L'Italia è sempre più rossa anche grazie alla decisione del Comitato Tecnico Scientifico (CTS) di guardare la realtà in faccia (leggi "usare come parametro la circolazione virale") evitando di continuare a farsi prendere in giro da Regioni/PPAA "furbette" che ormai avevano imparato a manipolare abilmente la stima dell'indice Rt basato sui soli contagi ufficialmente dichiarati come sintomatici.
Dopo aver perso settimane preziose, preso atto che ormai la cosiddetta variante inglese è diventata dominante anche in Italia, il Paese si appresta a combattere quella che potrebbe essere una battaglia decisiva contro il virus SARS-CoV-2.
Le settimane da qui a Pasqua comporteranno nuovi sacrifici, ma se riusciremo a ridurre sostanzialmente la circolazione del virus (l'esempio dell'Alto Adige può essere d'insegnamento per molti) e ad attivare un piano vaccinale degno di un grande Paese come l'Italia, si potrebbe ragionevolmente sperare di uscire fuori da questa difficile situazione in tempi abbastanza contenuti.
Per il momento continuiamo a registrare la preoccupante crescita dei ricoveri ospedalieri, con gran parte d'Italia che ha i reparti di terapia intensiva pieni ben oltre la soglia di allarme.
Variazione percentuale della media settimanale di ricoveri nei reparti Covid degli ospedali italiani. Praticamente siamo tornati al livello di crescita dei ricoveri che si osservava a metà novembre |
Il dato relativo alla stima dell'indice di trasmissione del contagio valutato a livello nazionale conferma la risalita della pandemia (R stabilmente maggiore di 1):
Osservando i due grafici riportati sopra si può notare che - qualitativamente - hanno un andamento abbastanza simile. Entrambi mostrano una discesa tra metà novembre e metà dicembre. C'è poi un massimo locale posizionato ad inizio 2021, più o meno dopo le festività di fine anno. Nelle ultime settimane ambedue i grafici mostrano una tendenza a crescere.
Tra le varie ipotesi che il CTS ha considerato per rendere le sue analisi un po' meno aleatorie c'è anche quella di calcolare l'indice Rt delle Regioni/PPAA non sui dati dei nuovi contagi sintomatici (facilmente manipolabili), ma su quelli dei nuovi ricoveri in ospedale. Mi sembra un'ipotesi ragionevole che, tra l'altro, ridurrebbe il ritardo con cui i dati vengono raccolti. Verificare quante nuove persone vengono ricoverate giornalmente nei reparti Covid è certamente più semplice rispetto ad andare a ricostruire la data di comparsa dei sintomi nei contagiati, operazione che lascia a Regioni/PPAA un amplissimo margine di discrezionalità.
A questo proposito vi mostro l'andamento delle nuove entrate in terapia intensiva di Trentino, Alto Adige, Veneto, confrontato con la media nazionale:
Comunque la vera novità di oggi è l'adozione del dato della circolazione virale come parametro per l'assegnazione dei livelli di rischio delle Regioni/PPAA. Finalmente ci allineiamo agli standard tedeschi e di ECDC. Abbiamo perso fin troppo tempo con i 21 indicatori (in gran parte tardivi e facilmente aggirabili, quindi inutili o poco affidabili). Come si dice: "meglio tardi che mai!".
Vediamo adesso come sono andati i contagi in Trentino, confrontandoli con l'Alto Adige:
Contagi settimanali x 100.000 abitanti in Trentino (linea rossa) ed Alto Adige (linea verde) |
L'Alto Adige è alla quarta settimana consecutiva di calo sostanziale dei contagi e, finalmente, è sceso sotto la soglia dei 250 contagi settimanali per 100.000 abitanti. Il calo di contagi registrato durante le ultime settimane è coerente con la stima dell'indice Rt stabilmente inferiore ad 1.
Stima dell'indice Rt dell'Alto Adige basata sul mio modellino empirico (punti blu) confrontata con le stime ISS (punti rossi). Il dato tra parentesi ( ) è una proiezione non ancora consolidata |
Per il Trentino, il livello dei contagi aveva superato quello altoatesino durante la scorsa settimana ed è rimasto sostanzialmente stabile nel corso delle ultime 3 settimane. Qui di seguito, riporto le stime per l'indice Rt del Trentino:
Stima dell'indice Rt del Trentino basata sul mio modellino empirico (punti blu) confrontata con le stime ISS (punti rossi). Il dato tra parentesi ( ) è una proiezione non ancora consolidata |
Nella settimana 20 - 26 febbraio il Trentino aveva registrato una forte crescita dei contagi rispetto alla settimana precedente (passati da 1.496 a 1.977 casi, secondo i dati della Protezione Civile Nazionale) Tale incremento non è coerente con la stima del valore dell'indice Rt puntuale per il 24 febbraio, rilasciato oggi da ISS (di poco superiore ad 1).
Non ho spiegazioni per questo risultato, a meno di ipotizzare che la forte crescita dei contagi osservata in Trentino durante l'ultima settimana di febbraio fosse prevalentemente dovuta a casi asintomatici.
Rimane la forte differenza tra il numero di tamponi fatti in Trentino ed in Alto Adige:
Per quanto riguarda l'età dei contagiati trentini, durante l'ultima settimana è ulteriormente cresciuta la percentuale dei contagiati in età scolare. Per confronto, riporto il dato della settimana che si conclude oggi e quello di due settimane fa:
Si conferma il forte aumento dei contagi tra la popolazione di età compresa tra i 6 ed i 19 anni (sezione di colore verde dei diagrammi mostrati in figura). Tutte le tre altre classi d'età considerate nell'analisi registrano un leggero calo sia in termini assoluti che in percentuale rispetto a due settimane fa.
Secondo l'ultimo rapporto ISS nelle due settimane comprese tra il 22 febbraio ed il 7 marzo, il 17,3% dei contagi riferiti al sistema di Sorveglianza Integrata riguardavano giovani di età compresa tra 0 e 18 anni. Il dato trentino è riferito ai giovani di età compresa tra 0 e 19 anni e, per lo stesso periodo di tempo, corrisponde al 18,8% dei contagi. Tenuto conto che il dato trentino contiene al suo interno anche i diciannovenni, si può concludere che non ci siano differenze statisticamente significative tra il dato trentino ed il dato nazionale.
Il forte aumento dei contagi registrati tra la popolazione in età scolastica e la forte progressione del numero di classi scolastiche messe in quarantena (vedi figura seguente) dovrebbe convincere tutti sull'esistenza di criticità anche nelle Scuole trentine.
Anche se non ci sono dati affidabili sui sequenziamenti virali, questo andamento dei contagi in età scolare potrebbe essere strettamente collegato alla circolazione sempre più ampia della variante inglese che ha reso molto più facile il contagio durante le lunghe permanenze in ambienti chiusi.
Nel corso delle prossime settimane, vedremo se la chiusura delle Scuole legata al passaggio a zona rossa produrrà un calo significativo dei contagi tra gli studenti nella fascia 6-19 anni.
Concludo segnalando a chi fosse interessato a informazioni dettagliate sull'andamento dei contagi nel Comune di Trento che il sito comunale è stato aggiornato ed arricchito di nuovi contenuti.
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