lunedì 8 marzo 2021

Segnalazione: Nature pubblica una pesante critica del CTS italiano

La prestigiosa rivista Nature ha pubblicato un intervento scritto da Sergio Pistoi, giornalista scientifico con un dottorato in biologia molecolare, nel quale viene pesantemente criticato il ruolo svolto dal Comitato Tecnico Scientifico (CTS) italiano nella gestione della pandemia. Qui potete trovare la versione dell'articolo tradotta in italiano.

In particolare, l'articolo mette in evidenza la sconcertante assenza di numerose competenze che sarebbero state necessarie per comprendere meglio i processi sui quali il CTS è stato chiamato ad esprimere pareri. Insomma un CTS improvvisato, con componenti spesso cooptati senza capire quali fossero i criteri di selezione e nel quale, tra l'altro, è stato dato poco spazio alla componente femminile, lasciando fuori dal CTS numerose scienziate italiane che sarebbero state molto più qualificate rispetto agli attuali componenti.

Le conclusioni dell'articolo sono particolarmente rilevanti rispetto al tema attualissimo delle nuove varianti virali: 

"... L’Italia sequenzia attualmente 1,3 campioni di virus ogni 1000, e impiega un tempo medio di circa due mesi per caricare i dati in archivi pubblici come Gisaid. È una delle prestazioni peggiori al mondo. Al confronto, il Regno Unito sequenzia quasi 40 volte più campioni, con un tempo medio di caricamento pari a 21 giorni. Stiamo vedendo soltanto la punta dell’iceberg. Senza un’analisi più approfondita delle varianti in circolazione, brancoliamo nel buio..."

Un giudizio impietoso, ma non privo di solidi argomenti. A questo, io aggiungo un ulteriore elemento: la mancanza di competenze statistiche e di analisi dei dati (facilmente reperibili in ISTAT) che sarebbero state fondamentali per comprendere la scarsa affidabilità (e talvolta l'assoluta inconsistenza) di molte informazioni inviate da Regioni/PPAA su cui il CTS ha basato le sue raccomandazioni.

5 commenti:

  1. La “salute” è questione psicologica oltre che biologica
    David Lazzari - Presidente Consiglio Nazionale Ordine Psicologi - 7 settembre 2020

    Gentile Direttore, dai verbali del CTS, il comitato che ha dato le indicazioni tecniche al Governo per fronteggiare la pandemia, emergono le audizioni che ha chiesto l’Ordine degli Psicologi e le proposte che abbiamo avanzato. Il tema era l’aiuto psicologico alle persone a rischio e alla popolazione in generale e una comunicazione più efficace sulla pandemia.

    Il CNOP chiese anche, più volte, l’inserimento di uno Psicologo nel CTS, perché senza questa competenza era difficile per il Comitato, alla prese con tante emergenze, capire la portata di questo tema. L’impatto della sfera psicologica sui comportamenti e del disagio psicologico sulla salute sono evidenze scientifiche poco conosciute, perché al Medico non vengono fornite conoscenze psicologiche.

    Questo non è avvenuto e, come era prevedibile, ne hanno parlato tra loro senza venirne a capo e senza decidere nulla. Questa è una lezione. Si può decidere sugli aspetti medici della pandemia senza Medici? Certamente no. Si può decidere sugli aspetti psicologici senza Psicologi? No, appunto.

    La preoccupazione per l’emergenza psicologica che è scaturita dalla pandemia era diffusa ma nelle stanze delle decisioni è rimasta inascoltata. Non è stato un bello spettacolo vedere i discorsi vaghi e imbarazzati degli esperti nelle conferenze stampa di fronte alle domande dei giornalisti che chiedevano risposte su questi temi.

    Forse c’è ancora chi pensa, conoscendo poco o nulla in materia, che la Psicologia sia un gioco di società, un bene di lusso o una pacca sulla spalla, piuttosto che una scienza fondata su ricerche, evidenze e pratica professionale. Ci sono stati medici e filosofi che negli ultimi due secoli hanno contributo a fondare scientificamente un campo di ricerca e una professione nuova. Che non è più Medicina né Filosofia, è Psicologia.

