In alcuni dei post precedenti avevo evidenziato lo strano criterio adottato dalla Provincia autonoma di Trento nella segnalazione dei nuovi casi di Covid-19 al Ministero della Salute. Da qualche giorno, decine di casi comunicati a Trento diventavano d'incanto 2 o 3 casi nelle comunicazioni romane. I miei post non hanno ricevuto mai alcun commento né dalla Provincia, nè da parte della nostra APSS. Ho provato allora a chiedere direttamente il parere del Ministero della Salute, scrivendo alla Direzione generale della prevenzione sanitaria. La risposta è stata rapida ed esaustiva.
Ecco la mia domanda:
Buongiorno,
Riporto qui di seguito le parti salienti della mail che mi è stata mandata oggi. Il Ministero della Salute parla di un "evidente fraintendimento". Cosa hanno da dire la Provincia e l'APSS?
Ecco la mia domanda:
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lun 11 mag, 10:54 (2 giorni fa)
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Alla c.a. dott. Giovanni Rezza
chiedo informazioni relative ai criteri che le Regioni adottano per segnalare i nuovi casi di positivi Covid-19 al Ministero della Salute, dati che ogni giorno vengono pubblicati sul sito della Protezione civile nazionale.
Secondo notizie di stampa, a partire da maggio il Ministero della Salute avrebbe chiesto d segnalare come nuovi casi solo quelli di positivi al tampone che abbiano manifestato i sintomi non più di cinque giorni prima dell'esecuzione del tampone. In altre parole i positivi sempre asintomatici ed i positivi con sintomi iniziati 6 o più giorni prima dell'esecuzione del tampone non andrebbero più segnalati e uscirebbero dalle statistiche (immagino che siano comunque sottoposti a quarantena).
Ho cercato indicazioni in tal senso nelle circolari che appaiono nel sito del Ministero della Salute, ma non le ho trovate. Vi sarei grato se potessi ricevere informazioni rispetto alle procedure attualmente in vigore per la segnalazione dei nuovi casi di positività al Covid-19, con particolare riferimento alla pratica dei "5 giorni" che sarebbe stata recentemente adottata.
Grazie per la cortese attenzione. Cordiali saluti,
prof. Davide Bassi
Riporto qui di seguito le parti salienti della mail che mi è stata mandata oggi. Il Ministero della Salute parla di un "evidente fraintendimento". Cosa hanno da dire la Provincia e l'APSS?
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13:15 (4 ore fa)
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Gentile Prof. Bassi,
in merito alla sua richiesta, per conto dell'ufficio 5 - Direzione Generale della Prevenzione Sanitaria - Le rappresento quanto segue.
Le fonti dei dati nazionali sono attualmente rappresentate da:
- - Sistema informativo Ministero della Salute/Protezione Civile (dati aggregati);
- - Piattaforma nazionale di Sorveglianza COVID-19 dell’Istituto Superiore di Sanità (dati individuali).
Le due fonti riuniscono i dati sui casi positivi al SARS CoV2 in Italia, con la differenza che il flusso ISS raccoglie dati individuali mentre Ministero della Salute e Protezione Civile raccolgono invece dati aggregati.
Più nello specifico:
Dal 28 febbraio (ordinanza del n. 640 del 27 febbraio 2020) l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) coordina un sistema di sorveglianza che integra a livello individuale i dati microbiologici ed epidemiologici forniti dalle Regioni e Provincie Autonome (PA) e dal Laboratorio nazionale di riferimento per SARS-CoV-2 dell’ISS. La sorveglianza comprende tutti i casi di COVID-19 diagnosticati dai laboratori di riferimento regionali, come indicato dalla Circolare del Ministero della Salute n. 0005443 del 22 febbraio 2020. I dati vengono raccolti attraverso una piattaforma web dedicata e vengono aggiornati da ciascuna Regione/PA con cadenza giornaliera. Tuttavia è opportuno segnalare che il completamento delle informazioni può richiedere qualche giorno. Per questo motivo, non deve sorprendere la possibile mancata concordanza con quanto riportato attraverso altri flussi informativi che raccolgono dati aggregati con minor livello di dettaglio.
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Di seguito i dati riportati dal flusso Ministero della Salute/Protezione Civile:
Per quanto riguarda “il criterio dei 5 giorni" , si tratta di un evidente fraintendimento del contenuto dei seguenti documenti pubblicati in data 30 aprile:
- DECRETO del Ministero della Salute: Adozione dei criteri relativi alle attività di monitoraggio del rischio sanitario di cui all'allegato 10 del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 26 aprile 2020 (http://www.trovanorme.salute. gov.it/norme/renderNormsanPdf? anno=2020&codLeg=73981&parte= 1%20&serie=null)
- CIRCOLARE del Ministero della Salute: Emergenza COVID-19: attività di monitoraggio del rischio sanitario connesse al passaggio dalla fase 1 alla fase 2A di cui all'allegato 10 del DPCM 26/4/2020 (http://www.trovanorme.salute. gov.it/norme/renderNormsanPdf? anno=2020&codLeg=73983&parte= 1%20&serie=null)
attraverso i quali sono stati disegnati alcuni indicatori con valori di soglia e di allerta che dovranno essere monitorati, attraverso sistemi di sorveglianza coordinati a livello nazionale, al fine di ottenere dati aggregati nazionali, regionali, locali e di classificare tempestivamente il livello di rischio, in modo da poter valutare la necessità di modulazioni nelle attività di risposta all’epidemia.
