sabato 19 settembre 2020

Non si muore più di Covid-19? Lettura consigliata ai negazionisti

Di fronte alla evidente crescita di contagi e ricoveri (anche in terapia intensiva) l'ultimo argomento rimasto ai più irriducibili negazionisti era del tipo "ma tanto non si muore più di Covid-19".  Non c'è dubbio che, pur in assenza di una cura risolutiva, la letalità sia decisamente diminuita rispetto ai momenti apicali dell'epidemia. Ciò è dovuto al miglioramento dei protocolli di cura, alla migliorata capacità di individuare i malati e di trattarli senza aspettare che le loro condizioni si aggavino troppo ed al fatto che lo stress a cui sono sottoposte le strutture sanitarie è ancora gestibile. Tuttavia quando i contagi aumentano troppo, diventa sempre più difficile circoscriverli e fatalmente si espongono al contagio anche le categorie più a rischio. Questo porta come diretta conseguenza ad un incremento della letalità. L'effetto non è immediato, ma c'è. Lo dimostrano i dati di Francia e Spagna che vediamo nella figura qui sotto dove sono confrontati con i dati italiani.

La tendenza generale conferma - amplificandole - le osservazioni fatte una settimana fa. Spagna e Francia sono in testa alle classifiche europeee dei nuovi contagi ed ora anche i dati dei decessi iniziano a destare serie proccupazioni. Il dato italiano è decisamente migliore, ma non dobbiamo dimenticare che quando si innesca un processo di risalita bastano poche settimane per mandare in crisi il sistema. Prudenza quindi,  senza catastrofismi, ma anche senza fare gli struzzi. Il pericolo di un aggravamento anche sul fronte dei decessi esiste per tutti i Paesi esposti ad un incremento della circolazione del virus, Italia inclusa.



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