domenica 3 maggio 2020

Ancora sulla stima dell'indice di trasmissione del contagio

In questo post vorrei aggiungere ulteriori elementi rispetto a quanto già scritto a proposito dell'uso del valore dell'indice di trasmissione del contagio Rt (spesso confuso con R0, chiamiamolo R come fa il Robert Koch Institut così è più semplice) per monitorare l'evoluzione della fase calante dell'epidemia.

Recentemente l'Istituto Superiore di Sanità ha diffuso le stime di R fatte a livello regionale. Le valutazioni sono basate sul lavoro fatto dal dott. Stefano Merler della nostra FBK. Sono rimasto molto sorpreso nell'apprendere che il Trentino aveva (alla data del 6 aprile) un valore di R decisamente migliore (più basso) rispetto a quello dell'Alto Adige. Qui sotto vi mostro una figura che motiva le mie perplessità:

Il grafico riporta l'andamento dei nuovi casi segnalati in Trentino e in Alto Adige durante lo scorso mese di aprile. I dati sono sottoposti ad una media mobile a sette giorni per ridurre le fluttuazioni statistiche. Per l'asse verticale ho usato una scala logaritmica in modo da evidenziare le differenze tra i due andamenti in termini percentuali. Le due Province autonome, durante il mese di aprile, hanno applicato un numero di test circa uguale e quindi i dati possono essere confrontati con una certa confidenza. Notiamo che sia in Trentino che in Alto Adige i nuovi casi sono diminuiti, ma è evidente come la riduzione sia stata percentualmente più significativa nel caso dell'Alto Adige. Ad inizio aprile le due province si posizionavano tra 1,5 e 2 nuovi casi giornalieri per ogni 10.000 abitanti. Alla fine del mese il Trentino è sceso di poco sotto la soglia di 1 caso x 10.000 abitanti, mentre l'Alto Adige punta deciso verso il livello di 0,2 nuovi casi x 10.000 abitanti.

Nel riquadro che appare nella parte superiore della figura, riporto i valori di R stimati da FBK alla data del 6 aprile (quella indicata dalla freccia gialla in figura). Le due stime pur avendo valori medi piuttosto diversi (0,44 per il Trentino contro 0,64 per l'Alto Adige) hanno un ampio margine di errore che, dal punto di vista statistico, ci dice che  hanno comunque una certa sovrapponibilità. Ricordando che valori di R più bassi portano ad una più rapida diminuzione dei nuovi contagi, mi sarei aspettato che il Trentino scendesse più rapidamente dell'Alto Adige o che, al massimo, le due Province mostrassero discese simili. 

L'Istituto Superiore di Sanità ha annunciato che le stime di R fatte su base regionale saranno aggiornate settimanalmente. Sono curioso di vedere quali saranno le nuove stime per il Trentino e l'Alto Adige.

Si potrebbe giustamente obiettare che i dati considerati per valutare R siano quelli relativi all'insorgenza dei sintomi e non quelli mostrati in figura che corrispondono alla data di rilevazione del contagio. Se il ritardo dell'esame rispetto all'insorgenza dei sintomi fosse costante avremmo solo una traslazione temporale della curva. In realtà le cose sono più complicate e solo accedendo alle schede saniatarie è possibile ricostruire la sequenza corretta, fermo restando che questo equivale a ridistribuire temporalmente i nuovi casi mantenendo comunque costante l'integrale della curva.

Riassumendo: se qualcuno avesse utilizzato il valor medio della stima di R rilasciato dall'Istituto Superiore di Sanità  come un indicatore dell'andamento dell'epidemia avrebbe anticipato l'avvio della Fase 2 in Trentino, ritardandola in Alto Adige. Con tutte le cautele del caso, mi pare che anche questo esempio confermi come pensare al valore medio della stima di R come un discriminante per le decisioni pubbliche sia qualcosa da evitare con cura, specialmente quando R si posiziona verso il basso.

P.S. A mio parere, molto saggiamente il Ministero della Salute nelle linee guida emesse per il monitoraggio della Fase 2 include esclusivamente la verifica che R sia minore di 1 evitando di fare quella che i fisici chiamano "spettroscopia fina" tra i diversi valori di R minori di 1.

