In un articolo apparso sulla prestigiosa rivista Science viene presentato il risultato di una vasta collaborazione internazionale che ha permesso di selezionare due anticorpi "superpotenti" che sembrano essere particolarmente efficaci nel contrasto al virus SARS-CoV-2. Tra i diversi gruppi di ricerca che hanno partecipato al lavoro c'è anche un gruppo dell'Ospedale Universitario Sacco di Milano diretto dal prof. Galli.
M.A. Tortoric et al. "Ultrapotent human antibodies protect against SARS-CoV-2 challenge via multiple mechanisms"; Science 24 sep. 2020; DOI:10.1126/science.abe3354
L'articolo non è certamente il primo di questo tipo e da molti mesi si sta cercando di trovare nel plasma dei pazienti guariti gli anticorpi più efficaci per la lotta al virus e di produrli artificialmente per curare i malati di Covid-19. Proprio in questi giorni l'impresa biotecnologica Regeneron ha annunciato i primi risultati positivi della sperimentazione su pazienti con sintomi non gravi (non ospedalizzati) di un cocktail di anticorpi di sua produzione.
Come riportato nell'articolo, il fatto che ne stiano stati selezionati due, tutti classificabili come "superpotenti" è importante perché l'uso di un solo anticorpo potrebbe indurre la selezione di una variante del virus ancora più aggressiva di quella attuale. Si tratta di un problema da non sottovalutare perché potrebbe rappresentare un serio limite per questo tipo di terapia. Ovviamente se invece di un unico anticorpo si utilizzasse un cocktail contenente anticorpi diversi che agiscono con meccanismi complementari, il problema delle possibili mutazioni del virus verrebbe ridimensionato.
Attualmente è in corso il tentativo di produrre questi due anticorpi per via artificiale, in modo da renderli disponibili in quantità apprezzabile. Potrebbero essere utilizzati sia per curare i malati sia a scopo preventivo per soggetti ad alto rischio. Come per tutti gli altri anticorpi artificiali rimane il limite del costo di produzione che è molto elevato (parliamo di cifre intorno a 1000 Euro per ciascun trattamento).
Al momento non è ancora partita la sperimentazione di questi due nuovi anticorpi su esseri umani e quindi ci vorrà tempo prima che questi due anticorpi possano essere eventualmente utilizzati per trattare i malati di Covid-19. Si tratta comunque di un ulteriore passo in avanti - non sappiamo quanto effettivamente rilevante - per l'affinamento delle terapie a cui sottoporre i malati di Covid-19.
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