marzo), nel 1938 (dal 15 marzo) e così via in base alla disponibilità.

    “La programmazione vaccinale della Regione non tiene conto delle fasce più fragili della popolazione, di quei GRANDI ANZIANI che sono le principali vittime del Covid. Lo diciamo da tempo: bisogna fare presto altrimenti fra qualche mese staremo a piangere ancora molti morti fra i nostri cari”.

    A dichiararlo sono Spi-Cgil, Fnp-Cisl e Uilp-Uil che hanno fatto due calcoli: in Veneto ci sono circa 200mila anziani non autosufficienti (che dovrebbero essere vaccinati a casa), mentre il 60 per cento dei 360mila over-80 vive da solo; e gli over-90 sono 65.510.

    L’assessore alla Sanità del Veneto, Manuela Lanzarin, replica: “La prassi seguita a livello internazionale, nelle linee-guida di vaccinazione mondiale, è di cominciare dagli over-80. Smaltite le prime coorti di quella decade, i numeri si ridurranno e arriveremo rapidamente agli over-90, che ovviamente ci stanno altrettanto a cuore e che sono posizionati un po’ più in là solo perché mediamente sono meno esposti al virus per le diverse abitudini di movimento e relazione”. Quindi secondo l’assessore gli 85enni sono meno esposti degli 80enni perché STANNO DI PIU’ A CASA.

    Il problema è che “la prassi” di cui parla l’assessore non esiste in nessuna linea-guida e non è applicata nemmeno nelle altre Regioni italiane, a parte l’Umbria:
    - nel Friuli Venezia Giulia un over-80 deve solo prenotarsi per essere vaccinato, senza fasce di età.
    - in Piemonte le priorità “saranno stabilite dai medici di base in base a patologie ed età e saranno gli stessi medici a contattare i pazienti per fissare la prenotazione nei centri vaccinali”.
    - in Emilia Romagna la prassi è quella contraria, visto che dal 15 febbraio hanno cominciato a prenotarsi i più anziani tra gli anziani, nati prima del 1936. I nati dal 1937 al 1941 possono iscriversi solo dall’1 marzo.
    - lo stesso in Lombardia: priorità ai cittadini over 100, che in regione solo oltre 4mila, a scalare sarà il turno degli over 90, fino ad arrivare fino ai nati nel 1941.
    - in Lazio è stata aperta la possibilità di prenotarsi, senza alcuna indicazione di priorità.

    Il Ministero della salute non prevede suddivisioni in fasce, ma si limita a dire, sugli anziani: “Considerata l’elevata probabilità di sviluppare una malattia grave e il conseguente ricorso a ricoveri in terapia intensiva o sub-intensiva, questo gruppo di popolazione (gli anziani) rappresenta una priorità per la vaccinazione”.

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  5. Caro professore, come moglie di un docente mi sto chiedendo cosa stia aspettando il Trentino a partire anche con questa vaccinazione, con vaccino AstraZeneca (non mi risulta che si sia partiti, anche nei report non se ne fa mai menzione). Da tempo si sa che li faranno i medici di base, ma in seguito solo un imbarazzante e inconsueto silenzio (forse non è virtuoso vaccinare i docenti o i docenti non sono meritevoli di vaccino in quanto categoria non a rischio)?

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  6. "Ah, se la campagna di vaccinazioni anti-Covid procedesse come la campagna di espulsioni dal MoVimento 5 Stelle"

    (ALTRO CHE PRIMULE – la vignetta di Natangelo per "Il Fatto Quotidiano" - 21 febbraio 2021)

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  7. Il bluff di Arcuri da 8,5 milioni di euro: da 1500 primule previste a 21 primule “sopravvissute” - I centri vaccinali sarebbero già pronti (ma il commissario Arcuri non li vuole usare)
    Martina Piumatti – ilgiornale.it - lunedì 25 gennaio 2021

    Il 13 dicembre 2020 scorso il commissario Arcuri ha promesso 1500 padiglioni temporanei per somministrare i vaccini. Sono passati quasi 40 giorni, siamo al 21 gennaio 2021 e, nel bando per la fornitura, le primule volute da Arcuri diventano 21. Primule falciate: 1479. E gli altri padiglioni? Saranno “eretti successivamente”, si legge nel testo del bando. Non solo: invece di 1500, il totale “non sarà superiore a 1200”.

