Aldilà dei ricoveri di pazienti "eccellenti" che hanno attirato l'attenzione dell'opinione pubblica, questa prima metà di settembre è stata caratterizzata da una crescita sostenuta dei ricoveri di pazienti nei reparti Covid degli ospedali italiani, sia nei reparti ordinari che in terapia intensiva. Ormai i numeri dello scorso luglio sono solo uno sbiadito ricordo e molti reparti che erano stati chiusi ad inizio estate sono stati riattivati. La cosa non è sorprendente perché come abbamo ahimé imparato la crescita dei ricoveri segue entro poche settimane quella dei contagi. Sembra inoltre che l'effetto di "ringiovanimento" dei nuovi contagiati osservato in luglio-agosto sia ormai svanito e si segnalano molti casi di giovani tornati dalle ferie estive che hanno contagiato i familiari più anziani. Tutto ciò comporta un peggioramento della situazione dal punto di vista sanitario, anche se - ricordiamolo - i numeri attuali non sono affatto paragonabili a quelli di marzo-aprile.
In attesa di verificare cosa succederà con la riapertura delle Scuole, vediamo i dati aggiornati ad oggi 15 settembre. Partiamo dagli attualmente positivi che sono mostrati qui sotto (punti verdi). La linea tratteggiata è un fit polimoniale che serve essenzialmente come guida per gli occhi.
A fine giugno ambedue le percentuali diminuivano abbastanza rapidamente. Il fatto era dovuto presumibilmente ad una sorta di esaurimento del serbatoio di pazienti più gravi che erano stati infettati settimane/mesi prima. A fine giugno si nota un primo cambio di pendenza nella curva della percentuale di ricoverati (punti rossi) che scende ancora, ma molto più lentamente. La linea tratteggiata sovrapposta ai punti rossi descrive l'andamento approssimativamente lineare che ha carattrizzato la percentuale dei ricoveri durante i mesi di luglio e agosto. I contagi aumentavano, ma il numero dei ricovertai calava leggermente in percentuale, probabilmente grazie al fatto che una parte crescente dei nuovi contagiati era costituita da giovani in buone condizioni generali di salute. Durante questo inizio di settembre sembrerebbe che il calo si sia definitivamente bloccato. Vedremo come andranno le cose nelle prossime settimane specialmente alla luce dell'effetto Scuola.
Il dato sulla percentuale di attualmente positivi che richiedono un trattamento di terapia intensiva (punti viola) mostra un andamento più marcato, pur in presenza di forti fluttuazioni statistiche. La recente tendenza alla crescita è abbastanza evidente e questo non è un buon segno.
Passiamo ora ai dati assoluti, corrispondenti alla occupazione di posti letto. I punti blu sono quelli dei ricoveri complessivi, metre quelli rossi si riferiscono alle sole terapie intensive. Come ricordato più volte le linee tratteggiate sono fit polinomiali dei dati sperimentali.
I dati assoluti ci fanno vedere quello che avevamo già discusso a proposito delle percentuali. C'è stata una sostanziale ripresa sia dei ricoveri complessivi che di quelli di terapia intensiva, ma nel caso della terapia intensiva la risalita è stata molto più significativa. Il dato attuale è maggiore di quello di metà giugno, mentre per quanto riguarda il numero dei ricoveri complessivi siamo a circa il 70% dei livelli di metà giugno. Difficile dire se tale andamento debba essere attribuito ad una maggiore gravità - in media - delle persone ricoverate o se sia legato a modifiche dei criteri di ricovero dei pazienti. Va anche detto che a fine giugno il livello dei decessi per Covid era molto più elevato di quello attuale e contribuiva a modificare le dinamiche dei ricoveri in modo apprezzabile. Il dato sui decessi attuali (vedi altro post) non mostra particolari criticità e questo è un fatto positivo.
Possiamo tentare una conclusione dicendo che è comunque necessaria una grande attenzione perché conoscendo la natura esponenziale di taluni episodi epidemici potremmo tornare nel giro di poche settimane ad una situazione di grave allarme (senza citare il caso di Israele che ha specificità tutte sue, basterà ricordare che oggi la vicina Austria ha elevato da giallo ad arancione il livello di allarme Covid che ora è al livello 3 su 4. In pratica l'Austria sta passando dalla situazione "granulare" di focolai ben definiti ad una situazione di contagi diffusi). Procediamo quindi senza panico, cercando di svolgere al meglio tutte le attività socio-economiche fondamentali, ma anche senza sottovalutare i pericoli.
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