giovedì 11 marzo 2021

Perché il vaccino J & J potrebbe fare la differenza

 

Il vaccino monodose Johnson & Johnson (prodotto dalla sua controllata Janssen) approvato oggi dall'Agenzia europea EMA dovrebbe essere disponibile a partire da circa metà aprile e - salvo ritardi - l'Italia dovrebbe riceverne circa 7 milioni di dosi entro la fine del secondo trimestre 2021.

Il vaccino J & J utilizza una tecnica a virus vettore inattivato (adenovirus) simile a quella impiegata da AstraZeneca e dal vaccino russo Sputnik V. Il fatto di essere somministrato sotto forma di dose unica risolve alla radice i problemi legati all'effetto ridotto della seconda dose che sono tipici per questo tipo di vaccini (problemi che il vaccino russo ha brillantemente risolto utilizzando due adenovirus diversi come vettori per la prima e per la seconda dose)

La sperimentazione di fase 3 del vaccino J & J ha dimostrato una efficacia media pari al 67% dopo la somministrazione di una unica dose ed una copertura pressochè totale per le forme più gravi che possono portare all'ospedalizzazione o al decesso. Si tratta di un dato particolarmente interessante perché una parte consistente dei volontari che hanno partecipato alla sperimentazione erano brasiliani o sudafricani e quindi la sperimentazione è stata fatta anche con una significativa presenza dei nuovi ceppi virali che sollevano tante preoccupazioni circa la reale efficacia dei vaccini attualmente disponibili. La sperimentazione di fase 3 ha coinvolto un congruo numero di volontari di età superiore ai 65 anni e questo fa ben sperare rispetto alla capacità di proteggere in modo efficace anche gli anziani.

Oltre a non richiedere la somministrazione di una seconda dose, il vaccino J & J può essere conservato fino a tre mesi in un normale frigorifero e non richiede procedure di preparazione complicate come quelle adottate, ad esempio, per il vaccino Pfizer. L'effettiva disponibilità di questo vaccino potrebbe imprimere una sostanziale accelerazione alla vaccinazione di massa.

2 commenti:

  1. Nell’ultima fase (su 3) di test clinici il vaccino di J&J aveva fatto rilevare un’efficacia media del 66 per cento nel prevenire la COVID-19, con un’efficacia fino all’85 per cento contro le forme più gravi.

    Il dato sull’efficacia è variato molto a seconda delle aree geografiche dove è stata eseguita la sperimentazione: 72% negli Stati Uniti, 66% nel Sudamerica e 57% in Sudafrica, dove una variante che rende il coronavirus più contagioso ha probabilmente influito sui risultati.

    Il vaccino, come gli altri, offre comunque una forte protezione, quasi totale nei confronti delle forme così gravi di COVID-19 da rendere necessario un ricovero in ospedale, ed è ciò che realmente conta nella valutazione della sua utilità.

    (www.ilpost.it)

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  2. Vaccini Covid, ancora ritardi: Johnson&Johnson non arriverà prima di fine aprile
    Davide Falcioni – fanpage.it - 14 marzo 2021

    Nei prossimi mesi verranno somministrate 500 mila dosi di vaccino al giorno su base nazionale, vaccinando almeno l’80% della popolazione entro il mese di settembre: un obiettivo ambizioso - annunciato in precedenza anche dal Ministro della Salute, Roberto Speranza - che tuttavia potrebbe scontrarsi con gli ormai cronici ritardi nelle consegne dei vaccini da parte delle aziende farmaceutiche.

    Il Ministro tedesco della Sanità, Spahn, dopo l’autorizzazione da parte di EMA del vaccino di Johnson&Johnson ha dichiarato: "Le forniture alla UE non avverranno prima di metà-fine aprile, a causa dell’incertezza delle decisioni politiche di Washington sulle esportazioni".

    Johnson&Johnson infatti è una società multinazionale statunitense e non è da escludere che Biden voglia trattenere negli USA più dosi possibile per immunizzare tutta la popolazione entro luglio.

    Le Regioni italiane sono consapevoli che il siero Johnson&Johnson non arriverà prima di fine aprile: secondo il piano vaccinale se ne attendono 2,4 milioni di dose al mese per un totale di 7,3 milioni, sempre ammesso che l'azienda rispetti gli accordi.

    (NdC) Per ottenere le dosi destinate al Trentino, basta dividere per 112 il dato nazionale: arriveranno 21.500 dosi al mese.

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