martedì 9 marzo 2021

Segnalazione da Nature: perché la variante sudafricana ci preoccupa così tanto

Ieri 8 marzo, la rivista Nature ha pubblicato con procedura accelerata un importante articolo scritto dal gruppo del prof. David Ho della Columbia University, nel quale viene presentato un vasto studio sulla resistenza delle varianti inglesi e sudafricana agli anticorpi del ceppo "tradizionale" del virus SARS-CoV-2. L'articolo può essere trovato qui. Una sintesi in italiano la trovate qui.

L'abstract dell'articolo evidenzia, in particolare, le criticità associate alla diffusione della variante africana (B.1.351):

"... Single and combination monoclonal antibody (mAb) therapeutics have received emergency use authorization, with more in the pipeline. Furthermore, multiple vaccine constructs have shown promise, including two with ~95% protective efficacy against COVID-19. However, these interventions were directed toward the initial SARS-CoV-2 that emerged in 2019. The recent emergence of new SARS-CoV-2 variants B.1.1.7 in the UK and B.1.351 in South Africa is of concern because of their purported ease of transmission and extensive mutations in the spike protein. We now report that B.1.1.7 is refractory to neutralization by most mAbs to the N-terminal domain (NTD) of the spike and relatively resistant to a few mAbs to the receptor-binding domain (RBD). It is not more resistant to convalescent plasma or vaccinee sera. Findings on B.1.351 are more worrisome in that this variant is not only refractory to neutralization by most NTD mAbs but also by multiple individual mAbs to the receptor-binding motif on RBD, largely owing to an E484K mutation. Moreover, B.1.351 is markedly more resistant to neutralization by convalescent plasma (9.4 fold) and vaccinee sera (10.3-12.4 fold) ...".

In sostanza, lo studio conferma la scarsa efficacia di talune terapie sperimentali basate su anticorpi neutralizzanti che sono state sviluppate partendo dai vecchi ceppi virali. Nel caso delle persone vaccinate (lo studio si riferisce in particolare al vaccino Moderna) o di coloro che hanno sviluppato la Covid-19 in precedenza, la variante inglese non rappresenta una problema di particolare rilievo, mentre la variante sudafricana aumenta significativamente il rischio di infezione (o di re-infezione). Come si legge nell'abstract la resistenza alla neutralizzazione è circa 10 volte maggiore.

Lo studio non ha riguardato la variante brasiliana P.1 (501Y.V3) ma, considerato che le mutazioni di tale variante sono abbastanza simili a quelle della variante sudafricana, è presumibile pensare che anche la variante brasiliana possa presentare analoghe criticità.

Anche questo studio conferma l'elevata pericolosità della variante sudafricana che - ricordiamo - è già presente nel vicino Alto Adige. In Trentino non c'è stata, almeno fino ad oggi, alcuna evidenza della sua presenza, ma sorge spontaneo il dubbio che in Trentino la variante sudafricana non sia stata trovata semplicemente perché le Autorità sanitarie non hanno eseguito tutte le mappature genetiche che sarebbe stato opportuno fare.

9 commenti:

  1. Aggiungerei che in Trentino è presente la “variante trentina” del SARS-CoV-2 che ha iniziato a manifestarsi in modo molto forte a novembre 2020. È stato il sofisticato laboratorio di sequenzamento di Piazza Dante ad identificare (qualcuno afferma a “generare” ma è in corso un’inchiesta OMS) questa subdola variante che prevede una mutazione importante legata alla mancanza di volontà del virus di comunicare i propri dati alla popolazione. Questa “variante trentina”, superati i confini provinciali, pare cessi di esistere. Probabilmente si trova bene solo da noi ma è solo una mia ipotesi, non suffragata da dati scientifici.

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    1. L’inchiesta – ehm, l’interlocuzione - è condotta dalla OMS (O Mio Signore), coordinata da Edoardo Vianello che in precedenza aveva pubblicato “Abbronzatissima” e “I Watussi”. Nel passaggio finale del documento iniziale si trova scritto: “Fa’ che domani Lei ritorni da me” con chiaro riferimento alla “variante trentina” di cui parla il lettore Maurizio, caratterizzata - pare - da una certa timidezza / ritrosia.

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  2. Preoccupanti i risultati sulla variante sudafricana, in quanto è risultata “notevolmente più resistente alla neutralizzazione”, con un calo dell’attività neutralizzante - fino a 12 volte - del siero dei vaccinati “che stiamo osservando, sulla base dei risultati di Novavax, portare a una riduzione dell’efficacia protettiva della vaccinazione (49% nella sperimentazione in Sudafrica, ndr)”.

    “Il nostro studio e i nuovi dati della sperimentazione clinica mostrano che il virus sta viaggiando in una direzione che lo sta portando a sfuggire alle terapie e ai vaccini diretti contro la proteina Spike – ha affermato il professor David Ho –.

    Se la diffusione dilagante del virus continua e si accumulano mutazioni più critiche, allora potremmo essere condannati a inseguire continuamente l’evoluzione di Sars-Cov-2, come accaduto per il virus dell’influenza”.

    Di conseguenza, conclude il professor Ho, serve “interrompere il più rapidamente possibile LA TRASMISSIONE DEL VIRUS, raddoppiando le misure di contrasto e accelerando la vaccinazione”.

    (fanpage.it)

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    1. Una settimana fa, il Governo australiano non ha dato peso al diniego di Draghi alla cessione a loro di 250.000 dosi di vaccino Astra Zeneca, commentando così: "Vi capisco, avete 300 morti al giorno". Non era proprio una irrisione, ma quasi, perché loro, su 25 milioni di abitanti, hanno avuto 75 nuovi infetti la scorsa settimana e 49 la precedente. I nostri infetti settimanali sono 100.000, su poco più del doppio di abitanti. E non si faccia caso alle dimensioni del continente australiano, perché il 50% della popolazione è concentrato nelle città capoluogo. Quale è l'aggettivo che descrive meglio, ad esser gentili, i governi europei? Comincia per "i" e ciascuno ha il governo che si merita.

