Come già annunciato, questo blog dedicato alla pandemia non sarà più aggiornato, ma proseguirà nel sito "I numeri della pandemia" che fa parte di un blog più ampio che si chiama "I numeri di Davide Bassi". Accanto alla sezione dedicata alla pandemia, ne ho aggiunta un'altra dedicata ai temi dell'energia e del riscaldamento globale.
Colgo l'occasione per ringraziare i lettori e le lettrici che hanno scaricato quasi mezzo milione di pagine da questo blog, nato quasi per caso nel marzo 2020 quando la pandemia fece la sua prima apparizione in Italia. Spero di ritrovarvi nel mio nuovo blog dbassi.it.
Dopo molte settimane durante le quali abbiamo assistito ad una inaspettata e forte ondata di contagi estivi, tutti gli indicatori pandemici – incluso quello relativo ai decessi – mostrano che il picco pandemico si sta esaurendo. Speriamo di poterci godere il resto dell’estate senza troppe preoccupazioni e poi – in autunno – vedremo cosa succederà.
Quasi 3 anni di pandemia ci hanno insegnato che il virus ha
un andamento difficilmente prevedibile e che la comparsa di nuovi ceppi
virali può portare a rapidi cambi di fronte dell’andamento pandemico.
Quando, alla fine del 2019, il primo ceppo di SARS_CoV_2 comparve a Wuhan, gli epidemiologi stimarono che avesse un indice di trasmissione intrinseco R0 compreso tra 2,5 e 3. Ricordo che R0
è il numero medio dei nuovi contagi provocati da ogni positivo, in
assenza di protezioni e di anticorpi tra le persone esposte. Il ceppo
attuale (Omicron WA.5) avrebbe un valore di R0 maggiore o uguale a 15: in pratica si tratterebbe di uno dei virus più contagiosi che abbia mai colpito la specie umana.
Difficile (ma non del tutto impossibile) che da qui all’autunno possa
comparire una nuova variante di SARS-CoV-2 che abbia un valore di R0
ancora più alto, ma potrebbe avere così tante mutazioni da riuscire ad
aggirare quasi completamente le difese immunitarie che ormai sono
presenti in gran parte della popolazione mondiale (grazie ai vaccini ed
ai contagi pregressi).
Ciò che succederà in autunno – almeno per il momento – non lo possiamo prevedere.
L’ipotesi più ottimistica (ma non sarebbe la prima volta che viene
fatta e che non si avvera) è che ormai la pandemia abbia imboccato con
decisione la fase calante e che le prossime ondate pandemiche saranno
sempre più deboli. L’ipotesi più pessimistica è che il virus muti così
tanto da comportarsi – di fatto – come se fosse un vero e proprio nuovo
virus, completamente sconosciuto dalle difese immunitarie presenti nella
popolazione.
Molto dipenderà anche dai vaccini che saranno disponibili in autunno
per la campagna di vaccinazione abbinata influenza/Covid 19. Per gli
anziani e le persone più fragili tali vaccini possono fare la differenza
rispetto alle conseguenze di un eventuale contagio. Si spera anche che
da qui all’autunno le Autorità sanitarie riescano finalmente a mettere a
punto un meccanismo di somministrazione precoce del Paxlovid per tutti coloro che ne possono trarre beneficio.
Nel frattempo, consoliamoci guardando i dati delle ultime 2 settimane che – come anticipavo nel titolo di questo post – mostrano tutti una tendenza verso il miglioramento.
Il prossimo aggiornamento sull’andamento della pandemia di Covid-19
dovrebbe uscire all’inizio del mese di settembre nel NUOVO SITO dbassi.it (sperando che l’ondata
si esaurisca senza colpi di coda!).