Domani (giovedì 18 marzo) l'EMA dovrebbe chiarire la sua posizione sul vaccino AstraZeneca. Per quanto riusciamo a comprendere dalle notizie di stampa, gli unici casi su cui rimangono dubbi concreti riguardano meno di una decina di episodi di una grave e rara forma di trombosi avvenuti in Germania. In queste ore si dovrebbe poter chiarire due questioni:
- C'è una relazione di causa-effetto con la somministrazione del vaccino?
- Ammesso e non concesso che esista effettivamente una relazione causa-effetto, episodi simili sono successi anche in altri Paesi oppure sono strettamente legati allo specifico lotto di vaccino utilizzato in Germania?
Sentiremo domani quale sarà il responso di EMA. Tuttavia - anche se molto probabilmente EMA deciderà di dare un nuovo via libera al vaccino AstraZeneca - non possiamo sottovalutare il fatto che ormai, a livello di opinione pubblica il danno è fatto. Il vaccino AstraZeneca era già percepito come "un vaccino di serie B" ed ora la percezione di rischio che aleggia sul farmaco sviluppato ad Oxford indurrà molte persone a non vaccinarsi oppure a rimandare sine die la data di vaccinazione in attesa che si rendano disponibili altri vaccini percepiti come "più sicuri".
Dal punto di vista epidemiologico gli impatti saranno notevoli e statisticamente molto più ampi rispetto ai rari "eventi avversi" che sono sempre possibili anche quando si assume il più semplice dei farmaci. Una semplice verità, che tuttavia non è sempre facile da comunicare.
Gli appelli dei dirigenti sanitari (peraltro tutti rigorosamente già vaccinati con il vaccino Pfizer BioNTech) a sottoporsi alla vaccinazione con AstraZeneca saranno fatalmente destinati a cadere nel vuoto.
Siamo in una sorta di cul-de-sac. Come uscirne?
Io una modesta proposta l'avrei. Si aprano immediatamente le "liste di attesa" esattamente come si fa negli aeroporti quando ci sono passeggeri che aspettano che si liberi un posto su un volo già completamente prenotato. Le liste di attesa potrebbero essere aperte (ad esempio) alle persone di età compresa tra 65 e 75 anni, che attualmente sono in gran parte escluse dalla possibilità di essere vaccinate perchè "troppo giovani" rispetto ai criteri d'età fin qui utilizzati.
Se, come succederà molto probabilmente nei prossimi giorni, una percentuale significativa degli over 75 che erano già prenotati per ricevere il vaccino AstraZeneca dovesse rinunciare alla vaccinazione, si chiamino le persone che hanno aderito alla "lista di attesa" e si somministrino a loro i vaccini non utilizzati. In questo modo la campagna vaccinale andrà avanti e si copriranno comunque persone a rischio che, in caso di contagio, hanno una significativa probabilità di essere ricoverate e di finire in terapia intensiva.
Se a Trento apriranno le "liste d'attesa", mi iscriverò senza alcun dubbio.
Personalmente non credo che la flessione delle adesioni al vaccino siano tali da rendere necessaria l'apertura di liste di attesa.
RispondiEliminaNon caso in cui questa eventualità si rendesse opportuna mi permetto di segnalare che i "pazienti fragili" (malati oncologici, leucemici, diabetici ecc.) che non rientrano fra i "super fragili" di età compresa fra i 74 ed i 60 anni non hanno alcuna precedenza nel piano vaccinale, a differenza dei fragili under 60, per questo nelle liste di attesa potrebbero essere inseriti i fragili "74 - 60".
Ovviamente si tratta di trovare il criterio migliore.
EliminaL'importante è evitare che si interrompa il flusso delle vaccinazioni. Perché se i vaccinandi incominiciano a rimandare in attesa del tipo di vaccino che ritengono migliore, salta tutto.
La mia dottoressa è impegnata a vaccinare gli insegnanti, ma mi ha detto che, se lo desidero, può mettermi in una lista di riserva e sa che può chiamarmi in qualsiasi giorno e a qualsiasi ora.
RispondiEliminaDaniele Fiori e Marco Procopio | Il Fatto Quotidiano | 27 Marzo 2021
RispondiEliminaLa Provincia di Trento invece specifica che ogni servizio vaccinale dispone di una lista di persone da contattare CON URGENZA nel caso in cui qualcuno non rispetti l’appuntamento vaccinale. “In rarissimi casi, per non sprecare le dosi già pronte per la somministrazione – ha specificato però l’assessora Stefania Segnana – è stata offerta la vaccinazione a categorie di persone che sarebbero state invitate in una fase successiva“.