    Per ora l’unica cosa certa è il costo. Il commissario Arcuri ha stanziato 8 milioni e 599.500 euro solo per i primi 21 padiglioni. Facendo due conti, una primula costa allo Stato 410 mila euro che, moltiplicati per le 1200 strutture previste, lievitano a 500 milioni di euro. Di soldi pubblici, ancora da trovare.

    Si legge nel bando: “ogni primula da 315 metri quadrati, con costo al metro quadro non superiore ai 1.300 euro, dovrà essere rigorosamente a “pianta circolare, con 20 metri di diametro”. Con “un’altezza massima sotto-trave pari a circa 2,85 metri nel punto più alto”. Per la connessione internet dovranno essere previste delle “torrette attrezzate a pavimento”, “sonde igrometriche nei diversi ambienti” e “impianti elettrici con terminali a led”.

    Eppure un’opzione a costi ridotti e utilizzabile in una decina di giorni sta lì ferma nei magazzini delle imprese dei grandi eventi che, già a dicembre, avevano inviato le loro proposte ad Arcuri. Ma dal commissario nessuna risposta.

    “Uno spreco inaccettabile a costi enormi - dichiara Angela Orecchio dell’ufficio stampa di FEU, la più importante associazione di categoria - per realizzare EX NOVO strutture a pianta circolare, poi inutilizzabili una volta terminata la campagna vaccinale. Quando le nostre aziende, ferme da marzo 2020 e senza ristori, POSSONO FORNIRE SUBITO a noleggio strutture già pronte nei nostri magazzini presenti in tutta Italia con un risparmio per lo Stato del 70% e la possibilità di fornire personale qualificato e supporto logistico, abbattendo costi e tempistiche”.

    Fino ad oggi però si è preferita l’operazione propagandistica dalla dubbia riuscita rispetto alla soluzione pronta all’uso che fa meno scena. “Perché - sottolinea Angela Ceccotti - diciamocelo chiaro: SERVE SOLO un luogo adatto dove vaccinarsi e non serve una primula”.

    Non avendo ricevuto risposta dal commissario Arcuri per l’emergenza, gli imprenditori di FEU ci avrebbero anche provato a partecipare al bando. Peccato che i requisiti di accesso siano impraticabili. Le 21 mastodontiche primule devono essere completate in 30 giorni. “E in più - sottolineano da FEU - non essendo specificate le tempistiche di fornitura delle altre 1200, diventa molto difficile pianificare gli acquisti di materiale, mobilitando fornitori senza sapere se e quando serviranno”. In pratica, un suicidio per un settore in stand-by da un anno senza un euro di ristori da aprile.

    Ma la presa in giro non è finita. “Possono candidarsi le aziende che dichiarano e dimostrano di “aver eseguito forniture analoghe nell’esercizio finanziario 2017-2019 almeno pari al valore di Euro 155 milioni”. E soggetti che “hanno fatturato nel triennio su detto importi superiori ai 50 milioni di euro annui”. Criteri che, di fatto, escludono quasi tutte le imprese e che sembrano fatti su misura per poche aziende, commentano indignati da FEU. Un bando per le aziende “star”, le sole con cui, evidentemente, vuole avere a che fare Arcuri.

    (NdC) Milioni spesi con dubbio criterio: 119 milioni per i banchi a rotelle, 199 per mini banchi singoli, 35 per “biciclette, anche a pedalata assistita, monopattini, hover-board, seg-way” nel 2020, altri 100 nel 2021, 8.5 milioni per le 21 primule “sopravvissute = >> totale: 461.5 milioni.

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