che oltre ai casi riscontrati nel circuito delle carni ce ne
Il dato dei contagi odierni in Trentino ammonta a ben 68 casi, in gran parte riconducibili a lavoratori del settore delle carni. Secondo notizie di stampa sembrerebbe che i contagi sarebbero avvenuti, per la maggior parte, al di fuori dei posti di lavoro, ma hanno comunque interessato persone collegate al settore. In particolare, si è detto che i contagiati si frequentassero con assiduità al di fuori dell'orario di lavoro, un pudico modo per dire che probabilmente vivevano in condizioni di grande affollamento in alloggi di fortuna.
Andamento dei contagi in Provincia Autonoma di Trento. Tratto da: https://covid19trentino.fbk.eu/#maps |
Resta il mistero legato al fatto che tutti sarebbero sostanzialmente asintomatici. Una domanda sorge spontanea: se sono tutti asintomatici (e, come sostengono alcuni, presumibilmente poco contagiosi) come è possibile che il virus sia circolato con tale intensità? Sono veramente asintomatici, oppure ci sono casi in cui i sintomi (magari non gravi) sono stati sottaciuti per timore dell'obbligo di quarantena? Non dobbiamo dimenticare che, considerate le dure condizioni di lavoro in cui sono costretti molti di questi operai, la quarantena potrebbe rappresentare per loro un significativo rischio di azzeramento dei già modesti guadagni. Come al solito gli aspetti sanitari si incrociano con quelli socio-economici, a conferma della complessità del fenomeno epidemico.
Rimane la domanda principale: il focolaio scoperto nel settore carni del Trentino è - in assoluto - uno dei più significativi riscontrati a livello nazionale. Il rischio era ben noto fin dall'inizio dell'estate. Perché non sono stati fatti controlli preventivi tra i lavoratori del settore e si è preferito aspettare che il focolaio esplodesse prima di fare qualcosa? Chi avrebbe dovuto programmare ed eseguire tali controlli preventivi? Chissà se la Provincia Autonoma di Trento vorrà fornire una risposta.
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