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  3. (Adnkronos, 10/3/2021)
    "Ci sono varianti del Covid totalmente invisibili ai test rapidi e questo pone un problema serissimo di sanità pubblica". Lo ha detto a 'Buongiorno su Sky Tg24 Andrea Crisanti direttore del Laboratorio di microbiologia e virologia dell'Azienda ospedaliera di Padova e docente di microbiologia dell'ateneo veneto, annunciando i risultati di una ricerca sul tema. "Fra poco pubblicheremo un lavoro scientifico a disposizione di tutti quanti", ha anticipato Crisanti, per il quale "inserire i test rapidi nell'indice di positività è uno sbaglio". "Inorridisco - ha aggiunto il virologo - quando i test rapidi vengono utilizzati nel modo sbagliato perché contribuiscono a diffondere il virus soprattutto nelle comunità".

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    2. Non le sarà sfuggito che la novità, rispetto a quello che lei ricorda, è che "Fra poco pubblicheremo un lavoro scientifico a disposizione di tutti quanti". L'intervista a Crisanti poi continua, ma ho preferito riportare solo la parte essenziale.

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    3. Sarà senz'altro un lavoro interessante, anche perché se quanto anticipato dal prof. Crisanti sarà confermato, andrà ad intaccare interessi economici non trascurabili (il valore di mercato dei tamponi rapidi è cresciuto moltissimo durante gli ultimi mesi).

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  4. Ho aggiornato, con un po’ di ritardo, purtroppo, i miei 7 parametri per le Regioni/PPAA a domenica 7 marzo 2021.
    Il file, che contiene anche i valori relativi alle due settimane precedenti, si trova al seguente indirizzo:

    https://www.dropbox.com/s/oz8p8290h9njc3a/2021_%203_%207%20Quadri%207%20parametri%20Covid.pdf?dl=0

    Ho spostato avanti di un giorno la rilevazione, che ora va dal lunedì alla domenica successiva, uniformandomi a come vengono calcolati i parametri settimanali dall’ISS, fra i quali l’incidenza su 100.000 abitanti.

    __Mi baso sui dati della Protezione Civile Nazionale, azzerati al 1 agosto 2020 che fisso convenzionalmente come inizio della seconda ondata, poiché dopo il 2/8/2020 il numero nazionale degli “attualmente infetti” è aumentato continuamente fino al 22/11/2020.
    __L’ultima colonna in tabella dà informazioni su come sia cambiato, in media, fra le due ultime settimane, il denominatore per i parametri 3,5,6,7.

    Riporto qui di seguito i valori attuali dei 7 parametri della tabella limitatamente al Trentino e Regioni/PA limitrofe. Fra parentesi i valori della settimana precedente.

    1. INFETTI TOTALI ogni 100.000 ab.:
    __Italia 4680 (4415), PA Trento 5692 (5288), PA Bolzano 99886 (9557), Veneto 6607 (6406), Lombardia 5362 (5019).

    2. NUOVI INFETTI nell’ultima settimana ogni 100.000 ab.:
    __Italia 236 (186), Trento 344 (369), Bolzano 286 (432), Veneto 182 (142), Lombardia 308 (227).
    Altri Paesi: Spagna 78 (160), UK 63 (92), Olanda 182 (185), Francia 221 (225), Germania 70 (67), Giappone 6 (6), SudCorea 5 (5), Australia 0,3 (0,2).

    3. NUOVI INFETTI SU ATTUALI INFETTI nell'ultima settimana:
    __Italia 4,5% (4,0%), Trento 6,9% (8,9%), Bolzano 3,4% (4,7%), Veneto 4,7% (4,4%), Lombardia 6,0% (5.7%).

    4. DECESSI totali su INFETTATISI totali (con i due intervalli temporalmente sfasati come si deve):
    __Italia 2,6% (2,6%), Trento 3,2% (3,4%), Bolzano 1,7% (1,8%), Veneto 2,6% (2,6%), Lombardia 2,5% (2,5%).

    5. MORTI su USCITI dal virus (= morti + guariti) nell'ultima settimana:
    __Italia 2,3% (2,4%), Trento 1,0% (0,9%), Bolzano 1.0% (2,0%), Veneto 2,8% (2,9%), Lombardia 2,5% (2,5%).

    6. ATTUALI RICOVERATI SU ATTUALI INFETTI, media per l’ultima settimana:
    __Italia 5,0% (5,1%), Trento 6,0% (6,3%), Bolzano 3,7% (3,9%), Veneto 3,7% (3,9%), Lombardia 7,1% (7,6%).

    7. TERAPIE INTENSIVE su ATTUALI INFETTI, media dell'ultima settimana:
    __Italia 0,55% (0,55%), Trento 1,19% (1,05%), Bolzano 0,55% (0,49%), Veneto 0,47% (0,46%), Lombardia 0,71% (0,71%).

    __I primi tre parametri dipendono dalla gestione politica dell'epidemia (chiusure, aperture e controlli), mentre gli altri quattro dalla gestione sanitaria degli infetti

    Commento osservando solo, dalla tabella al link riportato, che il Trentino è primo in Italia per terapie intensive sugli attuali infetti e invece fra gli ultimi, con Bolzano, per letalità settimanale da Covid-19.
    __Fra le Regioni/PA che barano nascondendo infetti, sembrerebbe che le prime siano, nell'ordine, Piemonte, Liguria, Valle d'Aosta. A meno che non abbiano un sistema sanitario molto più scadente della media nazionale.

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