    Che in Italia, a 50 anni dalla istituzione dei corsi di Laurea e 30 dalla nascita dell’Ordine (e a 3 anni dal riconoscimento di Professione Sanitaria) aspetta ancora di essere messa a sistema. La pandemia ci ha mostrato l’importanza degli aspetti psicologici e la sostanziale mancanza di una rete pubblica.
    L’assistenza medica pubblica è stata una fondamentale conquista sociale. Che tutti difendiamo, ma ormai non basta.

    Occorre guardare alla “persona” nella sua complessità, e non solo all’organismo biologico, se vogliamo essere più efficaci e rispondere ai bisogni. E per alzare lo sguardo alla “persona”, in modo scientifico e concreto, non retorico o pietistico, il sistema ha bisogno di competenze psicologiche. Messe dove servono, non a caso o dove capita o se qualcuno se ne ricorda, come accade oggi. La Psicologia non è la ciliegina ma un ingrediente necessario della torta.

    È indispensabile per promuovere comportamenti positivi e resilienza; per prevenire, curare e riabilitare le persone con malattie fisiche e mentali; per gestire aspetti fondamentali nei sistemi sanitari come relazioni, conflitti, comunicazioni, stress; per leggere e dare risposte alle molteplici forme di disagio psicologico che condizionano la vita delle persone anche se non sono malate in senso stretto, e per evitare che ciò accada.

    Ora siamo di fronte ad una fase di cambiamenti ed investimenti, il Recovery Found e, speriamo vivamente, il MES. Si vuole cogliere l’occasione per attrezzare il Sistema ad occuparsi di “Salute” come questione psicologica oltre che biologica, come l’OMS ci suggerisce da ormai tanti anni? O si vuole fare il bis con la vicenda del CTS?

    RispondiElimina
  2. Il CTS è stato creato da un'ordinanza del 3 febbraio 2020 emessa dal Capo Dipartimento della Protezione Civile Nazionale e poi istituito per decreto del Commissario per l'emergenza Angelo Borrelli, ha lo scopo di fornire consulenza al capo del dipartimento della protezione civile in merito all'adozione delle misure di prevenzione necessarie a fronteggiare la diffusione del Coronavirus.

    È composto da dirigenti del settore già inseriti nella pubblica amministrazione, a cui quindi non sono dovuti compensi o gettoni di presenza. Ecco chi ne fa parte.

    - Agostino Miozzo, coordinatore del Comitato
    - Silvio Brusaferro, presidente lSS
    - Franco Locatelli, presidente Consiglio Superiore di Sanità del Ministero della Salute
    - Claudio D’Amario, direttore generale Prevenzione sanitaria del Ministero della Salute
    - Giuseppe Ippolito, direttore scientifico “Spallanzani”
    - Giuseppe Ruocco, segretario generale del Ministero della Salute
    - Nicola Magrini, direttore generale Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA)
    - Andrea Urbani, direttore generale Programmazione sanitaria del Ministero della Salute
    - Alberto Zoli, rappresentante della Commissione salute
    - Roberto Bernabei, direttore Dipartimento Scienze dell'invecchiamento e neurologiche "Gemelli”
    - Ranieri Guerra, rappresentante Italia presso OMS
    - Alberto Villani, presidente Società italiana di pediatria
    - Massimo Antonelli, direttore Dipartimento emergenze, anestesiologia e rianimazione "Gemelli”
    - Fabio Ciciliano, dirigente medico della Polizia di Stato
    - Francesco Maraglino, direttore Ufficio prevenzione delle malattie trasmissibili del ministero della Salute;
    - Luca Richeldi, presidente Società italiana di pneumologia

    RispondiElimina
  3. Trova la donna nel CTS!
    Patrizia Caraveo – 24 aprile 2020

    Sui 20 componenti del CTS a supporto della PCN per l’emergenza Covid… 20 sono uomini. Questa scelta sarebbe irricevibile in molti Paesi, dove vigono regole serie per evitare “consigli di soli uomini” ("manel" = panel of only men).

