mercoledì 3 marzo 2021

E adesso abbiamo anche la variante veneta che sfugge ai tamponi rapidi

In una intervista apparsa sulla edizione padovana del Mattino (ripresa da il Dolomiti) il prof. Crisanti parla di una variante autoctona trovata nel 20% dei sequenziamenti genetici fatti in Veneto, che comporta una modifica della proteina nucleocapsidica, sinteticamente indicata come proteina N. Il prof. Crisanti ha spiegato nell'intervista che "già mesi fa avevamo notato la presenza di positivi al molecolare, con una carica virale elevatissima, che risultavano negativi agli antigenici".



Rappresentazione schematica del virus SARS-CoV-2. La proteina nucleocapsidica (N) è quella che solitamente viene individuata dai tamponi rapidi antigenici

La questione è abbastanza irrilevante dal punto di vista della contagiosità del virus (che dipende essenzialmente dalla conformazione della proteina Spike), ma è di fondamentale importanza ai fini diagnostici. Infatti i tamponi rapidi antigenici utilizzati attualmente sono basati sulla rivelazione della proteina N. La modifica della struttura dalla proteina N renderebbe il nuovo ceppo virale comparso in Veneto "invisibile" ai tamponi antigenici convenzionali. 

Per rilevare questi contagi bisognerebbe modificare la composizione dei tamponi antigenici, cosa fattibile, ma non banale. Poiché, nel caso del Veneto, è stata rilevata una diffusione della nuova variante con proteina N modificata pari al 20% dei casi complessivi, il problema non è affatto trascurabile.

La questione potrebbe essere ancora più importante per il Trentino a causa della discutibile scelta di ridurre l'uso diagnostico dei più sensibili tamponi molecolari e di usare i tamponi rapidi antigenici come strumento principale per la ricerca dei nuovi contagi. Se anche in Trentino circolassero varianti con la proteina N modificata (cosa molto probabile, considerata la vicinanza geografica con il Veneto) i controlli fatti quasi esclusivamente con tamponi antigenici perderebbero una fetta consistente dei nuovi contagi (anche quelli con carica virale molto alta). 

Continuando con l'approccio fin qui seguito, nel breve periodo potremmo "abbellire" le nostre statistiche sui contagi, ma l'effetto a lungo termine sarebbe deleterio.

Anche questa notizia ci fa capire quanto sia importante avviare una mappatura genetica estesa dei ceppi virali che circolano in Trentino. Senza questi dati, c'è davvero il rischio di brancolare nel buio.

 


4 commenti:

  1. Regem ranae petiverunt (Le rane chiesero a gran voce un re)
    Fedro - I secolo d.C > Esopo - VI secolo a.C

    "Le rane, che vagavano libere nelle paludi, chiesero con grande clamore un re a Zeus. Egli diede loro un piccolo Travicello, che - piombato dal cielo - per l’improvviso movimento e per il rumore nel cadere nello stagno, spaventò le rane fifone. Subito tutte si rintanarono nel fango impaurite e si diedero una calmata, fino a che cautamente una fece capolino, in gran silenzio. Ispezionò per un po’ il re e poi chiamò tutte le altre."

    "Vedendo che si trattava solo che di un semplice pezzo di legno inanimato, subito tutte le rane fugarono ogni paura e fecero a gara a chi lo raggiungeva prima, poi alcune vi salirono sopra e ognuna lo insultò alla grande; le rane derisero anche Giove e gli chiesero un re migliore, dato che il travicello era inutile".

    "Allora Giove, indispettito, gettò nello stagno una terribile biscia, che con i suoi denti aguzzi afferrò molte rane. A quel punto le rane fuggirono di qua e di là, cercando di scamparla senza successo".

    "Le rane superstiti, infine, mandarono una mail-ambasciata all’Olimpo, supplicando Zeus di riprendersi quella biscia malvagia. Ma egli rispose loro: “Vi avevo mandato un primo re e voi l’avete rifiutato... adesso, tenetevi quello malvagio”..."

    (NdC) Durante la tirannia di Pisistrato ad Atene, il popolo era affranto e senza speranza, così Esopo raccontò agli ateniesi questa “Fabula”. La storia suggerisce di tollerare una situazione spiacevole se c'è il rischio che, cambiandola, questa peggiori radicalmente: a volte è meglio accontentarsi di qualcosa che non ci danneggia, piuttosto che peccare di superbia e ricercare qualcosa di migliore che però poi si rivela in realtà peggiore.

