Il Ministro Speranza, persona a cui - a mio avviso - va riconosciuto il merito di aver sempre svolto il suo compito con grande impegno e serietà, senza eccessi mediatici, ha rilasciato recentemente una dichiarazione nella quale invita tutti noi a stringere i denti resistendo fino alla prossima primavera quando finalmente ci potranno essere novità positive rispetto allo sviluppo della pandemia. Si tratta di un tipico esempio di quello che gli inglesi definiscono wishful thinking, in italiano potremmo tradurre pensiero "speranzoso" (quasi banale considerata la fonte!), ma qualcun altro preferirebbe l'aggettivo illusorio.
In realtà, oggi nessuno è in grado di fare previsioni che siano basate su elementi di concretezza. Il sia pur breve stop alla sperimentazione del vaccino Astrazechena, ha fatto ridurre sensibilmente la speranza di disporre delle prime dosi di un vaccino sicuro ed efficace già dal prossimo autunno. D'altra parte la cosiddetta fase 3 della sperimentazione dei vaccini prevede che i volontari siano reclutati anche tra persone affette da diverse patologie e questo può comportare un aumento della probabilità di generare reazioni avverse. I tempi tipici di sperimentazione di un vaccino sarebbero di alcuni anni e non è affatto detto che si possano comprimere oltre un certo limite. Chi volesse anticipare i tempi potrà sempre attingere alle forniture russe, ma personalmente mi sentirei di sconsigliarlo.
Al momento manca ancora un farmaco specifico per la cura della Covid-19. Sono in corso numerose sperimentazioni, alcune molto promettenti, ma anche per i farmaci - così come per i vaccini - ci vuole del tempo per verificare sicurezza ed efficacia. Nuovi farmaci specifici per la Covid-19 e vaccini sicuri ed efficaci potrebbero arrivare sul mercato più o meno allo stesso tempo e non è detto che questo sia un fatto negativo perché comunque, almeno nei primi tempi, ci saranno enormi problemi produttivi e la disponibilità effettiva dei rimedi contro la pandemia non sarà garantita a tutti.
Nel frattempo si moltiplicano gli studi nei quali viene segnalato che gli anticorpi presenti nei guariti da Covid-19 decadono rapidamente nel tempo e sono stati segnalati casi certi di doppia infezione. La situazione non è ancora chiara e la letteratura scientifica presenta un quadro abbastanza confuso. C'è chi sostiene che comunque una seconda infezione sarebbe meno grave e chi sostiene esattamente il contrario. Anche qui è una questione di tempo. Non disponiamo di una sfera di cristallo per prevedere il futuro e per sapere cosa può succedere a distanza di sei mesi o un anno dobbiamo solo attendere.
Oggi, in gran parte d'Italia ripartono le Scuole. Il fatto è positivo e rappresenta un fondamentale tassello per la ripresa, anche se non mancano i dubbi e le incognite. Sarà un grande "esperimento in-vivo" in cui molti di noi saranno - a vario titolo - protagonisti e spettatori. Probabilmente la riapertura porterà ad un incremento della circolazione del virus, ma bisognerà aspettare qualche settimana prima di poter capire quali potranno essere le reali conseguenze. Nel frattempo di certo c'è solo l'italica incapacità di affronatare i problemi con ordine e metodo. Ma noi Italiani siamo fatti così ed è inutile lamentarci.
Ci attendono dunque mesi complicati, durante i quali lo spettro di un secondo lockdown continuerà ad aleggiare sopra di noi. Ma molto dipenderà anche dai nostri comportamenti. Se non saremo troppo stupidi, riusciremo a limitare i danni convivendo con il virus fino a che arrivi qualche novità positiva. Se poi arrivasse proprio a primavera, vorrà dire che il Ministro Speranza ha doti d'indovino.
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