Ha fatto molto discutere il recente rapporto dell'Istituto Superiore di Sanità che ha piazzato il Trentino al primissimo posto (ben distaccato rispetto a tutte le altre Regioni) nella non invidiabile classifica dei nuovi casi di Covid-19 fatti registrare nella settimana dal 4 al 10 maggio. A mio avviso, non c'è alcun dubbio che il Trentino abbia mostrato paurose défaillance nell'afforntare la fase iniziale dell'epidemia. Abbiamo pagato tutto questo con un numero terribilmente alto di lutti ed il fatto che ci siano in Trentino cinque Comunità di Valle con un livello di mortalità da Covid-19 superiore alla media lombarda dovrebbe spingere molti (politici e tecnici) a fare una doverosa autocritica. Tuttavia non ha neanche molto senso presentare il Trentino come se fosse il principale focolaio epidemico d'Italia. Questo vale soprattutto in questa fase calante dell'epidemia in cui se ci limitiamo a fare i tamponi solo alle persone con gravi sintomi è abbastanza facile scendere a numeri trascurabili dei nuovi contagi. Salvo lasciare i positivi asintomatici o pauci-sintomatici liberi di circolare, mantenendo comunque un tasso di diffusione dell'epidemia abbastanza alto, ideale per far ripartire una nuova crisi epidemica durante il prossimo autunno. Cercare il maggior numero di positivi - anche asintomatici - e tracciare i loro contatti è l'unica strategia che avrebbe senso perseguire in questo momento. Purtroppo se l'Istituto Superiore di Sanità rilascia le tabelle "dimenticando" di specificare oltre alla densità dei nuovi contagi anche la densità dei tamponi eseguiti (al netto di quelli utlizzati per la verifica dello stato virologico dei pazienti già in cura) si rischia di spingere le Amministrazioni regionali a frenare sull'utilizzo dei tamponi.
Senza pretese di completezza, ho provato a fare un esercizio in cui confronto l'andamento dei nuovi contagi riscontrati in Trentino e in Lombardia durante l'ultimo mese. La sorgente dei dati è la Protezione Civile Nazionale per la Lombardia, mentre per il Trentino ho usato i dati locali forniti da APSS (sappiamo che quelli nazionali dal 4 maggio in poi sono inaffidabili). Per semplicità ho diviso il numero assoluto di nuovi contagi registrati giornalmente per il numero di tamponi eseguiti. In pratica si tratta del numero di tamponi (nuovi) positivi per ogni 1000 tamponi eseguiti o - se preferite - della percentuale di tamponi (nuovi) positivi moltiplicati per mille Avrei dovuto togliere dal numero dei tamponi quelli che - come già ricordato sopra - vengono utilizzati per verificare lo stato virologico dei malati. Non dispongo di questa informazione e quindi uso per forza il numero assoluto dei tamponi. Questo porta ad una sottostima del rapporto dei tamponi (nuovi) positivi che - presumo - sia più o meno la stessa per ambedue i territori considerati. Il grafico che otteniamo è il seguente:
Nuovi positivi trovati giornalmente per ogni 1000 tamponi eseguiti |
La linee tratteggiate sono un semplice fit esponenenziale che mostra come, aldilà delle fluttuazioni giornaliere sia il Trentino che la Lombardia registrino una tendenza alla discesa, più marcata per il Trentino rispetto alla Lombardia (la linea tratteggiata rossa è più pendente). Anche sui valori assoluti si nota una forte differenza: gli ultimi dati del Trentino presentano una incidenza di nuovi positivi pari a circa l'uno per cento contro circa il tre per cento della Lombardia. D'altra parte, se normalizziamo rispetto alla popolazione, solo in uno dei giorni considerati nel grafico la Lombardia ha eseguito un numero di tamponi che equivarrebbe a 1000 tamponi giornalieri del Trentino. In altre parole, in Lombardia è ancora fortemente carente l'attività di screening che consente di individuare anche una quota significativa di positivi asintomatici o pauci-sintomatici.
