lunedì 14 settembre 2020

Dove incide maggiormente la pandemia in Italia?

I dati delle ultime settimane hanno mostrato una crescente circolazione del virus in Italia, non dissimile da quanto è avvenuto in altri Paesi europei. In questo post vi presento una semplice analisi che ci fa vedere che l'aumento registrato da metà luglio in poi, oltre a riportarci lontano dall'agognato livello di "contagi zero" ha modificato profondamente la geografia della pandemia in Italia. 

Partiamo subito da un dato che ci fornisce un'idea immediata del livello di diffusione della pandemia. Parliamo in particolare al numero di persone ricoverate nei reparti Covid delle Regioni/PPAA, normalizzato rispetto ad un campione di 100.000 abitanti. Il grafico è mostrato qui sotto:


In  testa alla classifica vediamo la Liguria (che ha comunque la popolazione più anziana d'Italia), seguita da Lazio, Sardegna, Puglia e Campania. La Covid-19 non è più un problema concentrato al Nord ed al Sud non ci sono più isole felici Covid-free. Questo cambio nella distribuzione del contagio era già stato segnalato con qualche preoccupazione nell'ultimo bollettino dell'Istituto Superiore di Sanità.

Un altro dato interessante riguarda la percentuale di attualmente positivi rispetto al numero totale dei casi. Questo parametro ci dice quale sia stato, in termini percentuali, l'effetto "ferie estive" rispetto alla storia complessiva della pandemia. Il grafico è mostrato qui sotto:

Anche qui vediamo in testa Sardegna, Campania, Lazio, Sicilia e Puglia, mentre le Regioni/PPAA del Nord duramente colpite dalla fase acuta della pandemia stanno gestendo attualmente situazioni tutto sommato marginali rispetto ai picchi primaverili. Ovviamente questo non vuol dire che i casi al Nord siano pochi (vedi Trentino, ad esempio). Facendo il confronto rispetto al totale emergono le Regioni che a primavera erano state colpite solo marginalmente a dimostrazione - ammesso che ce ne fosse bisogno - che quando le persone si muovono e si raggruppano il virus circola insime a loro.

Attualmente stiamo vedendo gli effetti delle movide estive, ma come ho discusso in precedenti post è ancora presto per poter parlare dell'arrivo di quella che i miei amici spagnoli chiamano la segunda ola. Il quadro è destinato a cambiare ulteriormente nelle prossime settimane in concomitanza con la ripresa delle attività scolastiche. Non si prospettano settimane facili da gestire. Speriamo di poter contare sulla consapevolezza e sull'aiuto di tutti. E speriamo anche che taluni politici la smettano di avvelenare i pozzi e diano tutti a mano ad affronatare la difficile sfida che ci attende.




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