Nel caso specifico:
Per ulteriori informazioni, le consigliamo di consultare i seguenti link:
un saluto
Stefano Marro
MINISTERO DELLA SALUTE
Direzione Generale della Prevenzione Sanitaria
Ufficio Malattie Trasmissibili e Profilassi Internazionale
MINISTERO DELLA SALUTE
Direzione Generale della Prevenzione Sanitaria
Ufficio Malattie Trasmissibili e Profilassi Internazionale
Gentile Davide Bassi, condivido la sua perplessità. C´e una forte discrepanza tra i numeri comunicati dalla Provincia di Trento e quelli riportati a livello nazionale..Fino a poco tempo fa erano ben correlati ora a livello nazionale sono riportati pochi casi, a livello regionale molti. Il tutto e´ molto poco chiaro. E i criteri sono cambiati nel tempo. E pensando che su questi dati sono basati gli studi epidemiologici a livello mondiale i calcoli dei vari R0, su cui si basano le scelte di allentare o meno o introdurre misure restrittive il fatto che non venga fatta chiarezza su questi criteri é molto grave. Anche il prof. Davide Bassi, nel suo blog, solleva molti dubbi. https://dbassi48.blogspot.com/…/a-proposito-dei-5-giorni.ht…. Sotto il confronto da quanto riportato dalla Provincia di Trento qui https://patn.maps.arcgis.com/apps/opsdashboard/index.html… e quanto si trova nel repositorio ufficiale della Protezione Civile Nazionale https://github.com/pcm-dpc/COVID-19. Spero che chi sia responsabile sia pienamente consapevole di queste differenze. DI sicuro i nostri politici no.
RispondiEliminaGiacomo Bertoldi
Buongiorno prof. Bassi. Concordo con lei che sui dati provinciali ci sia una notevole ambiguità. Tuttavia mi sembra che il problema principale sia che ovunque e comunque le percentuali di contagio ottenute dai tamponi e dalle analisi sierologiche non hanno sufficiente significanza statistica. Ad esempio, faccio fatica a credere ai dati dell'Alto Adige quando le indagini sierologiche locali (vedi Ortisei) indicano che probabilmente è stato perso un buon 90% dei casi. Qui in Trentino si stanno conducendo degli screening su precise categorie, e gran parte dei casi che risultano (la differenza fra quelli comunicati al ministero e quelli comunicati giornalmente ai media) viene da lì e individua positività asintomatiche e probabilmente non recenti. Siamo sicuri che regioni come l' Umbria o la Lombardia forniscano dati omogenei ai nostri nel processo di raccolta? Non mi pare vi sia alcun criterio in tal senso. Forse il Veneto lo fa, forse (forse) Bolzano. Il grosso problema è che le decisioni politiche si basano e si baseranno su queste cifre, e che mi pare nessuno si preoccupi, nel momento in cui le regioni saranno "classificate" secondo parametri "oggettivi" (mi viene la pelle d'oca a pensarci...) per quanto riguarda la ripresa delle attività economiche, di come questi dati verranno raccolti. A un certo punto fare i primi della classe ci darà senz'altro una grande soddisfazione intellettuale, ma potrebbe metterci in grossa difficoltà. Quindi ritengo che piuttosto che fare le segnalazioni al ministero per dire che bariamo, sarebbe meglio proporre al ministero di imporre regole omogenee nella raccolta dei dati, considerando a rischio massimo quelle che non provvedano un numero di risultati da tampone sufficiente, con dati raccolti non da terze e quarte rilevazioni su pazienti ammalati, ma su screening controllati e statisticamente significativi.
RispondiEliminaSui dati delle altre Regioni/Province autonome non ci giocherei neanche un soldo bucato. Ognuno fa per conto suo e, a livello centrale, è mancata la capacità/possibilità di imporre un sistema di rilevazione dei casi omogeneo. Capisco che nella fase acuta dell'epidemia le priorità potevano essere altre, ma adesso che finalmente siamo in fase calante è indispensabile che tutti facciano abbastanza tamponi e che tutti i casi di nuovi positivi siano comunicati a Roma. Il caso del Trentino è unico rispetto al resto d'Italia, perché fin dalla metà di marzo il Trentino ha attivato una sorta di "doppia contabilità", una per Trento ed una per Roma. Quantomeno ingenuo se avessero voluto nascondere qualcosa. A me sembra piuttosto il sintomo di una grande confusione a livello organizzativo.
EliminaÈ incredibile! Grazie per aver svelato il mistero
RispondiEliminaMancano quindi all'appello 214 casi dal 6 al 12 maggio. Vediamo se "conguagliano"
RispondiEliminasiamo allibiti da quello che leggiamo. Siamo di tutto cuore ( e di testa) con Lei nel suo tentativo di ristabilire minima serietà nella gestione della situazione in Trentino.
RispondiEliminahttps://twitter.com/j_massiani/status/1260557360298373120
Oggi Bordon ha datu una spiegazione per niente convincente.
RispondiEliminaHa citato la circolare ministeriale pag 8 punto 2.1
che non dice assolutamente che quei dati non debbano andare alla proteione civile (sballando qualsiasi statistica.
Inoltre ha affermato che fra questi ci sono personale delle forze dell'ordine e sanitario che vengono trovati positivi e isolati (quindi attualmente positivi) e non si capisce per quale assurda ragione questi "non si contano".
Davide Bassi, per favore insista, forse a questo punto deve essere proprio il ministero a intervenire affinche questi dati vadano alla protezione civile completi.
Grazie!
In questa immagine è dove si trova il Trentino, se avesse fornito alla protezione civile i dati completi. Dal 7 al 13 maggio 241 casi +4,9%
RispondiEliminahttps://drive.google.com/file/d/1X5qpa0FmPl8b6EB31TjadSq-rldy9SxY/view?usp=drivesdk