martedì 5 maggio 2020

Cosa dice l'Imperial College a proposito di tamponi e di una Fase 2 troppo "fiduciosa"

Il gruppo di studiosi che segue l'andamento della pandemia di Covid-19 presso il prestigioso Imperial College di Londra ieri ha rilasciato un interessante rapporto sulla possibile recrudescenza dell'epidemia in Italia a seguito dell'allentamento delle misure di lockdown che è appena iniziato. Il documento è disponibile anche tradotto in italiano e lo potete trovare qui:

M. A. C. Vollmer et al. "Report 20 - Using mobility to estimate the transmission intensity of COVID-19 in Italy: A subnational analysis with future scenarios". DOI: https://doi.org/10.25561/78677
 
Lo studio arriva a conclusioni piuttosto preoccupanti, ma come è detto esplicitamente, assume che, rispetto alla prima fase dell'epidemia, non sia stato introdotto alcun miglioramento rispetto alla somministrazione dei tamponi ed al tracciamento dei contatti dei nuovi contagiati. 
 
Come ho già scritto commentando altri studi simili, i risultati dipendono da un numero molto grande di ipotesi e devono essere considerati solo da un punto di vista qualitativo. Pur con le dovute cautele, ci confermano che illuderci che sia tutto finito e che con un po' di fortuna si possa tornare alla precedente "normalità" potrebbe essere una pericolossima illusione.

Come complemento a questo lavoro suggerisco di leggere un interessante intervento di Luca Ricolfi, dal titolo "Fase 2, l'errore nascosto: la strategia dei pochi tamponi per riaprire".

Si veda anche "Coronavirus, subito tamponi di massa". L’appello di Crisanti, Ricolfi e Valditara

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