Utilizzando i dati del Ministero della Sanità diffusi dalla Protezione Civile Nazionale ho provato a calcolare il numero di "nuovi" tamponi fatti nelle regioni del Nord Italia durante la settimana che andava dal 4 al 10 maggio incluso. La stima di quanto siano effettivamente "nuovi" ovvero fatti a persone che non avevano mai fatto un tampone in precedenza è basata sull'incremento settimanale del numero di persone che sono state sottoposte a tampone. Ci sono dei margini di incertezza su cui non mi dilungo, ma il quadro che emerge è piuttosto chiaro:
In conclusione: a mio avviso i dati presentati dall'Istituto Superiore di Sanità mancano di una informazione essenziale (il Governo una volta tanto non c'entra per niente e stiamo attenti a non scadere nelle banalità del tipo "piove, Governo ladro!"!). Non dare la giusta rilevanza alla densità di tamponi rischia di veicolare un messaggio fortemente negativo che potrebbe convincere alcune amministrazioni regionali a tentare di "nascondere la polvere sotto il tappeto". Ovviamente non basta fare molti tamponi. Dietro ci deve essere una precisa strategia perché comunque i tamponi non si possono fare a tutti ogni due giorni (così come succede all'inquilino della Casa Bianca a Washington). Ma non fare abbastanza tamponi è la peggiore delle strategie possibili.
Suggerimento: la Fondazione GIMBE ha dedicato una particolare attenzione alle diverse politiche adottate dalle Regioni per monitorare lo sviluppo dei nuovi contagi durante la Fase 2 (inclusa la Regione che, secondo notizie di stampa, avrebbe chiuso in freezer più di un migliaio di tamponi e non li fa analizzare, così i nuovi positivi vanno certamente a zero!). Vi ricordo che la Fondazione GIMBE fa riferimento ai dati pubblicati dalla Protezione Civile Nazionale e quindi i dati sui contagi del Trentino sono largamente sottostimati.
Suggerimento: la Fondazione GIMBE ha dedicato una particolare attenzione alle diverse politiche adottate dalle Regioni per monitorare lo sviluppo dei nuovi contagi durante la Fase 2 (inclusa la Regione che, secondo notizie di stampa, avrebbe chiuso in freezer più di un migliaio di tamponi e non li fa analizzare, così i nuovi positivi vanno certamente a zero!). Vi ricordo che la Fondazione GIMBE fa riferimento ai dati pubblicati dalla Protezione Civile Nazionale e quindi i dati sui contagi del Trentino sono largamente sottostimati.
Il Direttore Generale Elena Cottafava di Gimbe mi ha risposto:
RispondiEliminaLe considerazioni riportate nell'articolo
https://www.ildolomiti.it/cronaca/2020/coronavirus-trentino-territorio-ditalia-dove-ci-sono-stati-piu-contagi-1-cittadino-ogni-100-ma-per-fugatti-il-governo-tiri-fuori-la-verita
sono corrette ma la questione è già stata rilevata a livello istituzionale.
Cosa che non è avvenuta per i “falsi guariti” in Lombardia che è stata oggetto di sensibilizzazione pubblica da parte nostra.
PS
nel primo paragrafo c'è un ''pauci-a-sintomatici liberi di circolare'' con una "a" di troppo
E comunque fare i tamponi è una operazione che va fatta con determinazione, con accuratezza, con precisione e con cautela:
RispondiEliminaI 17 operatori sanitari dell'ospedale San Francesco di Nuoro, risultati positivi al covid19 agli inizi di marzo, non hanno mai contratto il virus. E' quanto è emerso dagli esami sierologici effettuati pochi giorni fa sugli stessi medici ed infermieri: tutti i presunti contagiati non hanno mai sviluppato gli anticorpi al coronavirus.
I primi tamponi che avevano dato esito diverso, altro non erano che dei falsi positivi.
E così quello che sembrava essere un focolaio importante agli inizi dell'epidemia in Sardegna, non c'è mai stato. E quella catena di contagi in ambito ospedaliero, non è mai esistita.
[da Ansa Sardegna]