    La cosa stupisce dal momento che tutti dicono quanto importante sia il contributo femminile nelle corsie degli ospedali e nei laboratori di analisi, dove si combatte la battaglia contro il Coronavirus.

    +++++++++++++++++++++++++++++++++++++++++

    Nel CTS Conte nomina sei donne di scienza - 12 maggio 2020
    Il CTS viene rafforzato da:

    - Kyriakoula Petropulocos, direttrice generale Cura della persona Regione Emilia Romagna
    - Giovannella Baggio, presidente Centro studi nazionale di salute e medicina di genere
    - Nausicaa Orlandi, presidente Federazione Nazionale degli ordini dei chimici e dei fisici
    - Elisabetta Dejana, biologa Istituto di Oncologia Molecolare di Milano
    - Rosa Melillo, professoressa Patologia generale Università Federico II di Napoli
    - Flavia Petrini, professoressa di Anestesiologia Università D'Annunzio di Chieti-Pescara

    [Il movimento spontaneo #Datecivoce esprime «soddisfazione per un gesto doveroso, per il quale ancora nel 2020 le donne si sono dovute mobilitare in massa». E avverte: «Il nostro compito non finisce qui. Ci auguriamo che questa esperienza serva a riaffermare il dovere del rispetto costituzionale relativo alla rappresentanza di genere non solo nelle commissioni o task force, ma in ogni luogo della democrazia»]

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Conosco personalmente alcune delle persone che fanno parte del CTS. Vorrei sottolineare che - aldilà del problema di genere - qui si pone il problema delle competenze necessarie per far funzionare il CTS al meglio.

      Molte delle persone dell'attuale CTS sono senz'altro qualificate nel loro specifico settore lavorativo, ma posseggono competenze poco utili rispetto ai compiti del CTS.

      Quello del CTS è un ruolo delicato, che attira comunque critiche e che - lo ricordo - viene svolto "pro bono".

      Se non si mettono nel CTS le persone che hanno le competetenze necessarie si rischia che vengano prese decisioni inappropriate o mal motivate e soprattutto si mina alla radice la credibilità del Comitato.

      Non si tratta di mettere nel Comitato "star" da salotti televisivi o premi Nobel. Ci vogliono le competenze giuste e bisogna trovare il giusto bilanciamento tra competenze diverse e complementari.

      E anche il giusto bilanciamenmto di genere perché in Italia abbiamo numerose scienziate che posseggono i requisiti necessari e che avrebbero potuto dare un contributo significativo ai lavori del CTS.

      Elimina
  4. Coronavirus, Agostino Miozzo lascia la guida del Comitato Tecnico Scientifico: “Mi dedico all'emergenza scuola” - Ora a capo del CTS dovrebbe andare Fabio Ciciliano, attuale segretario.
    www.lastampa.it - 15 Marzo 2021

    Agostino Miozzo lascia la guida del Comitato tecnico scientifico. La decisone è stata concordata con Palazzo Chigi e con il Ministro della Salute, Roberto Speranza, ed è stata ufficializzata ieri con una lettera di dimissioni.

    Miozzo ha deciso di «lavorare con il ministro della Pubblica istruzione Patrizio Bianchi per dedicarsi ai problemi della scuola». In questi mesi non ha «mai nascosto la convinzione che la didattica a distanza non fosse un buon rimedio per i ragazzi». Dopo l'insediamento del governo Draghi, Miozzo e Bianchi si sono incontrati più volte proprio per mettere a punto un programma che consenta di riportare gli studenti in presenza.

    Nella lettera di dimissioni Miozzo parla di come «nel tempo sono state progressivamente modificate le competenze ed il ruolo originale». Concorda su una «sostanziale rivisitazione del suo mandato» e per questo «considera» che il suo incarico di coordinatore possa ritenersi compiuto. «Credo di potermi dedicare ora ad un'altra emergenza, quella scolastica; spero di poter dare un fattivo contributo a quel settore che considero strategico per la vita ed il futuro del nostro Paese», dichiara.

    RispondiElimina