venerdì 15 maggio 2020

Aggiornamento sulle RSA trentine

Ieri mattina, dopo quasi un mese dalla mia richiesta di accedere ai dati delle RSA trentine, ho ricevuto una sia pur parziale risposta. Parziale perché avevo chiesto di conoscere oltre alla distribuzione temporale dei decessi avvenuti nelle RSA trentine, anche il tempo medio intercorso tra entrata nelle RSA ed i decessi. Questo parametro è fondamentale per capire (in termini statistici ovviamente) quanti sono i mesi/anni di vita perduti a causa delle morti precoci provocate dall'epidemia. Questo dato non c'è nella risposta della APSS e considerato che ormai l'argomento è diventato oggetto di inchieste giudiziarie temo che non avrò modo di approfondirlo. Diciamo che la risposta che ho ricevuto la possiamo considerare come una sorta di "minimo sindacale".

Ho provato comunque a vedere cosa ci dicono i dati a disposizione. Li ho riassunti sinteticamente nella figura che vedete qui sotto:
La figura è piuttosto complessa e richiede un minimo di spiegazioni. I dati relativi agli anni 2018 e 2019 sono stati forniti aggregati su base mensile e sono rappresentati con le curve (costanti a tratti, tecnicamente parlando) di colore blu e verde, rispettivamente. I dati del 2020 sono rappresentati dalla curva di colore rosso e, durante il periodo della fase acuta dell'epidemia, sono stati aggregati su una scala temporale di circa 10 giorni. Osserviamo che l'andamento annuale presenta un massimo collocato nella stagione invernale, con una riduzione abbastanza marcata in corrispondenza della stagione estiva. Le due costanti a tratti di colore nero tratteggiate rappresentano i valori minimi e massimi che, in assenza di eventi particolari, ci aspetteremmo mediando i dati del 2018 e 2019 più quelli del 2020 fino alla data del 10 marzo. Il livello di significanza statistica è quello solitamente utilizzato pari al 95%. Osserviamo che tutti i valori corrispondenti al 2018, 2019 e inizio 2020 stanno all'interno della banda compresa tra la linea nera tratteggiata inferiore e la linea nera tratteggiata superiore. C'è un unico dato che si trova sia pure di poco sopra la linea nera tratteggiata superiore: è quello corrispondente al mese di gennaio 2018, ma la cosa non ha una particolare valenza. Poiché come già ricordato la questione è ormai in mano alla Magistratura vorrei fare alcune precisazioni a rischio di essere pedante:
  1. I dati sono quelli assoluti, ma andrebbero normalizzati rispetto al numero di ospiti effettivamente presenti all'interno delle RSA nel corso del tempo.
  2. Questa analisi considera per gli anni pregressi solo i dati 2018 e 2019. Un lavoro più accurato dovrebbe comprendere anche i dati relativi agli anni 2016 e 2017.
  3. Una analisi più accurata si potrebbe fare disaggregando i dati 2020 tra le RSA in cui sono stati registrati casi di Covid-19 rispetto a quelle dove non sono stati registrati casi.
L'effetto dell'epidemia di Covid-19 è drammaticamente evidente e si stacca nettamente rispetto all'andamento dei decessi prevedibile sulla base dei dati degli anni precedenti. In termini di decessi c'è una rapida salita dopo il 10 marzo, mentre nella prima decade di maggio (ultimo dato disponibile) la linea rossa sta tornando entro i limiti (bisogna però tenere conto che ad inizio maggio molti posti nelle RSA trentine erano purtroppo rimasti liberi). Tra i pochi altri dati disponibili relativi alle RSA trentine il documento più esaustivo è quello che avevo discusso in un post precedente. Il documento fa riferimento ai decessi avvenuti dal 1 marzo al 22 aprile (605 in totale) di cui 296 attribuito a Covid-19 (solo in parte inclusi nei conteggi ufficiali della Provincia). Il periodo in esame è quello rappresentato in figura dalle due frecce di colore blu. Per  la precisione le frecce blu indicano il periodo che va dal 1 marzo al 20 aprile, due giorni in meno rispetto al periodo considerato nell'altro documento. I decessi complessivi registrati dal 1 marzo al 20 aprile 2020 nelle RSA trentine sono stati 607 (fonte dati: documento che mi è stato mandato ieri). Tenuto conto dei due giorni di differenza, dal 1 marzo al 22 aprile avremmo circa 620 casi, una differenza di circa il 2% non particolarmente significativa in termini statistici. Teniamo pure 607 e sottraiamo i 296 casi attribuiti a Covid-19. Rimangono 311 casi, da confrontare con il numero di decessi attesi sulla base dell'andamento degli anni precedenti che risulta essere di 225 +/- 37 casi. In termini statistici, parliamo di un intervallo che va da 188 a 262 casi. Tutto è più chiaro se lo vediamo sotto forma di grafico:
Anche questa analisi conferma quanto già visto con analisi precedenti. L'aumento stagionale della mortalità che oggi abbiamo potuto includere nel conto non basta a spiegare perché il punto rosso non cada all'interno della banda di errore del punto verde, ma si trovi nettamente sopra il livello atteso. C'è quindi un eccesso di mortalità non spiegato come Covid-19 che tuttavia è avvenuto in concomitanza con l'epidemia.
 
 Capire l'origine di questo eccesso di mortalità non spiegato (parliamo di un po' più del 10% dei decessi totali fatti registrare nel periodo considerato) è tuttora un punto aperto.

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