5 commenti:

  1. Purtroppo molti si sono già "innamorati" di questo R0,
    al punto di anteporlo alla realtà dei fatti (decessi, ricoverati, contagiati).

    Il vicepresidente della Regione Lombardia, Fabrizio Sala: "Stiamo incrociando tutti i dati che ci arrivano e con l'aiuto di alcuni ricercatori calcoliamo l'indice R0. Al momento sappiamo che in Italia è 0,80, quello della Lombardia è 0,75".

    Nella conferenza stampa di giovedì 7 maggio «Il Trentino è tra le prime realtà nazionali nel rapporto tra tamponi eseguiti e popolazione, con un indice del contagio di 0,42 che ci pone al terzultimo posto fra le regioni», ha sottolineato il presidente della Provincia.

    Coronavirus, in Umbria il più basso indice di contagio: ecco perché sarà un vantaggio nella Fase 2: "Un indice che al momento in nessuna regione italiana è basso come in Umbria (0.19), prima in questa 'classifica' davanti alla Basilicata (0.35) mentre quella con l'RT più alto è il Molise (0.84)."

    Temo che il Suo invito a non fare spettroscopia "fine" sia caduto nel vuoto. Non solo il decimale, ma anche i centesimi...

    Grazie ancora per il Suo lavoro fatto con dedizione.

    RispondiElimina
  2. Soprattutto perché R non dice niente del rischio, ma fotografa solo l'andamento attuale.

    RispondiElimina
  3. R piace molto ai politici che lo citano senza capirne veramnete il significato, ma - almeno per come viene calcolato in Italia - dice molto poco. Infatti la base dati a cui fa riferimento è quella dei caai che vengono ospedalizzati e la stima è comunque in ritardo di circa due settimane rispetto al momento del calcolo. Attualmente assistiamo (fortunatamente) ad un deciso decremento dei nuovi ricoveri. C'è una grande discussioni tra clinici e virologi. Alcuni sostengono che il virus stia diventando meno aggressivo, altri attribuiscono la riduzione dei ricoveri al miglioramento delle terapie che si applicano a livello domiciliare. La questione è aperta, ma ai fini del calcolo dell'indice R questo calo riduce sensibilmente la qualità dell'informazione che può essere associata alla stima. Parliamo di pochi casi e osservando l'andamento temporale delle stime presentato dall'ISS temo che l'errore di misura che loro riportano sia largamente sottostimato. Quindi - a mio parere . l'unicia cosa importante è che R non salga stabilmente sopra il valore unitario. Tutte le discussioni tra Governatori del tipo "il mio indice è più basso del tuo" sono pippe mentali.

    RispondiElimina
  4. R serve per fare previsioni sulla base di un modello, per trovare come e quanto si diffonda il contagio. Qui, invece, partiamo dai dati sperimentali per vedere a quale modello e a quali valori parametrici assimilarne l'andamento. Io, più umilmente, confronto i nuovi infetti del giorno (comunque riconosciuti) con coloro che in quel giorno, ufficialmente, non lo sono più, cioè i "dismessi"(guariti + deceduti), con media settimanale, visto il chiaro andamento oscillatorio settimanale dei nuovi infetti giornalieri. Ieri, 12/5/2020, questo rapporto, che io chiamo di sostituzione giornaliera dei vecchi infetti con i nuovi, per il Trentino era 0,6 (il doppio dello 0,3 di 8 giorni fa), per la Lombardia era 1,1 ( contro 1,8 di 8 giorni fa), ma per il Veneto era 0,2 (contro 0,3 di 8 giorni fa). Questo rapporto, assimilabile ad R, dal quale dipende direttamente, se <1, la discesa del numero degli attuali contagiati, va però associato al rapporto fra nuovi contagiati del giorno e attuali infetti, per capire quanto sia Attivo il contagio attorno agli attuali infetti; chiamiamolo "A". Dunque, ieri, il valore di "A", sempre su media settimanale, era 23/1000 per il Trentino (20/1000 era 8 giorni fa), era 20/1000 per l'irregolare Lombardia (17/1000 era 8 giorni fa), ma 9/1000 per il Veneto (13/1000 era 8 giorni fa). Trovare rapidamente e mettere in sicurezza gli infetti è l'unica carta vincente, ma mi sembra che in Trentino non lo si faccia con la decisione necessaria.

    RispondiElimina