    E se il Presidente Fugatti avesse letto da poco questa Fabula e per questo abbia poi deciso di NON MUOVERE, bensì di STARE IN ATTESA? Basandosi sul famoso proverbio napoletano: “Chi non fa, non falla” (Chi non agisce, non sbaglia)...

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    1. Il detto napoletano da lei citato non si applica alla pandemia perché chi non agisce lascia che il virus giochi la sua partita indisturbato. In pratica lasciamo che il virus faccia la sua "raccolta" (harvesting) di vite umane e infligga sofferenze, senza neppure cercare di mitigare i danni.

      Agendo si possono commettere anche degli errori, ma gli errori si possono correggere (se c'è la necessaria competenza e la piena consapevolezza della complessità del problema).

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  2. Covid: Giovanni Sebastiani (CNR): in Italia ora c’è una crescita analoga a quella nel Regno Unito di dicembre 2020 - Aumento esponenziale in diverse regioni e province

    www.ansa.it/canale_scienza_tecnica - 01 marzo 2021

    La situazione dell'epidemia di Covid-19 in Italia è confrontabile a quella che si registrava nel Regno Unito nel dicembre 2020, quando la curva di incidenza dei positivi mostrava una crescita esponenziale con un tempo di raddoppio pari a 5.2 giorni. E' quanto emerge dalle analisi del matematico Giovanni Sebastiani, del Consiglio Nazionale delle Ricerche.

    Il matematico rileva che in diverse regioni e province italiane si registra una crescita della curva epidemica di tipo esponenziale e, in proposito, sottolinea che "ad esempio, considerando il Regno Unito, dato un qualsiasi giorno nel periodo considerato, il valore della curva dopo 5 giorni aumenta del doppio di quanto è aumentato passando da cinque giorni prima al giorno corrente".

    Dall'analisi emerge una situazione eterogena, con andamenti diversi nelle regioni e soprattutto a livello delle province. "Una possibile spiegazione di questa differenza - osserva il matematico - risiede nella diversa percentuale con cui sono probabilmente presenti localmente le diverse varianti, che sembrano avere velocità di diffusione diversa. In particolare, sembra che la variante inglese abbia una diffusività maggiore di quella della variante prevalente nel 2020". L'ipotesi suddetta potrebbe essere validata da studi di tipo epidemiologico-genetico.

    Per questo motivo Sebastiani ritiene che "allo scopo di limitare la diffusione dell'epidemia, penso che sia opportuno, laddove ci sia una crescita di tipo esponenziale, mettere in atto SUBITO misure restrittive analoghe a quelle adottate a livello provinciale in Umbria e che hanno portato, dopo circa 2 settimane, la curva media delle terapie intensive a livello regionale ad invertire la tendenza e ad avere l'attuale trend di diminuzione".

    "L'analisi delle curve del numero di posti occupati da pazienti Covid-19 nei reparti di terapia intensiva a livello regionale in Italia mostra che ci sono alcune regioni in crescita esponenziale con tempo di raddoppio medio pari a 5.8 giorni, mentre un numero più piccolo di regioni è in crescita lineare", osserva Sebastiani.

    (NdC) Se fosse possibile approfondire in un post la successiva discesa nella curva dei contagi nel Regno Unito, passati dai 60mila al giorno (9 gennaio) ai 12mila del 9 febbraio ai 6mila di ieri. Il grafico fa impressione.

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  3. Riguardo alle questioni sollevate dal professor Crisanti
    11 marzo 2021 - corriere.it

    «Non ho commenti da fare: sono scelte tecniche di professionisti noti. Potrà mai essere che tutti non capiscano nulla e c’è SOLO UNO che capisce?».

    Così il Presidente del Veneto Luca Zaia risponde a chi gli chiede un commento alle parole del prof. Andrea Crisanti, secondo il quale i test antigenici non rilevano le varianti del virus.

    «Può anche essere che tutti siamo stati abbagliati sulla via di Damasco - continua Zaia - però oggettivamente non so dire. Non è il nostro ruolo. Prendo atto però che c’è tutto il mondo che li usa».

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