Dopo pochi giorni di interruzione, AstraZeneca ha ricevuto dalle Autorità sanitarie britanniche l'autorizzazione a riprendere gli studi di fase 3 del vaccino anti Covid-19. Contrariamente a quanto riportato da alcuni giornali italiani, la ripresa degli studi non è generalizzata, ma riguarda, per il momento, solo la Gran Bretagna. Il comitato di esperti indipendenti britannici ha infatti concluso che il caso avverso segnalato qualche giorno fa non è collegato alla somministrazione del vaccino.
Ricordo che in fase 3, oltre a volontari sani, il vaccino è somministrato anche a volontari affetti da diversi tipi di patologie, in modo da ottenere le informazioni più dettagliate possibili rispetto alle reazioni avverse, anche nei casi in cui queste siano associate alla interazione con specifici farmaci. Si tratta di un lavoro che richiede tempo e grande attenzione. Non è un caso che Phizer, uno dei grandi competitori di AstraZeneca nella corsa verso i vaccino, abbia in questi giorni annunciato di voler estendere da 30.000 a 44.000 il numero di volontari della loro fase 3, proprio per includere anche un numero maggiore di persone che siano già affette da significative patologie. Questo tipo di indagine è essenziale anche perché si sta già programmando di somministrare il vaccino con priorità alle persone più fragili e quindi più esposte ai rischi della Covid-19. Essere sicuri che il vaccino non possa produrre danni a queste persone è un passaggio essenziale per arrivare all'approvazione del vaccino da parte delle Autorità sanitarie internazionali.
Al momento è difficile stimare quale sarà l'effettivo ritardo che ci sarà nel completamento degli studi di fase 3. L'Azienda parla di fine 2020 - inizio 2021. Sembra comunque di capire che difficilmente sarà possibile realizzre le previsioni ottimisiche che davano il vaccino in arrivo per il prossimo autunno.
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